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L’“antica” battaglia per i PEBA

Particolare di persona in carrozzina davanti a una barriera architettonicaNe abbiamo già scritto più volte: è ormai dal lontanissimo 1986 che una Legge italiana – esattamente la Legge 41/86 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, articolo 32, commi 21 e 22) – ha per la prima volta parlato dei PEBA, i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, che avrebbero dovuto essere adottati entro il 28 febbraio 1987, dai Comuni e dalle Province, pena un “commissariamento ad hoc” da parte delle Regioni.
Qualche anno dopo, ad ampliare la materia di competenza era stata la Legge Quadro 104/92 (articolo 24, comma 9), che aveva stabilito come «i piani di cui all’articolo 32, comma 21, della legge n. 41 del 1986» dovessero essere «modificati con integrazioni relative all’accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento all’individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone handicappate».
E invece, com’è ormai ben noto, ad oggi – anno 2013 – sono solo una stretta minoranza gli Enti Locali del nostro Paesi che hanno adottato tale strumento, nonostante l’obbligo di farlo.

Da parecchio tempo, è impegnata su questa battaglia l’Associazione Luca Coscioni, la cui cellula di Ancona – in una Regione ove a quanto sembra nessun Comune ha adottato il PEBA – si congratula ora con quello di Civitanova Marche (Macerata), e in particolare con il presidente della Commissione Urbanistica in Consiglio Comunale, Pierpaolo Rossi, per avere fatto approvare una mozione, sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, indirizzata al Sindaco e al Presidente dello stesso Consiglio Comunale, con cui chiedere l’impegno da parte dell’Amministrazione Municipale civitanovese a predisporre e ad adottare sia il PEBA che il PAU (Piano di Accessibilità Urbana), come stabilito appunto dalle citate Leggi Nazionali 41/86 e 104/92 e dalle Leggi Regionali delle Marche 52/90 e 34/92.

«Invitiamo dunque e sollecitiamo – si legge in una nota della cellula di Ancona dell’Associazione Coscioni – il Sindaco di Civitanova Marche a fare propria questa proposta, adottando il PEBA e il PAU, dando così un segno di civiltà e di rispetto verso il mondo della disabilità, troppo spesso emarginato e discriminato e rendendo in tal modo la sua città il primo Comune delle Marche a vantarsi e a qualificarsi come una città per tutti, una città accessibile e senza barriere, non solo architettoniche ma anche culturali, verso le persone con disabilità, migliorando la qualità della vita di tutti i suoi abitanti. Sarebbe il primo passo per iniziare a Civitanova un’evoluzione civile di lungo cammino, da intraprendere e perseguire a prescindere dal colore politico delle Amministrazioni che si alterneranno negli anni».
«Chiediamo inoltre a tutti i Comuni delle Marche – conclude la nota – di seguire l’esempio di Civitanova Marche, iniziando a prendere dei provvedimenti per l’adozione di questi Piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per l’accessibilità urbana, sanando una situazione di illegalità che perdura ormai da ventisei anni!». (S.B.)

Ringraziamo Roberto Zazzetti per la segnalazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Renato Biondini (biondinirenato@alice.it).

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