Siamo in Calabria, ma non rinunciamo alla nostra vita

«Siamo consapevoli della crisi economica – scrive Nunzia Coppedè, presidente della FISH Calabria, rivolgendosi direttamente al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e invitandolo anche agli eventi organizzati dalla Federazione per il mese di dicembre a Lamezia Terme – e siamo anche coscienti di vivere nella Regione più povera d’Italia e tra le più povere in Europa, ma non intendiamo rinunciare alla nostra vita!»

Giuseppe Scopelliti

Giuseppe Scopelliti, presidente della Regione Calabria

Caro Presidente Scopelliti, mancano ormai pochi giorni al mese di dicembre, periodo di bilanci e di programmazione dell’anno nuovo. Quest’anno la FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha deciso di partecipare alla rassegna di eventi promossi dalla FISH Nazionale. Nella nostra Regione è stata scelta Lamezia Terme (Catanzaro) e le iniziative cominceranno il 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, per concludersi il 13 dicembre, anniversario della firma della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata appunto il 13 dicembre 2006.
Attraverso i suoi cinquanta articoli, la Convenzione indica la strada che gli Stati del mondo devono percorrere per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini con disabilità. Il 24 febbraio 2009, il Parlamento italiano ha ratificato il Trattato, che è diventato la Legge 18 del 3 marzo 2009. Anche l’Unione Europea, il 23 dicembre 2010, ha ratificato la Convenzione, ma di recepimento concreto di quei princìpi, in particolare in Calabria, non vediamo quasi nulla e non è solo un problema di risorse economiche, ma anche, e soprattutto, di volontà e di scelte politiche.

I contenuti della Convenzione, che dovrebbero garantirci una migliore qualità della vita, attraverso interventi inclusivi e non assistenzialistici e ghettizzanti, li sentiamo sempre più fievoli e lontani. Ormai su di noi pesano solo i costi, perché veniamo considerati come “soggetti passivi da assistere”. Alle famiglie è rimandato il carico di assistenza, dando per scontato che le persone con disabilità vadano solo assistite.
Se rivendichiamo i nostri diritti, passiamo per “quelle persone che non si accontentano mai” e il poco che ci viene concesso prende la forma del “favore” e non della conquista di un diritto.
I Comuni calabresi spendono per i servizi sociali ben dodici volte in meno rispetto a quanto viene speso, ad esempio, nella Provincia di Trento e forse vale la pena sottolineare che sono i Comuni in Italia che spendono meno in assoluto. Un dato quanto meno allarmante, questo, che diventa inquietante, quando si scopre che la somma è pari ad appena 26 euro ad abitante, una cifra irrisoria, che per altro è in costante diminuzione negli ultimi anni.

Nello scorso periodo estivo ho partecipato a una riunione svoltasi presso gli Uffici Regionali di Catanzaro, con l’assessore regionale al Lavoro, alla Famiglia e alle Politiche Sociali Nazzareno Salerno. Per la verità l’incontro era stato convocato presso l’Assessorato alle Politiche Sociali, ma a causa dell’ascensore rotto, era stato spostato in altra sede…
In quell’occasione l’assessore Salerno ci aveva rassicurato, informandoci che per quest’anno erano stati recuperati 5 milioni e 500.000 euro destinati all’inclusione sociale, all’integrazione socio-sanitaria e al contrasto alle povertà; 18 milioni e 577.000 euro del PAC (Piano di Azione e Coesione [ovvero il Piano di Intervento per i Servizi di Cura rivolti agli Anziani, N.d.R.]), con il quale rispondere al fabbisogno di assistenza integrata e non, per gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti; e ancora 12 milioni e 330.000 euro dal Fondo Nazionale delle Politiche Sociali; e infine 9 milioni e 680.000 euro dal Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza.
Ebbene, è di questi giorni la notizia che i 5 milioni e 500.000 euro hanno cambiato destinazione e siamo preoccupati, molto preoccupati: ci saranno cioè 5 milioni e mezzo di euro in meno per rispondere ai bisogni dei tanti calabresi disperati, che non solo subiscono la crisi, come tutti gli italiani, ma la pagano più cara per il solo fatto di vivere in Calabria. E tra questi ci sono anche le persone con disabilità.

Caro Presidente, siamo consapevoli della crisi economica e anche coscienti di vivere nella Regione più povera d’Italia e tra le più povere in Europa, ma non intendiamo rinunciare alla nostra vita.
Le persone con disabilità non sono da considerare come dei “cloni” che hanno gli stessi bisogni e che necessitano dei stessi servizi: le persone con disabilità sono una parte di società che in Calabria si attesta sul 6% della popolazione e che mostra tutte le caratteristiche del restante 94%: stiamo cioè parlando di uomini e donne, bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani, tra i quali anche studenti, artisti, sognatori, lavoratori, professori, operatori agricoli, artigiani, politici e anche persone che hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro, in alcuni casi anche per 24 ore su 24. Questo però non significa che non amino la vita. Tutti desiderano essere circondati dagli affetti e vivere in famiglia, in alcuni casi di avere una casa propria, o comunque vivere in un ambiente degno di essere definito “casa”, caldo, umano, accogliente, nulla a che fare, cioè, con le strutture assistenziali “ospedalizzanti”.

La disabilità è la conseguenza della malattia, uno “stato” con il quale bisogna fare i conti, ma in nessun caso si può chiedere a una persona con disabilità di rinunciare a vivere. I servizi sono indispensabili perché garantiscono il supporto necessario a vivere, ogni giorno e per 24 ore, a favorire l’inclusione sociale, proprio come stabilisce la citata Convenzione ONU.
Torniamo a dunque chiedere a gran forza di partecipare attivamente alle politiche che ci coinvolgono direttamente, non desideriamo essere equiparati o sostituiti nella rappresentanza dalle organizzazioni che gestiscono i servizi rivolti alle persone con disabilità, perché gli interessi sono diversi, e in molti casi possono essere in conflitto, mentre in altri il diritto al lavoro (sacrosanto) prende il sopravvento sulla qualità della vita della persona che usufruisce del servizio.

Per concludere, non possiamo che chiederle di partecipare il 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, all’evento pubblico che stiamo preparando, con molte Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari.
In tal senso, sarà nostra premura comunicarle in tempo utile luogo, orario e programma della rassegna che chiameremo Rompiamo le barriere e apriamo le porte all’inclusione sociale. La aspettiamo!

Presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo