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Per progetto, per delibera o… per quattrini?

Uomo con disabilità davanti a una finestra con grataUn provvedimento prodotto recentemente dall’Area Vasta n. 1 di Pesaro [le Aree Vaste sono le zone delle Marche in cui si ripartisce l’ASUR, Azienda Sanitaria Unica Regionale, N.d.R.] è certamente interessante, per i tanti e purtroppo preoccupanti spunti di riflessione che propone.
Si tratta esattamente della Determina n. 113 del 10 febbraio scorso, che prevede in sintesi la dimissione di due utenti, al compimento dei 65 anni, da una Comunità Socio Educativa Riabilitativa (COSER) e il successivo inserimento in una «struttura a carattere sociale».
Secondo quanto riportato dall’atto di cui si parla, ciò si renderebbe necessario sulla base della Delibera 23/13 (Disposizioni riguardanti le Comunità per disabili – COSER), prodotta lo scorso anno dalla Giunta Regionale delle Marche, secondo la quale «la permanenza nelle COSER è prevista solo per gli utenti di età superiore ai 18 anni e fino al compimento dei 65 anni di età». Inoltre, «non essendoci condizioni particolari che richiedono la necessaria permanenza in una struttura COSER, saranno dimessi e inseriti in una struttura a carattere sociale». Infine, «i famigliari degli utenti […] preso atto di quanto stabilito con dgrm 23/2013 assumono integralmente l’onere della retta per l’assistenza residenziale prevista nella struttura prescelta». Per l’Area Vasta n. 1, infatti, la dimissione determina anche la cessazione dell’assunzione delle quote sanitarie.

In realtà, va detto a questo punto, il contenuto della Delibera 23/13, sulla quale si appoggia il provvedimento assunto, non è esattamente quello indicato dalla Determina pesarese. In essa, infatti, si scrive che «il cofinanziamento così ripartito riguarda esclusivamente gli ospiti residenti nella Regione Marche che non abbiano compiuto i 65 anni. Nel caso di utenti già inseriti nelle strutture per i quali si rende opportuna e/o necessaria la permanenza dopo il compimento dei 65 anni, si può derogare al suddetto requisito, previa valutazione dell’UMEA [Unità Multidisciplinare Età Adulta, N.d.R.], fino a che non insorgano particolari condizioni che ne rendano difficile o impossibile la permanenza stessa [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]».
Dunque, secondo quella Delibera, se la persona è già inserita in una Comunità Socio Educativa Riabilitativa prima dei 65 anni, può rimanervi sulla base di quanto indica la Delibera stessa. E in questo caso, dalla descrizione contenuta nella Determina dell’Area Vasta n. 1, non sembrerebbe fossero insorte condizioni tali da rendere impossibile la permanenza, considerato che da un servizio sociosanitario si passa a un servizio sociale.

Ma il punto sul quale appare opportuno porre l’attenzione è un altro: se quelle persone avevano livelli di autonomia tali da poter usufruire di una struttura sociale, perché sono stati inseriti in una COSER e perché poi si è aspettato il compimento dei 65 anni – facendo dire a una norme quel che non dice – per dare loro un servizio più adeguato ai loro bisogni? Tanto più che, come risulta dalla Determina, i familiari si sono trovati d’accordo?
In altre parole, escono perché hanno compiuto 65 anni o perché è più adeguato un altro tipo di servizio? E occorre anche evidenziare che con la loro uscita l’Area Vasta n. 1 recupererà due quote sanitarie…
Domande che rimangono aperte e che sarebbe davvero utile trovassero una risposta, soprattutto una: ci si è mossi per progetto o per delibera? (senza voler pensare che la scelta abbia motivazioni economiche)…

Gruppo Solidarietà.

Per approfondire e per consultare il testo integrale degli atti legislativi, si veda nel sito del Gruppo Solidarietà. Per ulteriori informazioni: grusol@grusol.it.

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