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Una battaglia estenuante, che forse si sta per vincere

Primo piano di occhio azzurro

Si calcola che almeno centomila pazienti italiani siano oggi escluse da possibili cure per la maculopatia, a causa di quanto accaduto in questi anni in àmbito farmaceutico

Era ormai da molto tempo che anche il nostro giornale – riferendo delle varie iniziative della SOI (Società Oftalmologica Italiana) e della combattiva Associazione Per Vedere Fatti Vedere, nata per volontà della stessa SOI – aveva avuto occasione di occuparsi della grave questione riguardante le migliaia di persone del nostro Paese affette da degenerazione maculare senile che non hanno potuto ricorrere alle cure intravitreali, essendo per loro impossibile «accedere a un farmaco – come aveva ad esempio denunciato su queste pagine nell’autunno dello scorso anno Matteo Piovella, presidente della SOI – che costa pochissimo e che è in grado di arrestare la malattia. Si preferisce infatti trattare la patologia con una molecola estremamente più costosa che a causa di ciò non può essere accessibile a tutti».
Già molti mesi prima, poi, lo stesso Piovella si era soffermato sul problema, ricordando appunto l’impossibilità di ottenere e anche di essere rimborsati «per il farmaco Avastin a uso intravitreale, parimenti efficace dell’altro medicinale oggi adottato, ma ben sessanta volte meno costoso».

Ebbene, ora che la vicenda è letteralmente “scoppiata” in questi giorni su tutti gli organi di informazione, dopo che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio nota come Antitrust, ha deciso – dando seguito proprio alle varie denunce della SOI – di sanzionare con 180 milioni di euro due veri e propri colossi mondiali del farmaco come Roche e Novartis (che hanno preannunciato ricorsi al TAR), accusati di essersi «accordati per spartirsi i miliardi dalla vendita di due farmaci identici, ma con nomi diversi (Avastin e Lucentis) e a prezzi diversi, a danno dei malati, del servizio sanitario pubblico e delle assicurazioni private», la stessa SOI sposta il tiro anche sull’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), di cui chiede il commissariamento.
«La pronuncia dell’Antitrust – dichiara infatti Matteo Piovella – rimette le cose a posto su chi ha competenza tecnico scientifica sulla valutazione dell’efficacia dei farmaci utilizzati per curare i pazienti. Fin dal 2007 la SOI ha dimostrato e diffuso la certificazione di equivalenza, sia per sicurezza che per efficacia terapeutica, dei due farmaci per la cura delle maculopatie Avastin e Lucentis. Incredibilmente, però, l’AIFA ha avallato la tesi falsa sostenuta da Roche e Novartis circa la pericolosità di Avastin, di fatto bloccandone l’utilizzo da un anno, mentre prima il farmaco veniva adottato nel 90% dei casi. Oggi, dunque, la sentenza di un’Autorità indipendente, perché l’Antitrust è l’Autorità italiana deputata a sanzionare la concorrenza sleale ai danni del mercato, rimette le cose a posto e ci obbliga a reiterare a gran voce la richiesta di un commissariamento dell’AIFA, per ripristinare la piena legittimità di utilizzo di Avastin sul territorio nazionale così come avviene in tutto il mondo, USA, Germania e Giappone inclusi. Lo dobbiamo ai centomila pazienti che oggi sono esclusi dalle cure a causa dell’impossibilità degli ospedali italiani a rifornirsi di Lucentis».
«Come Presidente della SOI – conclude Piovella -, come oculista esperto riconosciuto internazionalmente e come semplice cittadino, chiedo pertanto l’immediato intervento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, perché in armonia alle sue funzioni istituzionali sappia superare la criticità che si sta svolgendo sulle spalle di tutti i pazienti affetti da maculopatia».

«Abbiamo seguito la vicenda di Avastin sin dall’origine – sottolinea dal canto suo Raffaele La Placa, legale della SOI -, agendo in ogni campo per consentire a centinaia di migliaia di pazienti, spesso anziani, di accedere alle cure con un costo di poche decine di euro, a fronte di un iniziale costo del Lucentis di 1.700 euro. Il nostro esposto all’Antitrust ha dato origine a una battaglia estenuante e difficilissima, dati gli enormi interessi economici in gioco, ma sono contento di questo successo, soprattutto per i pazienti. Un anziano su tre è affetto da maculopatia e il Servizio Sanitario Nazionale non ha più le risorse per curare efficacemente con il Lucentis ogni malato. Ora si può di nuovo sperare, in quanto l’Avastin costa 40 euro alla dose. Con la SOI siamo stati anche a colloquio con il ministro Lorenzin, per far comprendere l’importanza del caso e abbiamo ottenuto attenzione. Sono consapevole che questa è solo una battaglia, ma ho intenzione, con il presidente Piovella, di combattere con determinazione sino ad assicurare definitivamente alla collettività il diritto alla salute, costituzionalmente garantito».

Nel frattempo, va detto in conclusione, registriamo proprio in queste ore che anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti, consultare il sito della SOI (Società Oftalmologica Italiana) o anche info@pervederefattivedere.it.

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