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Sportivi e felici con sindrome di Down

Giovane mini-rugbista con sindrome di Down

Un giovane con sindrome di Down, avviato al mini-rugby grazie a un progetto dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down)

Il tema dello sport è stato al centro della riflessione, durante l’Assemblea Nazionale Annuale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), tenutasi a Roma il 15 e 16 marzo scorsi, quando cioè i rappresentanti delle quarantasette Sezioni di tale organizzazione hanno potuto confrontarsi nel corso del seminario denominato Sportivi e felici – Esperienze e riflessioni sull’attività sportiva di bambini, ragazzi e adulti con sindrome di Down.
Numerosi gli interventi di sostanza, con il racconto delle rispettive esperienze avviate insieme a bambini e adulti, tra i quali da segnalare in particolare quelli delle Sezioni di Belluno, Oristano, Roma, Versilia, Milazzo (Messina) e Venezia-Mestre.

«Abbiamo sempre pensato – ha spiegato Ines Mazzoleni Ferracini dell’AIPD di Belluno – che l’attività sportiva potesse essere uno strumento di inclusione nel contesto sociale di appartenenza e un modo efficace, oltreché piacevole, per le persone con sindrome di Down, di fare attività nel tempo libero. Sul territorio sono attive pratiche sportive di gruppo in palestra, nel nuoto e nello sci di fondo; si è favorita e seguita la partecipazione di singoli nel calcio, nello sci alpino e nella corsa. Dal 2009, inoltre, collaboriamo con Special Olympics [il movimento internazionale delle persone con disabilità intellettiva, N.d.R.]. Siamo per una pratica sportiva che può, ma non deve necessariamente o “ossessivamente”, portare all’agonismo; deve invece stimolare ciascuno a trovare l’attività più consona al proprio benessere psicofisico».

Per l’AIPD di Milazzo, Vittorio Cannata ha dichiarato che «lo sport è un elemento fondamentale nella vita di tutte le persone, è il mezzo che ci permette di capire i valori più profondi e significativi della vita. I disabili, forse ancor più che i “normodotati”, hanno bisogno dello sport, come elemento trainante della loro vita. Questo concetto si sta realizzando lentamente, anche se guardando indietro nel tempo, ci accorgiamo che molta strada è stata fatta in questo campo».
Dal canto suo, Giovani Carlini dell’AIPD Versilia ha parlato della propria esperienza: «Gli sport attualmente praticati nella nostra Sezione sono il nuoto, il bowling e gli sport invernali (sci alpino e racchette da neve). In prospettiva ci stiamo organizzando per insegnare e successivamente fare gare di bicicletta e di equitazione-volteggio. Qual è il nostro obiettivo? Stimolare un sano agonismo, aiutando i ragazzi ad assaporare l’emozione di una vittoria e a superare la delusione di una sconfitta. I risultati ottenuti si possono misurare valutando il maggior grado di autonomia e autostima raggiunti da coloro che si dedicano allo sport, rispetto ai ragazzi le cui famiglie, per vari motivi, anche perfettamente giustificabili, non possono avviare i loro figli alla pratica sportiva».

Mentre poi Simone Consegnati dell’AIPD di Roma ha presentato alcune esperienze nel rugby e nel basket – con l’integrazione di bambini con sindrome di Down in gruppi di bimbi senza disabilità, supportati da educatori dell’AIPD che svolgono un lavoro di tutoraggio, volto da una parte a valorizzare la crescita di autonomia nello spogliatoio e dall’altra a fornire suggerimenti agli istruttori sportivi per permettere una reale integrazione – Silvia Vianello dell’AIPD di Venezia-Mestre ha raccontato che «lo sport, nel percorso di crescita della persona, risulta ad oggi una risorsa importantissima per lo sviluppo e il mantenimento del benessere fisico, psicologico e sociale. La nostra Sezione sta lavorando per porre l’attenzione sullo sport come opportunità di crescita e di integrazione per le persone con Sindrome di Down e di attuazione di progettualità concrete nel nostro territorio, come la formazione di tutor sportivi. Un’esperienza tra tutte è quella concernente la partecipazione integrata, ormai quadriennale, di bambini con sindrome di Down nel Campus di rugby del giocatore della Nazionale Mauro Bergamasco, che dall’estate prossima diventerà un lavoro di collaborazione e rete con l’AIPD di Roma».

E ancora, Daniele Castignani ha raccontato la lunga storia dei progetti di vela, partiti a Roma con Ragazzi Down al timone e arricchiti dalle esperienze nazionali e internazionali realizzate dall’AIPD nazionale, dove, oltreché in crociere su cabinati, ci si è sperimentati anche sul brigantino di Nave Italia. «In barca – ha sottolineato Castignani, commentando il 24° posto dell’equipaggio AIPD alla Barcolana 2012 di Trieste si sperimentano la paura, l’adattamento alle condizioni atmosferiche e agli spazi ristretti, si diventa Grandi».

Al termine dell’Assemblea AIPD, una mozione ha ribadito l’importanza dello sport in tutti i suoi molteplici aspetti e l’impegno dell’Associazione a fornire linee guida per ispirare l’azione delle proprie Sezioni in questo àmbito, oltre alla volontà di predisporre strumenti (accordi e convenzioni con la FISDIR-Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale, Special Olympics e altre grandi realtà sportive amatoriali), per facilitare l’accesso allo sport e farsi carico di proporre a organizzazioni come il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), un’iniziativa pubblica che presenti il valore dello sport per disabili come momento di socializzazione, di misura di sé, di benessere fisico e morale, di occasione di relazione tra le famiglie e occasione di crescita per tutte le età.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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