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L’autismo, l’inclusione e… l’arte della bicicletta

Bambino che va in bicicletta

«Anche riuscire a fare imparare a un bimbo con autismo ad andare in bicicletta – scrive Daniela Mariani Cerati – ne può accrescere l’indipendenza, la qualità di vita e la partecipazione nella sua comunità»

Sempre in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo del 2 aprile – cui abbiamo dato ampio spazio nei giorni scorsi – l’ANGSA di Bologna (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), con il patrocinio del Comune Unico di Valsamoggia, ha promosso per sabato 5 aprile a Monteveglio (Bologna) (Sala Sognoveglio) la manifestazione di informazione e sensibilizzazione sul tema dell’autismo, intitolata NO alla segregazione, SI’ all’inclusione nella Scuola, nella Società, nello Sport e nel Lavoro.
Sarà certamente una bella e intensa giornata, che nel pomeriggio si articolerà su momenti di festa, musica, canti, cinema e convivialità, mentre in mattinata si terrà un convegno, introdotto e moderato da Katia Zagnoni, vicesindaco di Monteveglio, con la partecipazione di Carlo Hanau, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia (
Luci e ombre nella presa in carico delle persone con autismo in Italia), Federica Battaglia, psicologa (L’integrazione del bambino all’interno del contesto classe), Daniela Mariani Cerati, medico e coordinatore scientifico dell’ANGSA (Educare ai doveri, ma anche ai piaceri), Sara Ambrosetto, psicologa e psicoterapeuta (Autismo e sport: aspetti ludici ed educativi) e Liana Baroni, presidente nazionale dell’ANGSA (Lauree in: ingegneria, chimica e… autonomia).
Ce ne racconta qualcosa di più proprio una delle relatrici, vale a dire Daniela Mariani Cerati.

«Nel corso della giornata di Monteveglio, verrà offerta a insegnanti, genitori ed educatori una mattinata di formazione, nell’ampia sala messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale (l’iscrizione è gradita, ma non obbligatoria e si può anche decidere di partecipare all’ultimo momento).
Durante quell’incontro, che farà seguito a una lunga serie di eventi analoghi sul tema dell’educazione dentro e fuori la scuola, promossi dall’ANGSA, si darà ampio spazio agli svaghi e in particolare agli sport.
Vi parteciperà ad esempio Sara Ambrosetto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione, che passa poco tempo in ambulatorio e molto tempo in palestra e in piscina, dove trova mille opportunità ricreative ed educative per bambini con disturbi dello spettro autistico.
Sara parlerà delle piscine del Bolognese, mentre chi scrive si soffermerà sulle strade di Codigoro, in provincia di Ferrara, una delle zone in cui non si è mai persa la tradizione di andare in bicicletta e dove è necessario saperci andare, per essere integrati nella comunità. Ripescherò alcuni vecchi messaggi, corredati da foto, inviati da un genitore caparbio che – tramite strategie e attrezzi da lui stesso inventati – ha raggiunto l’importante obiettivo di insegnare al figlio, con disturbo dello spettro autistico, ad andare in bicicletta.
Dal Ferrarese mi sposterò poi… nel Massachusetts, dove una coppia di genitori di un bambino di 9 anni, sempre con disturbo dello spettro autistico, si è posta esattamente lo stesso obiettivo, partendo dalle medesime considerazioni dei genitori di Codigoro. Anche per loro, infatti, fare imparare ad Ellis ad andare in bicicletta coincideva con il farne crescere l’indipendenza, la qualità di vita e la partecipazione nella sua comunità.
Non so se quei genitori del Massachusets fossero meno ingegnosi o se il loro figliolo fosse più problematico, anche in seguito alla paura, che si era aggiunta alle altre difficoltà, insorta dopo numerose cadute dalla bici. Sta di fatto che la famiglia americana – pur motivata e determinata non meno di quella ferrarese – ha fatto diversi tentativi con i propri mezzi, ma non vi è riuscita. Rimanendo però convinta, anche dopo i reiterati insuccessi, della validità dell’obiettivo, si è rivolta ad alcuni specialisti dell’educazione speciale e dell’analisi applicata del comportamento, ovvero Michael J. Cameron, direttore dei Programmi di Educazione Comportamentale al Simmons College di Boston, Susan A. Ainsleigh , assistente nella medesima struttura e Robert L. Shapiro, che si occupa di servizi clinici nello HMEA, un’Agenzia del Massachusetts che sostiene le persone con disabilità dello sviluppo.
Quegli esperti hanno preso in grande considerazione la richiesta e applicando alcune strategie classiche dell’ABA (Applied Behaviour Analysis, ovvero l’“Analisi applicata del comportamento”), tra cui la task analysis e il rinforzo, hanno messo in grado il bimbo, dopo 103 giorni, di andare in bici sulle strade della sua città. Un successo che è stato anche oggetto di un articolo nella rivista specializzata “Journal of Positive Behavior Interventions” (Volume 7, Numero 3, Estate 2005, pp. 153-158). Nell’articolo viene riportato anche il costo totale dell’intervento, 970 dollari, comprensivi degli attrezzi necessari nella prima fase dell’intervento.
Chissà se l’assicurazione di malattia ha rimborsato quella cifra. In ogni caso sono stati soldi spesi bene perché quell’abilità accompagnerà Ellis per tutta la vita, dovesse anche campare cent’anni.
Di questo e molto altro parleremo a Monteveglio e chi verrà sarà il benvenuto».

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: convegni@autismo33.it, marianicerati@yahoo.it (Daniela Mariani Cerati).

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