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Bene quell’ascensore, ma come ci si è realmente arrivati?

Palazzo Municipale di San Paolo di Jesi (foto di Elio Maltoni)

Il Palazzo Municipale di San Paolo di Jesi (foto di Elio Maltoni)

Una conferenza stampa è stata convocata per venerdì 16 maggio a San Paolo di Jesi (Ancona), dalla Cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni, per illustrare agli organi d’informazione e all’opinione pubblica «la vera storia dell’ascensore installato presso la sede del Comune, che consentirà anche alle persone con disabilità di accedere a tutte le sale municipali».
Già un paio di mesi fa, del resto, Renato Biondini, segretario locale dell’Associazione Coscioni, aveva raccontato la vicenda, in un comunicato coincidente con l’avvio dei lavori per il citato ascensore. «Al contrario di quello che afferma il Sindaco – aveva scritto in tale occasione Biondini – crediamo che l’Amministrazione Comunale di San Paolo di Jesi abbia deciso di installare l’ascensore solo perché è in corso la causa legale con Lucia Giatti».
Di quest’ultima, donna con disabilità in carrozzina, eletta Consigliera Comunale nel 2009, il nostro giornale aveva già avuto modo di occuparsi circa un anno fa, quando il Tribunale di Jesi ne aveva accolto il ricorso, condannando Poste Italiane, «per non averle reso accessibili i propri uffici», sancendo l’obbligo, da parte dell’Ente, di «cessare tale comportamento discriminatorio». Sostenuta anche allora dall’Associazione Coscioni, Giatti aveva ricevuto inoltre, nell’àmbito dello stesso procedimento, un risarcimento di 3.000 euro per «danno morale».

Quella vicenda che aveva coinvolto Poste Italiane è stata anch’essa ripresa in questi mesi da Renato Biondini, nel raccontare la storia dell’ascensore nella sede municipale. «Lucia Giatti – ha scritto infatti l’esponente dell’Associazione Coscioni – si muove solo attraverso una carrozzina. Diventa Consigliere Comunale di San Paolo di Jesi nel 2009, ma poco dopo deve rinunciare alla carica: gli uffici comunali, infatti, sono situati nel piano superiore di un edificio cui si arriva dopo un’impegnativa rampa di scale e non c’è un ascensore idoneo. Di fatto le è stato impedito di svolgere il suo ruolo. Da anni ha sollecitato l’Amministrazione Comunale a risolvere questa problematica, chiedendo di installare un ascensore, ma invano. Due anni fa la nostra Associazione – che da molto tempo lavora per l’abbattimento delle barriere culturali e architettoniche – venuta a conoscenza del suo caso, si era resa disponibile ad assisterla legalmente per intentare una causa non solo contro il Comune, ma anche contro le Poste di San Paolo, dal momento che Lucia non poteva accedere nemmeno all’ufficio postale. Ebbene, la causa contro Poste Italiane è stata vinta e Lucia ha anche ricevuto un risarcimento economico per l’attività discriminatoria perpetrata nei suoi confronti; per quanto riguarda invece la controversia contro il Comune, il procedimento si trova attualmente in fase di appello (la prossima udienza è stata rinviata addirittura al 2017), dopo che in primo grado la domanda è stata rigettata».
E tuttavia, «a questo punto – ha concluso Biondini -, a prescindere dalla Sentenza che emetterà la Corte di Appello di Ancona, il risultato e l’obiettivo che Lucia Giatti e la nostra Associazione si erano prefissati è stato raggiunto: infatti, dopo anni costellati da ritardi, inadempienze e rinvii, finalmente il Comune ha avviato i lavori per installare l’ascensore che renderà accessibili gli uffici comunali anche alle persone con disabilità motoria».

È dunque tutto questo che verrà raccontato durante la conferenza stampa del 16 maggio, presso la stessa abitazione di Lucia Giatti (Via Piana, 44, ore 10.30), invitando contemporaneamente tutte le persone con disabilità a prendere esempio da Lucia, denunciando le situazioni nelle quali si sentono vittime di discriminazioni. «Solo in questo modo – a parere di Renato Biondini – le nostre città verranno rese più civili e vivibili». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cellulacoscioniancona@gmail.com.

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