Cooperazione allo sviluppo e disabilità: il Piano dell’Italia

Ha fatto il suo “esordio internazionale” a Bruxelles il Piano d’Azione sulla Cooperazione allo Sviluppo e la Disabilità, documento redatto dal Ministero degli Esteri, dopo una proficua e partecipata collaborazione anche con la rete delle associazioni di persone con disabilità. Si tratta di un testo che sancisce l’ingresso del principio dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo

Hélène Bourgade

Hélène Bourgade, funzionaria europea impegnata in àmbito di lavoro, inclusione sociale e immigrazione, partecipa all’incontro di Bruxelles dedicato alla presentazione del Piano d’Azione Italiano su Cooperazione allo Sviluppo e Disabilità

Redatto dai tecnici del Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con la RIDS – la Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, voluta nel 2011 dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International), da EducAid e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) -, oltreché con rappresentanti di Istituzioni, Enti Locali, organizzazioni non governative, imprese, mondo accademico e centri di ricerca, il Piano d’Azione sulla Cooperazione allo Sviluppo e la Disabilità – cui avevamo dedicato a suo tempo un ampio approfondimento, dopo averne seguito via via l’evoluzione – era stato ufficialmente lanciato a Roma nell’ottobre dello scorso anno.
Si tratta, lo ricordiamo, di un importante documento, che dà rilevanza alle Linee Guida per l’introduzione della tematica della disabilità nell’àmbito delle politiche e delle attività di Cooperazione Italiana, redatte sulla base della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. In altre parole, un testo che sancisce l’ingresso del principio dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo, contemplando azioni di promozione delle pari opportunità e soffermandosi in particolare sulle strategie generali, sulla progettazione inclusiva, sull’accessibilità e la fruibilità di ambienti, sui beni e i servizi, sugli aiuti umanitari e le situazioni di emergenza, sulla valorizzazione delle esperienze e delle competenze presenti nella società civile e nelle imprese.
Ne avevamo parlato a lungo esattamente con Pier Francesco Zazo, ministro plenipotenziario, capo dell’Unità Tecnica Centrale della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo e responsabile del Tavolo di Lavoro che ha dato vita all’iniziativa e Mina Lomuscio, referente del medesimo Tavolo di Lavoro.

Il Piano ha fatto a Bruxelles il suo “esordio” a livello internazionale, il 26 maggio, presso il Comitato Economico e Sociale Europeo, dove è stato appunto presentato nel corso di un incontro, moderato da Daniela Tonon, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea e da Catherine Naughton dell’IDDC (International Disability & Development Consortium).
Vi sono intervenuti Hélène Bourgade, funzionaria europea per il Lavoro, l’Inclusione Sociale e l’Immigrazione, Anca Gunta, membro del Comitato Economico e Sociale Europeo, Giampaolo Cantini, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo presso il Ministero degli Esteri e la già citata Mina Lomuscio.
A rappresentare poi il RIDS, è stato Giampiero Griffo, membro dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) e hanno partecipato all’incontro anche Javier Guemes, vicedirettore dell’EDF (Europena Disability Forum), Ingar Duering della Cooperazione Internazionale tedesca e Meena Paudel, coordinatrice di programma per l’Associazione delle Donne con Disabilità del Nepal. (S.B.)

Si può scaricare il testo integrale del Piano di Azione sulla Disabilità. Per ulteriori informazioni e approfondimenti sulla tematica trattata, accedere al sito del Piano di Azione sulla Disabilità (Ministero degli Esteri – Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo) e a quello della Cooperazione Italiana allo Sviluppo (settore dedicato alla disabilità).

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