La forza di Chiara, “capitana coraggiosa”

Ventiseienne veneta, Chiara Coltri ricopre il ruolo di capitano nella Nazionale femminile di basket in carrozzina, ma ha anche un brevetto di volo e pratica il tiro a segno, tutte attività sportive che concilia egregiamente con la carriera universitaria. Il suo motto di vita è: «Cogli tutte le buone occasioni che ti càpitano e fai solo ciò che ti fa stare bene!»

Chiara Coltri

Chiara Coltri, capitana della Nazionale di basket femminile

Per la famiglia Coltri, 26 anni fa, Chiara è stata un bel “regalo di Natale”! Infatti, l’eclettica campionessa di basket in carrozzina, che ricopre il ruolo di capitano nella Nazionale Italiana di questa disciplina, è nata proprio il 25 dicembre del 1987 in provincia di Verona.
Determinata e forte, Chiara è riuscita a eccellere in molte discipline sportive, ha un brevetto di volo ed è un’ottima tiratrice al poligono di tiro; tutte attività sportive che concilia egregiamente con la carriera universitaria presso la Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Padova, la città dove vive.

Il destino ne ha frenato in modo brusco la vita, quando ancora era adolescente e lei stessa ci racconta: «Ho avuto un incidente stradale all’età di 15 anni. Ero in macchina con amici e siamo usciti di strada. In seguito a quell’evento ho perso l’uso delle gambe».
Poi ci racconta subito del suo rapporto con lo sport: «Premetto che non sono mai stata una grande sportiva. Ho iniziato a giocare a basket in carrozzina con la formazione del CUS Padova, la squadra universitaria, nel 2007 appunto, quando mi sono iscritta alla Facoltà di Scienze Politiche. Mi è piaciuto sin da subito. I compagni di squadra erano tutti giovani e universitari come me. Da quel momento non ho più smesso. Il basket è diventato parte fondamentale della mia vita e ora non potrei più farne a meno. Se oggi, poi, la pallacanestro è l’unico sport di squadra che pratico, mi dedico però anche ad altre attività ricreative. Nel 2011, ad esempio, sono diventata pilota, prendendo il brevetto di volo per aerei ultraleggeri. E qualche volta vado al poligono a sparare, essendo in possesso del porto d’armi per il tiro a segno sportivo».

Chiara Coltri ha sempre giocato nel CUS Padova e non ha mai cambiato squadra. Il variegato mondo del basket in carrozzina femminile è tutto da scoprire, come ci spiega questa “capitana coraggiosa”: «In Italia non ci sono abbastanza ragazze per fare un campionato femminile e quindi le squadre sono miste e le donne giocano insieme ai maschi. La Nazionale femminile è nata qualche anno prima che io iniziassi a giocare e ne fanno parte ragazze provenienti da tutta Italia».
Il ruolo di capitano è arrivato nel 2011, un’investitura impegnativa e importante perché chi lo ricopre, oltre a saper tenere coeso un gruppo di ragazze, dev’essere in grado di guidare la Nazionale nelle competizioni internazionali. Le Azzurre, infatti, hanno partecipato, qualche mese fa, agli Europei di Francoforte, in Germania, dove si sono scontrate, girone dopo girone, con le Nazionali della Spagna, dell’Olanda, dell’Inghilterra, della Germania, della Turchia e di Israele.

Ma affrontare una partita non è mai come sfidare le avversità della vita. In campo, infatti, di solito – o almeno così dovrebbe essere sempre – c’è lealtà e rispetto delle regole e delle persone. Lo stesso rispetto che non si trova invece nella vita di tutti i giorni e soprattutto per quel che riguarda il rapporto che molte persone hanno (o meglio, non hanno) con la disabilità.
Chiara racconta infatti che le è capitato di sentirsi dire dalla gente che incontra per strada: «Vedrai che pian pianino con la ginnastica torni a camminare!», un bell’esempio di ignoranza e di mancanza di rispetto verso chi ha subìto una lesione invalidante.
Da atleta con una limitazione fisica, Chiara sente quindi la necessità di far passare un messaggio preciso a quanti si trovano nella sua stessa condizione: «Dico sempre che non bisogna mai abbattersi, che si deve reagire e che si può vivere benissimo, anche se da seduti, una vita dignitosa e bellissima. Poi, per esperienza personale, posso dire che a me lo sport ha aiutato tantissimo a trovare equilibrio e serenità». E conclude: «Quello che mi dico sempre è semplicemente: “Cogli tutte le buone occasioni che ti càpitano e fai solo ciò che ti fa stare bene!”».

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