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Il valore dello sport e di un… “portiere elettronico”

El.Go. - Electronic Goalkeeper

L’innovtivo ausilio “El.Go. – Electronic Goalkeeper”, che consente anche alle persone con disabilità motoria di partecipare attivamente al gioco del calcio

È promosso dalla Delegazione Zonale APICI (Associazioni Provinciali Invalidi Civili e Cittadini Anziani)-Servizio Punto Handy di Altopascio (Lucca), in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Elettronica, Informatica e Telecomunicazioni dell’Università di Pisa, il convegno in programma per sabato 28 giugno presso il Centro Sportivo San Michele (ore 9.30) di Corsagna di Borgo a Mozzano (Lucca), dal titolo Il valore dello sport nella disabilità.
In tale occasione verrà anche presentata la realizzazione del progetto denominato El.Go – Electronic Goalkeeper, basato su un vero e proprio “portiere elettronico”, che consente di giocare attivamente al calcio anche alle persone con disabilità motoria, iniziativa promossa dal citato Dipartimento dell’Università di Pisa e dal Servizio Punto Handy (se ne legga anche la specifica scheda in calce).

«Ho accettato di buon grado – spiega Francesca Pieretti, presidente della Delegazione Zonale APICI (Associazioni Provinciali Invalidi Civili e Cittadini Anziani)-Servizio Punto Handy di Altopascio (Lucca) e responsabile dello Sportello InformHabile – la richiesta pervenutaci di collaborare con l’Università di Pisa, e in particolare con il professor Luca Fanucci, allo scopo di realizzare questo progetto, mirato alla progettazione di un sistema di ausilio al gioco del calcio, in grado di permettere a persone con disabilità motorie di partecipare all’attività calcistica a scopo ludico-ricreativo. Tale ausilio è rivolto a utenti che per motivi fisiologici non siano in grado di partecipare in prima persona, muovendosi sul campo, ma che possano comprendere le azioni che si svolgono all’interno del gioco, i ruoli ricoperti dai giocatori e decidere le azioni di gioco da eseguire, oltreché a coloro che possiedono anche solo limitate abilità di movimento degli arti superiori, utilizzabili per controllare semplici interfacce utente, costituite da joystick».
«Sin dall’inizio – aggiunge Pieretti – la nostra motivazione ha fatto riferimento agli importanti aspetti innovativi del progetto, in quanto siamo convinti che il gioco del calcio richieda l’utilizzo di diverse abilità fisiche – forza, reattività, velocità, coordinazione e resistenza -, caratteristiche in parte innate, in parte acquisibili e migliorabili con l’esperienza e l’esercizio».

Francesca Pieretti allarga poi il panorama ai valori dello sport “integrato” più in generale. «Attraverso lo Sportello InformHabile – afferma – la nostra Associazione assume un ruolo importante sul territorio, in quanto il nostro impegno è quello di garantire non solo un punto di riferimento per le persone con disabilità che vogliano avvicinarsi allo sport, ma anche di promuovere e realizzare progetti innovativi sullo “sport integrato”, definizione, quest’ultima, utilizzata per le attività rivolte indifferentemente alle persone e non alle patologie, perché sia facilmente riconoscibile il concetto che “l’integrazione è per tutti”. In questo modo, infatti, si tende a una pratica sportiva da fare insieme, per raggiungere l’obiettivo di creare un gruppo nel quale si possa sviluppare la cultura dell’integrazione e della solidarietà, l’accettazione e la valorizzazione della diversità. L’attività sportiva così interpretata risponde inoltre alle esigenze di crescita psicologica e fisiologica delle persone, rispettando e promuovendo la creatività e il bisogno di socializzazione».

«Oggi – sottolinea ancora Pieretti – è necessario ritrovare una diversa cultura del movimento dello sport che sia inclusiva rispetto alle diverse caratteristiche e modalità di funzionamento di tutte le persone: disabili, anziani, uomini e donne non più giovani, bambini… Ripensare infatti l’attività sportiva in questa prospettiva, significa recuperarne e potenziarne le finalità di tipo formativo ed educativo, facendone emergere gli aspetti sociali e culturali. Praticare un’attività sportiva, dunque, dev’essere un diritto di tutti i cittadini, a prescindere dall’età, dalle categorie sociali di appartenenza e dalle condizioni di disabilità e in quanto diritto, lo sport dev’essere accessibile a tutti, nel rispetto degli obiettivi e delle capacità di ciascuno e nella diversità delle attività agonistiche o amatoriali, individuali o di squadra. Lo sport per tutti, infatti, costituisce un fenomeno socialmente rilevante, in quanto si fonda su valori sociali, educativi e culturali, diventando fondamentale nei processi di crescita degli individui e della collettività».

«Di questi tempi – conclude pertanto la Presidente della Delegazione ZonaleAPICI-Punto Handy – lo sport dev’essere considerato come un qualcosa che va oltre la semplice prestazione atletica o il raggiungimento di una vittoria. Perciò è importante trasmettere alla società i valori di una sportività che non guardi solo al primato, alla prestazione assoluta, ma che interpreti un nuovo diritto di cittadinanza. E in una società evoluta, lo sport sociale, o appunto sport per tutti, è un bene primario perché interessa la salute, la qualità della vita, l’educazione e la socialità. È lo sport di cittadinanza, quello per cui la nostra Associazione cerca di mettere al centro dell’attività sportiva non la prestazione, ma la persona».

Dopo i saluti di Bartolomeo Dinucci, presidente della Confraternita Misericordia di Corsagna, Lucia Giusti, presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica San Michele, Patrizio Andreuccetti, sindaco di Borgo a Mozzano, Stefano Baccelli, presidente della Provincia di Lucca e Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, moderati da Luca Fanucci dell’Università di Pisa, interverranno al convegno di Corsagna Sara Morganti, delegata di Lucca per il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), la citata Francesca Pieretti, Silvia Malquori, presidente dell’Associazione I Raggi di Belen, Alessandro Galeffi, operatore Joelette e guida GAE (Guida Ambientale Escursionista), insieme a Paolo, Tommaso e altri loro amici, ovvero coloro che hanno collaborato alla realizzazione del citato dispositivo El.Go., il “portiere elettronico” che «abbatte le barriere nel gioco del calcio» e che, come detto inizialmente, verrà presentato in contemporanea al convegno. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: puntohandy@gmail.com.

El.Go – Electronic Goalkeeper, il “portiere elettronico”
Grazie a El.Go., l’Electronic Goalkeeper sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Elettronica, Informatica e Telecomunicazioni dell’Università di Pisa, i giovani con disabilità motoria possono indossare la maglia n. 1 e giocare a calcio con i loro compagni.
L’idea del dispositivo, già sperimentato in alcune classi del Liceo Scientifico Salutati di Montecatini Terme (Pistoia), è venuta a Luca Fanucci, docente di Ingegneria Elettronica all’Ateneo pisano, che da anni si occupa anche di ausili tecnologici per persone con disabilità. «El.Go. – spiega egli stesso – è un emulatore di portiere da calcetto, controllabile da remoto mediante un’interfaccia adatta a persone con disabilità motoria. A differenza di altri dispositivi analoghi, il portiere elettronico è stato concepito per permettere una partecipazione attiva al gioco alla persona con disabilità motoria, la quale normalmente non è in grado di prendere parte all’attività ricreativa all’aria aperta per motivi fisici e normalmente si limita a praticare virtualmente il calcio, utilizzando magari una console per videogame».
In sostanza El.Go. è costituito da una sagoma di forma umana e da un robusto sistema elettromeccanico che permette ad essa di scorrere lungo la linea di porta con una rapidità paragonabile all’azione del portiere umano. L’intero sistema è alimentato a batteria ed è gestito da un circuito elettronico che la persona con disabilità può comandare utilizzando una grande varietà di interfacce utente, come ad esempio pulsanti o joystick. Le dimensioni di El.Go. corrispondono all’ingombro di una porta da calcetto, circa tre metri di larghezza, due di altezza e uno di profondità. Il sistema è progettato per il funzionamento sia all’interno che all’esterno, sia su cemento che su erba o terra battuta.
Il dispositivo, inoltre, prevede diverse modalità di gioco, adatte a persone con differente grado di disabilità motoria. In questo modo ciascuno può godere di una tipologia di gioco personalizzata, che ne sfrutti al massimo le potenzialità. Il circuito di interfaccia con l’utente è completamente senza fili e alimentato a batteria, per consentire al giocatore la completa libertà di posizionamento all’interno del campo. L’intero sistema, infine, è dotato di una serie di sensori che gestiscono il gioco in sicurezza, al fine di impedire eventuali collisioni di giocatori in attacco con gli elementi meccanici in movimento.
El.Go. è stato realizzato con la collaborazione di Paolo (18 anni) e Tommaso (16 anni), due ragazzi con disabilità motoria, e dei loro amici. In particolare, entrambi hanno potuto utilizzarlo durante le ore di Scienze Motorie e Sportive del loro Liceo Scientifico Salutati di Montecatini e con il coinvolgimento dei loro compagni di classe. «Come spesso accade nel settore degli ausili tecnologici per persone con disabilità – conclude Fanucci – El.Go. è un classico esempio di collaborazione multidisciplinare che ha coinvolto ingegneri elettronici, informatici e meccanici. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi e tutti gli studenti che hanno contribuito a questo progetto, con un pensiero particolare all’ingegner Mauro Turturici, che non solo lo ha iniziato con la sua tesi di laurea, ma l’ha accompagnato fino ad oggi, con grande professionalità e senso di responsabilità». (Francesca Ferretti)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: f.ferretti@adm.unipi.it.

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