La cultura (accessibile e non) continua a non vincere

E in particolare, ancora una volta, a non vincere sembra proprio essere la cultura accessibile, visto che un emendamento al Piano Straordinario della Mobilità Turistica, ove si prevedevano tra l’altro 50 centesimi in più per il biglietto d’ingresso ai luoghi di cultura, risorse utili a creare un fondo per rimuovere le barriere di questi ultimi, è stato ritirato dalla Commissione Cultura della Camera, per mancanza di coperture

Massimo Bray

Massimo Bray, già ministro dei Beni Culturali, aveva presentato l’emendamento sulle barriere nei luoghi culturali, poi ritirato dalla Commissione Bilancio della Camera

Per un caffè al bar solitamente ci vogliono dai 70 centesimi a un euro o poco più. Con 50 centesimi, invece, non ci viene proprio in mente nulla che si possa comprare, forse cinque caramelle gommose. Spiccioli, possiamo dire, mezzo caffè, che però avrebbe potuto aiutare a migliorare, a facilitare, la vita di molte persone. 50 centesimi in più sul costo dei biglietti di un museo, di uno scavo, per diminuire e abbattere, grazie a questi incassi, le barriere presenti nei nostri luoghi culturali.
Andava infatti in questo senso una proposta del deputato Massimo Bray, già ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attuata tramite un emendamento presentato in Commissione Cultura della Camera.

L’iniziativa aveva avuto sostanzialmente origine da un incontro di Bray, all’inizio di giugno, con i componenti della Cooperativa Sociale Ability 2004 di Caserta, che avevano trovato nell’ex Ministro un attento interlocutore, disponibile – com’è poi effettivamente accaduto – a presentare, nell’àmbito del Piano Straordinario della Mobilità Turistica, il citato emendamento, per dare impulso all’abbattimento delle barriere architettoniche nei centri culturali (se ne legga in calce il testo integrale).
Ebbene, questa mattina, 9 luglio, la V Commissione della Camera (Bilancio) ha ritirato tale emendamento, per mancanza di coperture, al che vien da chiedersi come si possa parlare di «cultura motore trainante dell’economia italiana», quando non si rende possibile l’accesso ai nostri luoghi di cultura e come si possa parlare di turismo e di cultura digitale, quando letteralmente “manca l’ABC”!
Lo stesso presidente del Consiglio Renzi, in questi giorni, ha affrontato la questione dei musei e delle tecnologie, inserendola in un piano di sviluppo nazionale, perché è sempre necessario ricordare che quando si parla di “barriere” non si deve mai intendere solamente il gradino che rende difficile, o impossibile, l’accesso a un museo, ma si deve sempre parlare in generale di “cultura senza barriere”, di musei che “si possono toccare”, di luoghi d’arte fruibili anche dalle persone con disabilità visiva, tramite cartelloni speciali, pavimentazione rialzata, pannelli tattili e cosi via, tutti elementi per i quali la tecnologia potrebbe giocare un ruolo fondamentale. E tuttavia, come sempre, un conto è parlarne, un conto è agire in questa direzione.
E in quale modo si pensa di arrivare a ottenere risultati concreti? Bocciando alla Camera un emendamento che prevede, tra le altre cose, un incremento di soli 50 centesimi del biglietto d’ingresso ai luoghi di cultura?
È bellissimo l’hashtag usato da Massimo Bray, quando twitta o posta link su Facebook (#laCulturaCheVince); nei fatti, però, la cultura, purtroppo, continua a non vincere. (Federhand/FISH Campania)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: federhand.fishcampania@gmail.com.

Qui di seguito il testo dell’emendamento proposto da Massimo Bray, di cui si parla nella presente nota, ritirato in Commissione Bilancio della Camera, per mancanza di coperture:
«Al fine di assicurare la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di visitare i luoghi e gli istituti della cultura, fruendone degli spazi e delle attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo provvede alla rimozione delle barriere architettoniche così come definite dall’articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1996 n. 503.
2. Per le finalità di cui al comma precedente, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è istituito un apposito “Fondo per la rimozione delle barriere architettoniche” pari ad euro 2 milioni per l’anno 2014 e 4 milioni ciascuno per gli anni 2015 e 2016. Alla copertura del Fondo si provvede, per 1,5 milioni di euro per l’anno 2014 e per 3 milioni di euro ciascuno per gli anni 2015 e 2016 mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle finanze per l’anno 2014, allo scopo utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo ministero. Il Ministro dell’Economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio; per 500 mila euro per l’anno 2014 e per 1 milione di euro ciascuno per gli anni 2015 e 2016 mediante incremento del prezzo del biglietto di ingresso nei luoghi e negli istituti di cultura per un valore pari a 0,50 centesimi».

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