La Sanità Digitale dovrà essere realmente utile ai cittadini

E invece, oltre a denunciare un ritardo sulla tabella di marcia prevista dal Patto per la Salute, in merito alla definizione dell’accordo tra Governo e Regioni sul “Patto per la Sanità Digitale”, il Tribunale dei Diritti del Malato di Cittadinanzattiva guarda con preoccupazione al rischio che anche questo percorso possa tagliare fuori chi abbia scarse disponibilità economiche, oltre ad escludere dalle decisioni le organizzazioni di cittadini e pazienti

Realizzazione grafica che rappresenta la sanità digitale«Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per le proposte sul finanziamento della digitalizzazione in sanità contenute nel “Documento Programmatico” prodotto sulla questione, poiché ancora una volta si pensa di mettere mano nelle tasche dei cittadini come finanziatori diretti, attraverso la previsione di “quote a carico dei cittadini per la fruizione di specifici servizi di e-health [“sanità digitale”, N.d.R.] a valore aggiunto […] su adesione volontaria a servizi premium [servizi a valore aggiunto o a sovrapprezzo, N.d.R.]».
Lo ha dichiarato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, in occasione del convegno intitolato Patto per la Sanità Digitale – promosso presso il Senato della Repubblica dall’Istituto Superiore di Studi Sanitari Giuseppe Cannarella, da e-Sanit@ e da Panorama della Sanità -, dove ha per altro ricordato anche come «l’innovazione digitale sia certamente necessaria per dare slancio al nostro Servizio Sanitario Nazionale, per ridurre i disagi per i cittadini legati alla frammentazione attuale, per rendere efficienti e semplificare le procedure amministrative». «E tuttavia – sottolinea – siamo già in ritardo di oltre un mese sulla tabella di marcia prevista dal Patto per la Salute* in merito alla definizione dell’accordo tra Governo e Regioni sul “Patto per la Sanità Digitale” e il pericolo dei tagli al Fondo Sanitario Nazionale rende tutto più complicato. Per produrre infatti un risparmio stimato di 7 miliardi, sarebbe necessario investirne 3,5-4, di miliardi!».

Tornando poi alla denuncia iniziale, secondo Aceti «non si può parlare di servizi premium, se prima non viene definito lo standard garantito a tutti dal Servizio Sanitario Nazionale. In caso contrario potremmo ritrovarci con una sanità digitale per pochi, coloro che potranno permetterselo, tagliando fuori chi ha poca disponibilità economica e che si trova già alle prese con ticket e con costi privati in sanità in costante aumento. Inoltre, ancora una volta le organizzazioni di cittadini e di pazienti non vengono considerate tra i principali portatori di interesse sul tema, essendo escluse dal Comitato di Coordinamento del Patto per la Sanità Digitale».
A tal proposito, e allo scopo di garantire una digitalizzazione in sanità realmente utile per i cittadini, il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva presenterà il prossimo 4 novembre una Raccomandazione civica sull’informatizzazione in sanità con focus sulla telemedicina, frutto di un lavoro congiunto di cittadini ed esperti del settore. (S.B.)

*Il Patto per la Salute – del quale in questi mesi è stato definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@cittadinanzattiva.it.

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