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Anche la scienza va a sostenere il progetto individuale

Logo del progetto ANFFAS di cui si parla nella presente nota

Il logo del progetto presentato in questi giorni dall’ANFFAS

Una platea gremita di partecipanti ha accolto con entusiasmo il progetto denominato Strumenti verso l’inclusione sociale: matrici ecologiche e progetto individuale di vita per adulti con disabilità intellettive e dello sviluppo, recente iniziativa dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (se ne legga già nel nostro giornale), presentata il 22 settembre a Roma, durante un convegno che ha visto anche gli interventi di Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore e di Luigi Pati, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia.

L’importanza e la portata innovativa dell’iniziativa è stata sottolineata in apertura dei lavori da Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS, che ha definito il progetto come «il frutto di anni di lavoro da parte della nostra Associazione, nella direzione dell’affermazione e della concretizzazione per le persone con disabilità del diritto alla predisposizione di un progetto individuale e personalizzato, come previsto, da ormai ben quattordici anni, dalla Legge 328/00».
Un nuovo importante passo in avanti, quindi, necessario per cercare di soddisfare l’esigenza – fattasi sempre più forte nel corso degli anni – di vedere tutelato e garantito il diritto alla realizzazione del progetto individuale per le persone con disabilità, arrivando in questo modo a una reale inclusione sociale e a una migliore qualità di vita, tutto ciò anche attraverso un mezzo operativo concreto e adeguato allo scopo, come la “matrice cologica”, nuovo strumento innovativo di individuazione (screening) dei bisogni della persona.
Saranno infatti proprio le matrici ecologiche – così come spiegato durante l’incontro da Luigi Croce, supervisore/coordinatore scientifico del progetto e da Tiziana Pozzi, componente del Gruppo Tecnico/Scientifico di Coordinamento del progetto stesso – ad essere adattate alle esigenze delle persone con disabilità intellettive e/o evolutive in età adulta, per sperimentare il loro utilizzo all’interno della rete dei servizi delle strutture ANFFAS, anche attraverso l’individuazione e la formazione del case manager, figura nuova che accompagnerà e monitorerà tutto lo sviluppo del progetto.
Tale sperimentazione, che si svolgerà attraverso la cosiddetta “modalità test-retest”, consentirà appunto di avviare percorsi innovativi di valutazione e progettazione e di misurare l’efficacia dell’utilizzo di tali strumenti e del citato case manager.

Nel corso dell’iniziativa – che si concluderà nel mese di giugno del 2015 e che vedrà la partecipazione di circa quindici strutture ANFFAS, di mille persone con disabilità intellettiva e/o relazionale (e loro familiari e operatori), e di quindici case manager – si avrà la possibilità di testare uno strumento che fotografa il funzionamento, le necessità di sostegno, gli esiti degli interventi e dei sostegni forniti alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, indicando quali siano gli àmbiti di intervento e se gli stessi – nel tempo – si possono rivelare più o meno efficaci.
Uno strumento, quindi, che consentirà di costruire un progetto individuale in linea con i più avanzati paradigmi scientifici e culturali e con il pensiero ANFFAS, e che, soprattutto – ciò che è molto importante – permetterà di raccogliere e analizzare dati utili a orientare i decisori politici e istituzionali, per il miglioramento delle politiche di welfare e di sviluppo, poiché con i risultati che si otterranno, verranno elaborate una serie di raccomandazioni, coinvolgendo i principali portatori d’interesse (stakeholders), anche per la pianificazione di attività e interventi mirati sul tema.

«Si tratta – sottolinea ancora Speziale – di un passo che riteniamo importante e necessario, dato che ancora oggi, purtroppo, il diritto ad avere un progetto individuale – che permette di creare percorsi personalizzati, con interventi volti all’inclusione coordinati in maniera mirata e conseguentemente di rispondere in maniera adeguata alle particolari e individuali esigenze della persona beneficiaria – non viene rispettato, ciò che ostacola il raggiungimento di una reale inclusione scolastica, sociale e familiare. In tal modo, pertanto, amplieremo ulteriormente il nostro raggio d’azione per la tutela dell’articolo 14 della Legge 328/00, incrementando anche a livello scientifico quanto già fatto negli anni scorsi, con la campagna denominata Buon Compleanno 328!, proprio grazie all’utilizzo e alla sperimentazione delle matrici ecologiche e allo sviluppo della figura del case manager». (R.S. e S.B.)

Tutti gli approfondimenti sul progetto dell’ANFFAS di cui si parla nella presente nota, sono disponibili in una specifica sezione presente nel sito di tale Associazione. Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.

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