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Trasporti di Roma: s’ha da fare quella Delibera?

Persona in carrozzina sal su un pulmino a Roma«Continua l’inerzia da parte della Giunta Capitolina per quanto riguarda l’adozione della Delibera sul trasporto per le persone con disabilità, continuano le enormi difficoltà per i cittadini della Capitale che devono recarsi al lavoro, che studiano o che devono sottoporsi a cure terapiche, a causa di disguidi e continui rinvii da parte dell’Amministrazione romana, che séguita a vanificare il puntuale lavoro da noi svolto, insieme alle altre organizzazioni riunite nell’Osservatorio sull’andamento della sperimentazione del Servizio di trasporto per la mobilità delle persone con disabilità motoria grave o cecità totale e persone ipovedenti nel territorio di Roma Capitale».
Questo è quanto denuncia in una nota la FISH Lazio, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap da tempo impegnata sul fronte dei trasporti romani per le persone con disabilità, che nel giugno scorso aveva anche promosso sulla questione una manifestazione di protesta, sotto la scalinata del Campidoglio.
Già prima dell’estate, infatti, il citato Osservatorio aveva terminato il proprio lavoro di denuncia delle gravi problematiche del servizio, che causano enormi disagi al bisogno di mobilità delle persone che ne usufruiscono, non consentendo oltretutto l’accesso a coloro che sono inseriti in una lista d’attesa bloccata ormai da un anno e mezzo.

Particolarmente amara, ma niente affatto rassegnata è la conclusione di Dino Barlaam, presidente della FISH Lazio, che dichiara: «“Questa delibera non s’ha da fare né domani, né mai”, direbbe Don Abbondio, invece siamo nella realtà quotidiana di Roma Capitale, dove, in barba ad ogni promessa di lotta agli sprechi, la Delibera di riordino del servizio di trasporto a chiamata in favore delle persone con disabilità, nonostante i disservizi e i dubbi espressi e documentati in sede di Osservatorio comunale, non riesce ad arrivare all’esame della Giunta. A questo punto sono stati ampiamente superati i limiti della ragionevolezza, sia rispetto ai disguidi che alle carenze strutturali, a cui si aggiungono gli sprechi per la singolare modalità di affidamento e pagamento del servizio. Crediamo pertanto che sia giunto ormai il momento di prendere in considerazione la via giudiziaria, sia per quanto concerne la tutela del diritto dei beneficiari, sia pensando a una verifica presso la Corte dei Conti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa.lazio@fishonlus.it.

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