Chi controlla l’accessibilità a Brescia?

Come in tante altre città del nostro Paese, purtroppo, sembra che a Brescia si stia facendo assai poco per creare un ambiente realmente accessibile a tutti. E quando per andare in bagno nell’unico albergo a cinque stelle della città, una persona in carrozzina deve uscire e recarsi in un bar vicino, si può parlare certamente di “goccia che fa traboccare il vaso”, pensando anche che ciò avviene in occasione di un incontro centrato sulla disabilità…

Particolare di una persona in carrozzina davanti a delle scaleÈ stata la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, per Maddalena Botta, persona con disabilità motoria in carrozzina e firma talora presente anche sulle pagine del nostro giornale, la recente esperienza vissuta a Brescia, nell’unico albergo a cinque stelle della città lombarda (l’Hotel Vittoria), ritenuto da tempo un vero e proprio simbolo di eccellenza e comfort, ma purtroppo niente affatto attrezzato per ospitare le persone in carrozzina, come la stessa Botta ha avuto modo di constatare “sulla propria pelle”, in occasione, oltretutto, di un incontro centrato proprio sulla disabilità, nell’àmbito di una manifestazione nata con l’intento di «scoprire le eccellenze che possono rilanciare l’Italia».

Partiamo dunque dall’albergo, dove una decina di giorni fa era in programma la presentazione di Dopo di te, ultimo libro della nota danzatrice senza braccia Simona Atzori. «Per quanto la sala dove si teneva la presentazione del libro fosse agevolmente raggiungibile con un ascensore – racconta Maddalena Botta – non vi era modo di avvicinarsi al bancone della reception, a causa dei due gradini e della portat rotante all’ingresso, e anche entrando di lato, vicino all’ascensore, si ripresentavano gli stessi due gradini».
Altro dettaglio non certo trascurabile, quello del bagno. «Una ragazza dello staff – ricorda ancora Maddalena – mi ha accompagnato molto cortesemente al piano interrato, tra depositi di lenzuola e scorte di cucina, una via labirintica nel “dietro le quinte” dell’hotel – o meglio “dietro le 5 stelle dell’ hotel”… – che a quanto pare era l’unico modo per accedere a un bagno senza gradini. Peccato, però, che si trattasse di un bagno standard, stretto, assolutamente impossibile da utilizzare per chi, come me, è in sedia a motore e necessita dell’aiuto di un’assistente. Ho dovuto quindi uscire e recarmi in una vicina caffetteria (Eva’s Coffee), che sapevo essere dotata di un bagno adatto alle mie esigenze». In sostanza, se si deve andare in bagno in un albergo a cinque stelle, bisogna farlo in un bar vicino!

A questo punto prendiamo atto di quanto dichiarato a Botta dal Direttore dell’albergo, sull’urgenza di rendere la struttura accessibile. Vogliamo credere che sarà così e torneremo a verificarlo. Ma all’inizio parlavamo di classica “goccia che fa traboccare il vaso”, in una città che purtroppo sembra stia facendo poco o nulla per diventare realmente accessibile a tutti.
Torniamo dunque a cedere la parola a Maddalena, che accusa: «Cosa fanno il Sindaco e la Giunta Comunale per rendere Brescia una città accessibile a tutti? E strutture come lo Sportello Informahandicap, l’Ufficio Eliminazione Barriere Architettoniche o la stessa Casa delle Associazioni? Personalmente sono davvero esausta ed è possibile che sia sempre solo io ad andare in giro per negozi o mostre, per accorgermi che ci sono strutture nuove inadeguate? E perché quelle vecchie non vengono ristrutturate, secondo un’ottica di accessibilità universale? Si fanno i necessari controlli? E se sì, come vengono fatti?».
I nostri Lettori, tra l’altro, hanno avuto spesso la possibilità di apprezzare i racconti di viaggio di Maddalena Botta, persona con disabilità che cerca il più possibile di conoscere altri Stati d’Europa, non mancando di confrontare certe realtà con quelle del nostro Paese. Non si fa dunque certo pregare a ricordare come recentemente, a Madrid, abbia potuto «entrare facilmente anche in palazzi d’epoca, con i dovuti accorgimenti, montascale, o personale disponibile. Persino Palazzo Reale è fruibile da persone in carrozzina».

Ultima, ma non ultima annotazione, quella sulla manifestazione nata con l’intento di «scoprire le eccellenze che possono rilanciare l’Italia», nel cui àmbito si è tenuta la presentazione del libro di Simona Atzori.
Si tratta di Panorama d’Italia, tour da Sud a Nord del Paese, lanciato in questi mesi dalla nota rivista «Panorama», per «andare a scoprire (o riscoprire) quell’intelligenza che circola per le nostre strade e piazze», come si legge nel sito dedicato. Un’“intelligenza” (e un progetto) che però a Brescia, come sottolinea Botta, sembra avere «ignorato le esigenze di un buon 15% dei cittadini, sottostimando, per altro, le proporzioni reali, se alle persone con disabilità motoria a causa di malattie o incidenti sommiamo situazioni legate a infortuni passeggeri o le esigenze delle persone anziane». Che aggiungere di più? (Stefano Borgato)

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