Dall’assistenza all’inclusione

Come colmare quella “frattura” creatasi in Lombardia (e non solo) tra la rete istituzionale dei servizi, destinata alle persone definite “gravi” e considerate bisognose fondamentalmente di assistenza e quell’insieme di iniziative finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa? A tale quesito tenteranno di rispondere gli autorevoli relatori di un seminario in programma per il 19 dicembre a Milano, ultimo appuntamento del percorso “ProgettaMi”

Chiara Saraceno

La nota sociologa Chiara Saraceno parteciperà all’incontro del 19 dicembre all’Università di Milano

Volge alla conclusione il ciclo di incontri programmati nell’àmbito di ProgettaMi, esperienza che ha visto collaborare attivamente alcune realtà del Terzo Settore, come la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la LEDHA Milano, la Fondazione Idea Vita e il Consorzio SIR (Solidarietà in Rete), con il Comune di Milano e la Fondazione Cariplo, allo scopo di favorire processi di vita indipendente e inclusione nella società da parte di persone con disabilità intellettiva, anche attraverso periodi di sperimentazione di vita autonoma, al di fuori della famiglia di origine.

L’ultimo seminario del ciclo, promosso in collaborazione con l’Università di Milano, è in programma per venerdì 19 dicembre e si intitolerà Come passare dalla sola assistenza all’inclusione? (Aula M101 dell’Università di Milano, Via Santa Sofia, 9/1, ore 9-13).
Introdotti da Giuseppe Arconzo dell’Università di Milano e moderati da Alberto Fontana, già presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Telethon, vi interverranno autorevoli relatori come Cristiano Gori del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e direttore di «Lombardia Sociale» e Chiara Saraceno, sociologa, Honorary Fellow al Collegio Carlo Alberto di Moncalieri-Torino, che metteranno appunto in luce le sfide e le difficoltà del “passaggio” dall’assistenza all’inclusione.

«Il sistema dei servizi sociosanitari e socioassistenziali della Regione Lombardia – spiegano i promotori dell’incontro – è impostato, remunerato e controllato in funzione della sua capacità di offrire prestazioni di carattere sanitario ed assistenziale. I “minuti di assistenza” rappresentano il metro fondamentale per determinare la natura e l’intensità del servizio offerto. Si è così creata una frattura tra la rete istituzionale dei servizi, destinata alle persone definite “gravi” e considerate bisognose fondamentalmente di assistenza, e quell’insieme di iniziative finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa. Come passare dunque dalla sola assistenza all’inclusione? Sarà questo il quesito fondamentale dell’incontro in programma per il 19 dicembre, durante il quale i relatori cercheranno di mettere in luce i modi con cui sia possibile ridurre la “frattura” tra assistenza e inclusione, una “frattura” che non ha nulla di “naturale” e che confligge con le prescrizioni che indicano le vita indipendente e l’inclusione nella società come diritto di tutte le persone con disabilità». (S.B.)

L’accesso all’incontro è libero e gratuito (con obbligo di iscrizione, inviando una mail a info@progettami.it). È previsto il servizio di sottotitolazione. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Giovanni Merlo (giovanni.merlo@ledha.it).

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