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La pericolosa deriva dei servizi sociosanitari nelle Marche

Gian Mario Spacca

Sono tante le organizzazioni delle Marche che chiedono anche al presidente della Regione Gian Mario Spacca (qui nella foto) di «uscire dal silenzio, sulla questione dei servizi sociosanitari»

«Sta finendo nel peggiore dei modi la vicenda riguardante diverse migliaia di utenti (disabili, salute mentale, demenze, anziani non autosufficienti) che fruiscono nelle Marche di servizi diurni e residenziali. Prima, infatti, la Regione, in accordo con gli enti gestori (molti dei quali, per altro, non gestiscono servizi che pagano il prezzo maggiore della riforma) ha sottostimato il costo (tariffe) di molti servizi e ridotto le quote a carico del servizio sanitario, aumentando quelle a carico di utenti e Comuni. Tutto questo nel silenzio dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), in rappresentanza dei Comuni, che figura tra i firmatari di tale accordo. Ora si cerca un accordo con l’ANCI stessa sul fondo regionale previsto a compensazione delle maggiori spese a carico di utenti e Comuni, un fondo, però, destinato solo ad alcuni servizi».
La denuncia arriva da una nota diffusa dalla Campagna “Trasparenza e diritti” e dal CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), organismi ai quali aderiscono decine e decine di organizzazioni delle Marche, impegnate in àmbito di servizi sociosanitari rivolti a persone con grave disabilità e con patologie croniche, a persone non autosufficienti, con demenza e a malati psichiatrici.
Nella fattispecie, la dura presa di posizione arriva dopo quasi due anni di una vera e propria “battaglia” nei confronti delle Istituzioni Regionali, innescata nel 2013 dalle due contestatissime Delibere di Giunta Regionale 1011/13 e 1195/13, accusate a suo tempo di mascherare, dietro alla logica delle economie di scala, da una parte il sostanziale ritorno all’istituzionalizzazione (grandi strutture con tante persone dai bisogni diversi), dall’altra l’aumento dei costi a carico degli utenti e dei loro familiari.

«E tuttavia – proseguono i rappresentanti di “Trasparenza e diritti” e del CAT Marche – l’accordo con l’ANCI non c’è e i Comuni che non si sono ribellati ai provvedimenti, i quali impongono loro maggiori oneri, chiedono ora di aumentare la compartecipazione a carico degli utenti, quand’anche il loro reddito sia pari a zero. Questa è ad esempio la situazione della quasi totalità delle persone con grave disabilità che a causa della loro condizione non hanno mai potuto lavorare. A pagarne le conseguenze saranno dunque gli utenti dei servizi e i loro familiari. Arrivati insomma alla strettoia finale, se non si vogliono ancor di più “strozzare” utenti e servizi, è tempo che su tutta questa vicenda in molti escano dal silenzio. Nessuno infatti può tirarsi fuori da una questione che non è tecnica, ma pesantemente politica».
In tal senso, una pronuncia sulla questione viene richiesta a tutti gli esponenti istituzionali coinvolti, a partire dal Presidente della Regione, «una pronuncia – viene puntualizzato dalle organizzazioni marchigiane – che riguardi anche l’ingiustificabile estromissione da ogni confronto delle rappresentanze degli utenti».

«Gli effetti pesantissimi sulle persone più fragili – conclude il comunicato – appariranno chiari nei prossimi mesi. Per prendere posizione oggi rispetto a quello che sta accadendo ai nostri servizi non è richiesto coraggio, ma solo un poco di dignità. Ed è evidente che di fronte ai silenzi di oggi appariranno stucchevoli gli inutili lamenti di domani». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteriacatmarche@gmail.com.

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