Sentiamoci meglio

Fornire alle scuole di Bologna e Provincia un’attrezzatura audio di qualità, idonea a migliorare l’apprendimento delle lingue e della musica, da parte delle persone audiolese, migliorandone al tempo stesso anche l’inclusione. E al tempo stesso , dotare quelle scuole di un supporto utile a tutti, alunni e docenti. Consiste sostanzialmente in questo il Progetto “Sentiamoci meglio”, promosso nel capoluogo emiliano dall’AGFA (Associazione Genitori con Figli Audiolesi)

11 maggio 2015: cerimonia di consegna delle casse acustiche alle scuole bolognesi, da parte dell'AGFA-FIADDA

Un’immagine della cerimonia di consegna delle casse acustiche alle scuole bolognesi, da parte dell’AGFA di Bologna, nell’àmbito del Progetto “Sentiamoci meglio”

Casse acustiche di alta qualità donate a una ventina di scuole di Bologna e Provincia con bimbi e ragazzi sordi tra i loro alunni: consiste sostanzialmente in questo il Progetto Sentiamoci meglio, promosso dall’AGFA di Bologna (Associazione Genitori con Figli Audiolesi), organizzazione che fa parte a livello nazionale della FIADDA (Famiglie Italiane per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), aderente a sua volta alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Il momento centrale dell’iniziativa si è avuto qualche giorno fa, presso l’Istituto Comprensivo 8 Scuole Guinizelli-Carracci di Bologna, insieme ai referenti delle varie scuole, alle famiglie e al Direttivo dell’AGFA.
La scelta di tale Istituto, per altro, non è stata casuale, in quanto proprio all’interno di esso, sin dall’inizio dell’anno scolastico, era stata fatta partire un’“iniziativa pilota”, per valutare l’efficacia del progetto. «E i risultati – come spiega Luisa Mazzeo, presidente dell’AGFA – sono stati davvero incoraggianti: l’aula interessata, infatti, è stata richiestissima, non solo per lezioni con ausilio di materiale audio o audiovisivo, ma anche dai professori stessi, per la preparazione dei contenuti del materiale didattico. Inoltre, i risultati delle verifiche d’ascolto delle lingue straniere sono notevolmente migliorati, così come l’attenzione degli alunni».
Alla stessa Luisa Mazzeo abbiamo chiesto qualche informazione in più.

Come nasce l’idea di Sentiamoci meglio?
«Da sempre la nostra Associazione si batte in favore dell’oralità e dell’integrazione delle persone audiolese nella società. Oggi, poi, grazie all’evoluzione tecnologica legata a impianti cocleari e protesi digitali, è più semplice, per un bambino che nasce sordo, diventare un adulto assolutamente integrato. Tutto ciò, però, passa innanzitutto attraverso una corretta acquisizione del linguaggio, parlato e scritto, che determina la vera autonomia, ossia la capacità di gestire tutte le relazioni quotidiane, un traguardo davvero enorme che si può raggiungere solo grazie a una sinergia tra educazione, scienza e famiglia. Infatti, senza una diagnosi precoce, un trattamento protesico adeguato, un programma di terapia logopedica individualizzato e una scuola sensibile e ben attrezzata, i bambini audiolesi arriverebbero all’età del completamento linguistico senza la piena padronanza del linguaggio. Pertanto, riteniamo sia determinante far loro trovare, soprattutto a scuola, condizioni audio favorevoli, nel momento in cui la qualità dell’apprendimento è più rilevante, perché, oltre all’italiano, possano imparare altre lingue, per le quali è impossibile la comprensione senza una buona capacità discriminatoria».

In che cosa consiste esattamente il progetto?
«Per tutto quanto detto e perché pensiamo che sia socialmente più giusto ed economicamente più vantaggioso investire nell’oralità per gli audiolesi, piuttosto che in un linguaggio dei segni, abbiamo pensato appunto a un progetto ambizioso come Sentiamoci meglio: fornire cioè alle scuole bolognesi attrezzatura audio di qualità, idonea a migliorare l’apprendimento delle lingue e della musica. Le ultime ricerche scientifiche indicano infatti che l’età migliore per intervenire con l’aiuto linguistico è prima dei 10 anni, meglio ancora se entro i 6. Prendendo poi in esame i risultati di una nostra ricerca condotta in collaborazione con l’Ufficio Scolastico di Bologna, vediamo che le classi che accolgono alunni audiolesi sul nostro territorio sono circa sessanta, solo fino al ciclo secondario di secondo grado. Si tratta di ragazzi dai 3 ai 17 anni circa. Abbiamo quindi contattato le scuole della città e della provincia, per comprenderne l’interesse, e la risposta è stata stupefacente. Le crescenti necessità, la serietà della proposta e la semplicità d’utilizzo hanno prodotto infatti un grandissimo ritorno, con venticinque domande già pervenute, solo per le scuole primarie e secondarie di primo grado».

Chi ha collaborato con voi alla realizzazione dell’iniziativa?
«Abbiamo potuto condurre in porto il progetto grazie alla collaborazione con la Società Albatros Media, un’azienda del territorio proprietaria del marchio Empire, che produce e distribuisce casse acustiche ad elevate prestazioni. Sensibilizzata al problema, essa si è resa disponibile alla fornitura di tutto il materiale necessario, a un prezzo estremamente agevolato». (S.B.)

L’AGFA di Bologna (Associazione Genitori con Figli Audiolesi)
Dell’AGFA di Bologna – Associazione di Volontariato che riunisce un gruppo di famiglie con il problema della sordità dei loro figli – fanno parte oggi, a tutti gli effetti, anche i ragazzi ormai diventati adulti.
Nata nel 1979 a Bologna e costituitasi ufficialmente agli inizi degli Anni Ottanta, la ONLUS fa parte a livello nazionale della FIADDA (Famiglie Italiane per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), collegata a una rete nazionale di esperti e professionisti e aderente a propria volta alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Ha poi promosso insieme ad altre Associazioni di Ravenna, Cesena e Rimini un Coordinamento FIADDA dell’Emilia Romagna, oltre ad essere in collegamento con altre organizzazioni che si occupano di disabilità a livello locale e di varie Consulte sulla Disabilità di Bologna e Provincia.

Cosa offre l’AGFA
– Ai figli sordi dei propri Soci

La difesa dei loro diritti perché si attui il miglior percorso possibile di crescita, riabilitazione e integrazione sociale in effettiva condizione di pari opportunità. Tale percorso si realizza tramite: lo screening neonatale; la diagnosi precoce e la corretta protesizzazione (con protesi digitali e/o impianto cocleare); la ri-educazione alla lingua parlata, che sola, secondo l’AGFA, può portare alla piena autonomia; l’inclusione sociale nella scuola e nella società; l’abbattimento delle barriere della comunicazione in ogni àmbito.
– Alle giovani famiglie che scoprono un figlio sordo
Il sostegno e l’aiuto concreto di chi ha vissuto il problema prima, per affrontare e superare le difficoltà iniziali e di crescita, sulla base di esperienze dirette di oltre trent’anni con bambini e ragazzi sordi.
– Alle Istituzioni che lavorano con le sordità
Il riscontro delle esperienze sul territorio regionale con Sanità, Scuola, Università e nelle varie relazioni sociali, come riferimento concreto per dimensionare e razionalizzare al meglio le risorse, i metodi e gli interventi pubblici più adatti alla concreta integrazione delle persone sorde. E anche proposte e appuntamenti formativi per l’aggiornamento degli operatori socio-sanitari e scolastici addetti ai bambini e ragazzi audiolesi.
– Alla Scuola e alla Società Civile
Divulgazione e informazioni sulle buone pratiche per l’inclusione, per incrementare le conoscenze, migliorare gli strumenti di comunicazione individuali e arricchire i rispettivi bagagli di esperienze umane e sociali.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: bologna@fiaddaemiliaromagna.org.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo