Riflessioni sul voto e sulle persone con disabilità

«Se le categorie dei “più deboli” si impegnassero tutte insieme a creare una forza compatta e coesa, sarebbero considerate sotto una luce diversa e diventerebbero una voce vigorosa per farsi sentire nella collettività e per chiedere il rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno»: lo scrive Gennaro Palmieri, presidente della UILDM di Trani, prendendo spunto dalla decisione di alcune persone con disabilità di un’altra città pugliese, che hanno pubblicamente comunicato di non voler votare alle prossime elezioni

Realizzazione grafica con tnti omini colorati che vanno a votareLeggendo l’editoriale di «Superando.it» del 21 maggio scorso, intitolato Cittadini che rinunciano a votare, non posso non condividere quanto deciso da quelle persone con disabilità di Gravina in Puglia (Bari) le quali, appoggiate da alcune associazioni, hanno deciso di astenersi dall’imminente competizione elettorale, non vedendosi rappresentati dalle forze politiche di quella città.
La rabbia porta facilmente a intraprendere decisioni drastiche come questa, e tuttavia, a mio parere, non andando a votare si dà adito a quella politica maldestra e incurante di continuare sulla medesima strada dell’indifferenza e della noncuranza verso le fasce “più deboli”.

Si parla in genere di sfiducia nella Politica e nelle Istituzioni per motivare il preoccupante astensionismo e sino a questo punto ci può stare tutto, però gradirei porre all’attenzione di Urbano Lazzari, presidente del CABA (Comitato Abolizione Barriere Architettoniche – Anche noi… liberi di muoverci”), citato nel suddetto editoriale, che la colpa non va attribuita solo alle Istituzioni, bensì anche a noi stessi, persone con disabilità, categoria un po’ “particolare”, come accade ad esempio a Trani, la mia città, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
Si tratta di una situazione che sto vivendo in prima persona, avendo deciso di scendere in campo alle prossime elezioni amministrative, come candidato al Consiglio Comunale, e posso affermare che l’appoggio e l’adesione da parte delle persone con disabilità, per chi, come me, è responsabile legale della locale Sezione UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), è molto modesto.

Io credo che se ci fosse ai tavoli di concertazione una persona che rappresentasse energicamente la categoria dei “più deboli”, sicuramente i problemi che affliggono nel quotidiano questa stessa categoria sarebbero certamente presi più in considerazione dalla classe politica.
E a conferma di quanto detto, vi è la stessa dichiarazione di Urbano Lazzari, il quale a suo tempo si era presentato in lista come candidato per l’elezione al Senato della Repubblica. Sicuramente la sua candidatura ha prodotto esito negativo e a questo punto viene spontaneo chiedersi: «Chi hanno appoggiato le persone con disabilità di Gravina in Puglia in quella tornata elettorale?». Certamente non il signor Lazzari, dal momento che, se ho ben capito, non è riuscito ad essere eletto. Eppure credo che anche nella sua città ci siano persone con disabilità che, se avessero fatto convogliare tutti i consensi personali, dei loro nuclei familiari e delle proprie amicizie, avrebbero certamente portato a qualcosa di concreto.

La mia riflessione, quindi, è che se le categorie dei “più deboli” si impegnassero tutte insieme a creare una forza compatta e coesa, sarebbero viste e considerate sotto una luce diversa, la luce dell’essere una voce vigorosa per farsi sentire nella collettività, per rivendicare appieno il proprio ruolo di cittadini, chiedendo il rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno, per dare alle famiglie ogni utile informazione sulle situazioni critiche in fatto di mobilità e accessibilità, per raccogliere e analizzare tutte le normative nazionali e regionali in materia di disabilità, per svolgere, infine, una funzione di stimolo, denunciando le illegalità. Così accessibile significherebbe aperto, disponibile, usufruibile e agibile per tutti.

Presidente della UILDM di Trani (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

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