La LEDHA ai Sindaci lombardi: pagare il giusto!

Assicurare ai cittadini con disabilità richieste di compartecipazione eque e ragionevoli alle spese sociali e sociosanitarie: lo ha chiesto la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), in una lettera inviata a tutti i Sindaci della Lombardia, nell’àmbito della campagna “Vogliamo pagare il giusto”, mirata, nello specifico, ai regolamenti che le Amministrazioni locali stanno elaborando, dopo l’entrata in vigore del “nuovo ISEE” (Indicatore della Situazione Economica Equivalente)

Lente di ingrandimento sopra a diverse banconote di euroAssicurare a tutti i cittadini con disabilità richieste di compartecipazione eque e ragionevoli alle spese sociali e sociosanitarie: è questo il senso sostanziale della lettera che la LEDHA – la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – ha spedito in questi giorni ai Sindaci dei 1.546 Comuni lombardi, nell’ambito della campagna denominata Vogliamo pagare il giusto, recentemente rilanciata, come avevamo riferito qualche settimana fa, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” di Milano.
Infatti, Con l’approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13 e dei successivi atti applicativi, è entrata ufficialmente in vigore la norma che regola l’utilizzo del “nuovo ISEE” (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e in queste settimane tutte le Amministrazioni Comunali sono impegnate a stendere i nuovi regolamenti.

«Non chiediamo gratuità – sottolinea a tal proposito Alberto Fontana, presidente della LEDHA -, chiediamo invece a tutti i Sindaci lombardi e agli Amministratori locali che le richieste di compartecipazione alla spesa siano ispirate a criteri di equità e ragionevolezza, nel pieno rispetto della Legge. Inoltre, chiediamo che le Associazioni delle persone con disabilità presenti sui territori vengano attivamente coinvolte nell’elaborazione e nella stesura dei nuovi regolamenti. Siamo del resto consapevoli delle difficoltà che comporta la stesura dei nuovi regolamenti ISEE, ma proprio per questo, come Federazione, ci mettiamo a disposizione dei Sindaci e degli Amministratori locali, per momenti di incontro e approfondimento».
Nel box qui di seguito presentiamo l’elenco delle varie caratteristiche che la LEDHA chiede ai Comuni lombardi di rispettare, nella stesura dei nuovi regolamenti ISEE. (S.B.)

I nuovi regolamenti ISEE dei Comuni lombardi, secondo la LEDHA:
° Richieste di partecipazione alla spesa ragionevoli
Le quote richieste dai Comuni per la partecipazione alla spesa sociale e sociosanitaria non devono ostacolare in alcun modo l’accesso al servizio.

° Regolamenti omogenei negli Ambiti Sociali
Da un punto di vista legale, ogni Comune può decidere in autonomia come regolamentare questa materia. L’estrema varietà dei criteri adottati dalle Amministrazioni Comunali in questi anni, però, ha creato disparità di trattamento inaccettabili tra cittadini con disabilità che risiedono nello stesso territorio e che spesso frequentano lo stesso servizio. Per questo motivo la LEDHA chiede che i regolamenti siano definiti in modo omogeneo, almeno a livello di Ambito Sociale.

° Applicazione dell’ISEE sociosanitario a tutta la filiera dei servizi per le persone con disabilità maggiorenni
Il DPCM 159/13 prevede che nel caso di beneficiario maggiorenne della prestazione sociosanitaria e in caso di assenza di coniuge e figli, il beneficiario stesso possa valutare di presentare il cosiddetto “ISEE ridotto”. Su questo àmbito, però, in Lombardia si pone il problema della definizione del campo di applicazione, un dubbio alimentato dalle recenti “Linee Guida” emanate dalla Regione.
La LEDHA ritiene che la regola dell’ISEE ridotto si debba applicare a tutti i servizi attualmente offerti dal sistema del welfare lombardo destinati alle persone con disabilità, sia quelli che la normativa regionale definisce come di carattere sociosanitario (CDD, CSS e RSD [rispettivamente Centri Diurni per Disabili, Comunità Socio Sanitarie per Persone con Disabilità e Residenze Sanitarie Assistenziali per Persone con Disabilità, N.d.R.]), sia quelli che la Regione Lombardia considera di carattere prettamente socio assistenziale, come l’Assistenza Domiciliare (SADH), i Centri Socio Educativi (CSE), i Centri per la Formazione all’Autonomia (SFA), nonché qualsiasi altra prestazione finalizzata a favorire l’inclusione sociale, come ad esempio i contributi per la Vita Indipendente o il sostegno a forme di residenzialità non accreditate (appartamenti protetti, microcomunità, residenze integrate…).

° Retta sociale omnicomprensiva di tutti costi, compresi quelli accessori
È prassi diffusa in molti Comuni e servizi del territorio lombardo quella di estrapolare dalla “retta sociale” alcune prestazioni, ad esempio il trasporto, la mensa o la lavanderia. La LEDHA chiede che – come previsto dall’articolo 1 del DPCM 159/13 – anche questi costi accessori rientrino nella retta omnicomprensiva di tutti i costi che l’ente gestore deve sostenere per garantire il servizio.

° Prevedere soglie ragionevoli di esenzione e di massima richiesta di contributo
Una richiesta di partecipazione alla spesa, per essere legittima, deve essere equa e non pregiudicare l’accesso al servizio. Nessun contributo può essere richiesto a chi vive al di sotto della soglia di povertà.

° Definizione della quota di contributo con il sistema della progressione lineare
Gran parte dei Comuni lombardi definiscono la quota di partecipazione alla spesa dei servizi attraverso l’individuazione di “fasce di ISEE” (i cosiddetti “scaglioni”). Si tratta di un sistema che non garantisce equità di trattamento, soprattutto per chi abbia un valore ISEE immediatamente superiore o inferiore alla soglia. Per la LEDHA, il sistema più efficace è quello della progressione lineare.

° Coinvolgimento delle Associazioni delle persone con disabilità nella stesura dei nuovi regolamenti
Non si tratta di un auspicio o di una semplice raccomandazione, ma di una prescrizione stringente. In tal senso la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (che è parte integrante della normativa italiana) è assolutamente prescrittiva: ogni atto o decisione che riguarda la vita delle persone con disabilità deve vedere il coinvolgimento attivo delle persone e delle organizzazioni maggiormente rappresentative. Senza questa partecipazione, l’atto che determinerà il nuovo regolamento sarebbe da considerare illegittimo, indipendentemente dal suo contenuto.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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