Dispositivi per stomizzati: la Regione Sardegna ci ripensi

«Le persone stomizzate – per lo più malati oncologici – devono scegliere liberamente i dispositivi più confacenti alla loro situazione sanitaria, sociale e psico-relazionale; la Regione Sardegna, invece, ha tolto la libera scelta alle 1.700 persone stomizzate dell’Isola e questo non è accettabile»: si può sintetizzare così la dura battaglia condotta dall’AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), che intende attivare «ogni forma di protesta per rivendicare quei diritti calpestati»

Donna bionda che intima lo stop con la mano destraGli stomizzati sardi proclamano lo stato di agitazione: parla da sé il titolo del comunicato diffuso da Francesco Diomede, segretario nazionale dell’AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), che auspica di essere ricevuto in audizione dalla Commissione Sanità della Regione Sardegna e dall’Assessore competente, oltre a chiedere che venga «posta in essere una modifica a quella Delibera di Giunta». «Diversamente – scrive Diomede – attiveremo ogni forma di protesta per rivendicare i diritti calpestati».

A spiegare la questione, che riguarda circa 1.700 persone stomizzate della Sardegna, la stragrande maggioranza delle quali composte da malati oncologici, è lo stesso Segretario dell’AISTOM, che ricorda innanzitutto come «i dispositivi medici per le persone stomizzate, regolamentati dal Decreto Ministeriale 332/99 (e successive modifiche) siano di competenza delle Regioni e delle ASL». «Quel Decreto – prosegue Diomede – ha il solo fine di regolamentare la materia e di consentire alle persone disabili di riabilitarsi e di avere una vita il più normale possibile. Esso salvaguarda infatti la quantità delle protesi ottenibili e la libera scelta del dispositivo medico più idoneo. La fornitura dei dispositivi stessi è gratuita e lo stomizzato è libero appunto di scegliersi i prodotti più confacenti alla propria epidermide, igiene, sicurezza sociale e psico-relazionale, il che significa che questa scelta non è un suo capriccio personale, ma serve per evitare gli arresti domiciliari!».

Nel febbraio di quest’anno, dunque, la Giunta della Regione Sardegna ha prodotto la Delibera n. 7/19 (Individuazione della ASL 2 di Olbia come capofila per l’indizione della procedura di gara, a valenza regionale, per la fornitura di dispositivi medici per stomia previsti dal Decreto Ministeriale n. 332/1999), sorta di “accordo-quadro” che è appunto il provvedimento duramente contestato dall’AISTOM, «in quanto esso – dichiara Diomede – non prevede la salvaguardia del principio costituzionale della “libera scelta”», cosicché, «per questo motivo, la Regione, unica in Italia, spenderà danaro in più, in giornate di malattia, ricoveri impropri, dermatiti, irritazioni, piaghe ecc.».
Premesso poi che «parlare della “centralizzazione degli acquisti” sui nostri dispositivi medici significa parlare del “sesso degli angeli”, poiché ogni persona ha un proprio PH epidermico, bisogna vedere se è obesa o meno, se suda, se è allergica a un determinato dispositivo, se ha un prolasso, un’ernia peristomale e così via», il Segretario dell’AISTOM sintetizza il “cuore del problema”, ricordando che «questo accade solo in Sardegna» e che dal prossimo mese di ottobre, come previsto da quell’accordo-quadro, «tutti gli stomizzati sardi dovranno “obbligatoriamente” usare le sacche e le placche dell’Azienda prima aggiudicataria, che ha vinto la gara al solo prezzo più basso (e parliamo, è bene ricordarlo, di centesimi di euro…). Se poi il paziente dovesse essere allergico a quel determinato prodotto, si passerà alla seconda azienda aggiudicataria, alla terza e così via».
«Non siamo animali – conclude Diomede, senza troppi giri di parole – e per gli stomizzati sardi inizierà in questo modo una vera e propria “via crucis”, indegna di un Paese civile».
Da tutto ciò, quindi, lo stato di agitazione proclamato dall’AISTOM, che conta appunto in una rapida modifica della contestata Delibera prodotta dalla Giunta Regionale della Sardegna. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: aistom@aistom.org.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo