Scuole lombarde: ancora ritardi e confusione

A più di dieci giorni dall’inizio dell’anno scolastico in Lombardia – denuncia la Federazione LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – sono ancora molti i bambini e ragazzi con disabilità che non riescono a frequentare regolarmente le lezioni, né è dato sapere quali siano esattamente le risorse economiche a disposizione, con il rischio che per i casi più gravi esse siano insufficienti a garantire la copertura delle ore di assistenza previste dal Piano Educativo Individualizzato

studio-29A più di dieci giorni dall’inizio dell’anno scolastico in Lombardia, sono ancora molti i bambini e ragazzi con disabilità che non riescono a frequentare regolarmente le lezioni. Infatti, pur essendosi attivate le diverse Province e la Città Metropolitana di Milano – anche se in alcuni casi con grave ritardo – la situazione sul territorio della regione resta “a macchia di leopardo”.
In particolare, sulla base di quanto emerso dai rilevamenti effettuati dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ci sono significativi ritardi nell’erogazione dei servizi di assistenza alla comunicazione, di assistenza ad personam e di trasporto.
La Città Metropolitana di Milano, ad esempio, ha delegato ai Comuni l’erogazione dei servizi, ma alcuni di essi non hanno ancora dato alle famiglie l’autorizzazione alle assunzioni per gli assistenti alla comunicazione, mentre altri hanno già dato il via libera ai genitori.
Più tranquilla, invece, sembra la situazione in Province come Bergamo, Como e Lodi, sebbene in alcuni casi il servizio sia stato garantito solo fino al prossimo mese di dicembre 2015.
«Appare chiaro – dichiara Alberto Fontana, presidente della LEDHA – che la situazione non è adeguata a rispondere ai diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado in Lombardia. Continueremo dunque a svolgere il nostro lavoro di monitoraggio e supporteremo quelle famiglie che dovessero decidere di presentare un ricorso per tutelare il diritto all’istruzione e alla non discriminazione per i propri figli».

Altre perplessità riguardano poi le risorse economiche a disposizione. Nell’àmbito infatti dell’intesa con l’Unione delle Province Lombarde, la Regione Lombardia si era impegnata a rendere disponibili 10 milioni di euro per l’anno 2015. Di questi, 3 milioni sono stati stanziati nei giorni scorsi dalla Direzione Generale Famiglia, mentre altri 7 milioni – secondo quanto illustrato dalla Regione – erano già stati messi a disposizione dalla Direzione Generale Istruzione. Rispetto dunque a quest’ultimo stanziamento, non è dato sapere quanti soldi siano già stati spesi e quanti, invece, siano ancora a disposizione per l’anno scolastico in corso.
Dal canto suo, la Città Metropolitana di Milano ha annunciato lo stanziamento di contributi forfettari per l’erogazione dei servizi, nella seguente misura: 3.500 euro per ogni studente del secondo ciclo con disabilità non sensoriale, 5.000 euro per alunni e studenti con disabilità sensoriale “pura”, 3.000 euro per alunni e studenti con disabilità associate. E tuttavia, il rischio è che per i casi più gravi queste risorse non bastino a garantire la copertura di ore previste dal PEI (Piano Educativo Individualizzato) che, è bene ricordarlo, rappresenta l’unico documento cui ci si deve attenere – per legge – per erogare le ore di assistenza. «Devono essere erogate tutte le ore di assistenza di cui ogni bambino e alunno con disabilità abbia bisogno – ricorda a tal proposito Armando De Salvatore, componente del Consiglio Direttivo della LEDHA – ed è importante che gli interventi siano qualificati».

Come la Federazione lombarda ha più volte sottolineato, l’inclusione scolastica per i bambini e i ragazzi con disabilità rappresenta un diritto fondamentale, sancito dalla legge. «Non possono esserci attenuanti legate a motivi economici e organizzativi per la mancata erogazione dei servizi di assistenza e trasporto – sottolinea infatti Laura Abet, avvocato del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” – e qualsiasi mancanza o ritardo nell’erogazione di questi servizi rappresenta una discriminazione, che come tale può essere sanzionata da un tribunale». (I.S.)

Per ulteriori informazioni o approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).

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