Liberi di ballare

Ragazzi in carrozzina, ragazzi con sindrome di Down e con patologie diverse, accomunati dall’amore per la danza e dal desiderio di esprimere le loro emozioni a ritmo di musica: sarà questo la Prima Rassegna di Danza Adattata intitolata “Liberi di ballare”, in programma per il 22 novembre a Torino, a cura della FIDS (Federazione Italiana Danza Sportiva), con il patrocinio del CIP (Comitato Italiano Paralimpico)

Locandina della Prima Rassegna di Danza Adattata, Torino, 22 novembre 2015«Questa prima rassegna di danza adattata – spiega Marilena Goria, tecnico nazionale e componente della Commissione Paralimpica della FIDS (Federazione Danza Sportiva) – permette di dare una visibilità a tutte quelle realtà italiane, istituzionali e no, che si occupano di danza per ragazzi/e con diverse disabilità».
Viene presentata così la bella manifestazione intitolata Liberi di ballare. Prima Rassegna di Danza Adattata per disabilità fisiche, visive e intellettive, in programma per domenica 22 novembre al Teatro Nuovo di Torino (Corso Massimo d’Azeglio, 17, ore 16), durante la quale, sottolinea ancora Goria, «vedremo ragazzi in carrozzina, ragazzi con sindrome di Down e con patologie diverse, accomunati dall’amore per la danza e dal desiderio di esprimere le loro emozioni a ritmo di musica. Persone che hanno superato l’handicap della propria disabilità grazie al lavoro in gruppo, alla musica e al movimento. Persone che, nello specifico, usano la carrozzina come mezzo e non come fine: mezzo di espressione».

All’evento – organizzato in collaborazione con FIDS Italia e FIDS Piemonte, e patrocinato dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e dal CONI Piemonte – interverranno Christian Zamblera, presidente della FIDS, Emanuele Actis Grosso, presidente della FIDS Piemonte, Silvia Bruno, presidente del CIP Piemonte e altre prestigioso personalità.
«L’incontro – conclude la rappresentante della FIDS – non ha uno scopo competitivo, ma servirà a far conoscere reciprocamente alcune realtà che, al di fuori dei Campionati Italiani, difficilmente riescono a confrontarsi. Conoscere il lavoro degli altri gruppi, infatti, è un modo per crescere e per aprire ancora di più alla collettività il lavoro meraviglioso e gratificante che si fa con questi ragazzi, nella speranza che tale attività possa allargarsi ancora di più». (S.B.)

Ringraziamo Chiara Gorzegno per la collaborazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria.piemonte@fids.it.

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