Ma qual è la vera condizione delle persone con disabilità?

«Oggi – scrivono dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alla vigilia della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – a condizioni idonee le persone con disabilità studiano, lavorano, praticano sport, vanno in vacanza, frequentano cinema, teatri, musei, ristoranti, hanno amici, formano famiglie. Ma sono proprio quelle “condizioni idonee” che troppo spesso mancano o sono compresse dalla carenza o assenza di risorse». E tanti dati lo confermano impietosamente…

Loghi di tutte le forme di disabilità, su sfondi colorati

«Com’è ben noto, il 3 dicembre si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, occasione propizia per favorire una diffusa consapevolezza delle condizioni di vita dei singoli e delle loro famiglie e a modificare gli atteggiamenti. Purtroppo, secoli di segregazione e di invisibilità hanno creato un’immagine luttuosa e deformata della disabilità, erigendo un muro di pregiudizi, anche inconsapevoli, difficili da abbattere nei sentimenti e nelle coscienze delle persone. E i pregiudizi determinano e giustificano comportamenti personali e scelte politiche e sociali discriminanti».
Lo si legge in una nota diffusa dalla FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, alla vigilia di quella che sin dal 1981 è stata la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, come stabilito dalle Nazioni Unite, divenendo poi, dal 1993, anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità.

«Oggi – proseguono dalla FISH – a condizioni idonee le persone con disabilità studiano, lavorano, praticano sport, vanno in vacanza, frequentano cinema, teatri, musei, ristoranti, hanno amici, formano famiglie… Ma sono proprio quelle “condizioni idonee” che troppo spesso mancano o sono compresse dalla carenza o assenza di investimenti e risorse». Un’affermazione, questa, suffragata da una serie di dati inequivocabili prodotti dalla Federazione. «Secondo una recente indagine ISTAT – si legge infatti nella nota – vivono in Italia oltre 3 milioni di persone con gravi disabilità delle quali solo un milione e 100.000 fruiscono di indennità di accompagnamento. Oltre 200.000 vivono ancora in istituto o in RSA [Residenze Sanitarie assistenziali, N.d.R.] e quindi in situazioni potenzialmente segreganti: a loro viene impedito di scegliere dove, come e con chi vivere. Molte altre persone sono segregate in casa, assieme alle loro famiglie a causa dell’assenza di supporti, di sostegni, di opportunità».
E ancora: «Notoriamente l’Italia spende poco per la disabilità: 430 euro pro capite (dati Eurostat), posizionandosi al di sotto della media europea (538) nella parte bassa della classifica. La spesa media annua dei Comuni per disabile è inferiore ai 3.000 euro all’anno, con una spesa giornaliera di 8 euro. Quanto mai profonde, inoltre, sono le disparità territoriali: 469 euro, ad esempio, in Calabria, 3.875 in Piemonte».

Altre cifre impietose: «Il 70% delle famiglie con persone con disabilità non fruisce di alcun servizio a domicilio. Meno di 7 disabili su 100 contano su forme di sostegno presso la propria abitazione. Ciò significa – viene sottolineato dalla FISH – che nella maggior parte dei casi le famiglie gestiscono da sole ciò che i servizi non offrono, rinunciando a molto, spesso anche al lavoro. E questo riguarda in particolare e ancora migliaia di donne a cui è ancora oggi delegato forzosamente quel lavoro di cura che non conta su alcun riconoscimento né formale né sostanziale. Senza dimenticare l’esclusione più forte che mai nel mondo del lavoro, ove meno di un disabile su cinque lavora, con tutto ciò che ne deriva in termini di realizzazione personale e di mancato guadagno. Non è dunque certamente un caso che la disabilità sia uno dei primi determinanti dell’impoverimento e della povertà. In altre parole, la condizione di disabilità sospinge verso la marginalità, erode giorno dopo giorno risorse alle famiglie e ai singoli».

«Abbiamo osservato evoluzioni e accelerazioni – commenta il presidente nazionale della FISH Vincenzo Falabella – essendone spesso i primi fautori, ma ora abbiamo una stringente necessità di avviare e consolidare compiute politiche inclusive delle persone con disabilità, per migliorarne l’effettiva condizione di vita: lavoro, sostegni alle persone e alle famiglie, “dopo di noi”, autonomia personale e vita indipendente, scuola, revisione dei criteri di valutazione della disabilità… Anche queste scelte politiche sono l’indicatore della civiltà di un Paese, che stiamo attendendo». (S.B.)

Rispetto ai vari dati prodotti nella presente nota, ricordiamo che nel proprio sito la FISH mette a disposizione alcune semplici infografiche, utili a comprendere una serie di fenomeni. Molti altri dati, inoltre, sono disponibili in «Condicio.it», testata prodotta anch’essa dalla FISH. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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