Quel che ci insegnano le persone con sindrome di Down

Un flash mob a Roma e in altre sedici città italiane, un incontro con alcuni Parlamentari, per presentar loro raccomandazioni sui temi del diritto di voto, del lavoro, dell’accesso all’informazione e dei trasporti: sono sempre più attive, le persone con sindrome di Down, nel rivendicare e rappresentare i propri bisogni, come hanno ben dimostrato in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. E insieme a loro cresce anche l’Associazione AIPD, che in questi giorni festeggia la nascita della sua cinquantesima Sezione

AIPD: flash mob di Roma, 3 dicembre 2015

Un’immagine del flash mob promosso il 3 dicembre scorso dall’AIPD in Piazza Montecitorio a Roma, contestualmente a un’iniziativa analoga in altre sedici città d’Italia

Quattro raccomandazioni sui temi del diritto di voto, del lavoro, dell’accesso all’informazione e dei trasporti sono state proposte al mondo politico da ventiquattro giovani dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), che come avevamo segnalato anche nel nostro giornale, hanno incontrato numerosi Parlamentari, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, per sottoporre loro una serie di istanze.

L’incontro è stato ospitato dal Centro Antidiscriminazione UNAR della Presidenza del Consiglio ed è avvenuto nell’àmbito del progetto europeo Tu cittadino come me, rivolto a sette Sezioni dell’AIPD (Caserta, Marca Trevigiana, Milazzo-Messina, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Termini Imerese e Venezia-Mestre), che proprio il 3 dicembre ha vissuto la sua giornata più importante, con un flash mob durante la mattinata, davanti a Montecitorio (ma contestualmente anche in altre sedici città italiane, con il messaggio finale «Il mio voto conta»), e con l’incontro politico del pomeriggio.
A quest’ultimo erano presenti la senatrice Maria Cecilia Guerra, già viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, la deputata Ileana Argentin, componente della Commissione Affari Sociali della Camera e la deputata Maria Marzana, componente della Commissione Cultura di Montecitorio. Hanno partecipato anche Mauro Valeri, sociologo ed esperto di xenofobia dell’UNAR e il consulente per la disabilità dell’UNAR stesso Valerio Serafini.

«Spero che la Giornata delle Persone con Disabilità – ha dichiarato per l’occasione Argentin – sparisca presto come momento per rivendicare diritti e per fare battaglie, diventando una semplice e legittima celebrazione di una festa». Ai giovani con sindrome Down presenti in sala ha ricordato poi come sia «importante far sentire la propria voce e autorappresentarsi per combattere le barriere culturali e i pregiudizi del nostro Paese».
«Una persona con disabilità non è diversa dalle altre – ha sottolineato successivamente Guerra – e quindi deve avere il diritto di partecipare alle decisioni che riguardano tutta la comunità e tutta la società».
Dal canto suo, Marzana ha voluto battere il tasto proprio su una delle istanze proposte dai giovani, ovvero quella di una maggiore semplificazione nei programmi elettorali e nelle procedure di voto. «Si tratta di un problema – ha affermato – che tutti ci dobbiamo porre e che non riguarda solo le persone con disabilità intellettiva, ma spesso anche gli anziani. Il lavoro di semplificare e di dare una corretta informazione deve iniziare con la scuola, in un’educazione alla cittadinanza permanente che permetta davvero ai cittadini di compiere le proprie scelte politiche consapevolmente e diventare attivi nella società».

Prima del confronto e del dialogo strutturato con i giovani, i Parlamentari hanno partecipato insieme a loro a un momento di gioco, denominato Tutti diversi tutti uguali, il cui messaggio è stato che «ciascuno di noi ha delle cose in comune con altri e altre cose uniche e originali». (M.R. e S.B.)

L’AIPD e le sue cinquanta Sezioni
Con la nascita in questi giorni di quella di Frosinone, l’AIPD – Associazione aderente da sempre alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – può contare su ben cinquanta Sezioni.
Era il 2 gennaio 1979, quando si costituì formalmente a Roma l’AIPD, con il nome di Associazione Bambini Down, per volontà di un piccolo gruppo di genitori. Da allora tanta strada è stata fatta e l’Associazione si è diffusa in tutto il territorio nazionale, dal Veneto alla Sicilia, aumentando il numero dei Soci, l’esperienza e i servizi. Nel 1992 è divenuta Associazione Italiana Persone Down, a sottolineare il fatto che i bambini crescono e che la società deve offrire un occhio attento alle esigenze delle persone con sindrome Down di ogni età.
Attraverso servizi diretti nelle proprie sedi, azioni di informazione e formazione e attività di consulenza a distanza della sede nazionale, l’Associazione è diventata un punto di riferimento per un numero sempre crescente di persone con sindrome Down, famiglie, operatori e istituzioni.
Il ruolo delle Sezioni è determinante non solo per la risposta che esse sono in grado di dare sul proprio territorio, ma anche per la loro capacità di amplificare l’essere Associazione Nazionale nella diffusione di conoscenze ed esperienze.
Grazie al lavoro di questi anni, sono aumentate soprattutto le attività rivolte ai più grandi: nel 2015, infatti, sono state 44 le Sezioni impegnate nella realizzazione di percorsi di autonomia (102 corsi con il coinvolgimento di 904 persone con sindrome di Down) che insieme ad altri 76 progetti per bambini e adulti coinvolgono oltre 2.000 persone.
Ma molte di più sono le famiglie che ogni giorno usufruiscono dell’azione di consulenza dell’Associazione e quelle che beneficiano indirettamente del lavoro svolto, per promuovere nella società un’immagine adeguata di chi siano oggi le persone con sindrome Down.
Molto è cresciuto il protagonismo di queste ultime, che risultano sempre più attive nella rappresentazione dei propri bisogni, come ha dimostrato il recente flash mob sull’affermazione del diritto di voto, a Roma e in altre sedici città italiane, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2015. In tale occasione, le persone con sindrome di Down hanno reclamato il loro diritto ad avere informazioni comprensibili per poter esprimere la loro opinione.
«Dobbiamo dire grazie alle prime famiglie – sottolinea Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD – che hanno dato il via a questa avventura e a tutte quelle che le hanno seguite, ma ancor di più dobbiamo dire grazie alle 40.000 persone con sindrome di Down che vivono oggi in Italia e che ci spingono ogni giorno a creare un mondo migliore… per tutti! Ci insegnano ad essere più chiari per essere compresi da loro, ad avere maggiore rispetto del tempo per rispettare la loro lentezza, ad essere più tolleranti e a rispettare la diversità di noi tutti». (M.R. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa AIPD Nazionale (Marta Rovagna), ufficiostampaaipd@gmail.com.

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