La barbarie e la civiltà

«È difficile anche solo commentare – scrive Stefano Borgato – la notizia che il sedicente stato islamico dell’ISIS avrebbe ordinato di uccidere tutti i neonati con sindrome di Down, malformazioni congenite o altre disabilità riscontrabili fin dalla nascita. Se fosse confermato, si tratterebbe di barbarie su barbarie, da parte di chi ha dichiarato guerra alla civiltà, mietendo migliaia e migliaia di vittime innocenti. Anche di fronte a ciò, tuttavia, non bisogna mai dimenticare che pure nella civilissima Europa occidentale di questi anni sono state diffuse idee quanto meno pericolose…»

Persone nella semioscurità, tra cui anche una in carrozzinaÈ terribile quanto leggiamo in «The Huffington Post» e in molte altre testate di questi giorni. Secondo l’osservatorio indipendente «Mosul Eye», infatti, che ha sede a Mosul in Iraq, il sedicente stato islamico dell’ISIS (o Daesh) avrebbe dato «l’ordine di uccidere bambini disabili», ovvero «tutti i piccoli sino a tre mesi di vita, con sindrome di Down o malformazioni congenite o con altre disabilità riscontrabili fin dalla nascita».
Come riferisce ancora «Mosul Eye», si tratterebbe «di una “fatwa orale” [la “fatwa” è una sorta di parere consultivo del mondo arabo, N.d.R.], un passaparola scattato dopo che uno dei giudici, un saudita di nome Abu Said Aljazrawi, avrebbe autorizzato l’ordine». I casi già registrati di piccoli uccisi sarebbero trentotto, tramite “iniezione” o “soffocamento” e ciò sarebbe avvenuto sia in Siria che in Iraq.
«Sulla pagina Facebook di “Mosul Eye” – aggiunge “The Huffington Post” – decine di persone tacciano come “falsa” la faccenda. Persone che però, al contempo, dicono di “non essere a Mosul”. “Venite qui a vedere se non ci credete” risponde secco l’amministratore di “Mosul Eye”».

È difficile anche solo commentare notizie del genere, soprattutto se saranno confermate da altre autorevoli fonti. E tuttavia… Tuttavia, di fronte a ciò, non possiamo non tornare con la mente ad altri fatti che a ben diverse latitudini hanno riguardato in questi anni la civilissima Europa occidentale.
Ne citiamo solo alcuni, ovvero quelli che hanno avuto la maggiore risonanza e dei quali già in passato abbiamo dovuto occuparci.
Nel 2006 alcuni medici olandesi firmano il cosiddetto Protocollo di Groningen, ove scrivono che «tra i bambini e i neonati per i quali potrebbe essere presa la decisione di fine vita» ci sono anche quelli «sopravvissuti grazie alla terapia intensiva, ma per i quali è chiaro che dopo il completamento delle cure intensive la qualità della vita sarà misera» e senza «alcuna speranza di miglioramento».
Alla fine di quello stesso anno, i componenti del Collegio Reale di Ostetricia e Ginecologia della Gran Bretagna, chiedono in un documento ufficiale «la possibilità di uccidere i neonati con disabilità gravi».
Infine, nel mese di agosto del 2014, il biologo inglese Richard Dawkins twitta che sarebbe «immorale mettere al mondo una persona con sindrome di Down».

E dunque? E dunque attenzione alla barbarie, da combattere ovunque si annidi, innanzitutto nei confronti di chi ha dichiarato guerra alla civiltà, mietendo migliaia e migliaia di vittime innocenti, ma anche verso chi diffonde idee a dir poco pericolose.

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