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A proposito di ISEE e di “falsi invalidi”

Scritta ISEE bianca su sfondo bluVorrei portare a conoscenza dei lettori di «Superando.it» che nel mio intervento alla Camera di sabato scorso [19 dicembre, N.d.R.] ho parlato di notizie reali che ho appreso dall’inizio dell’“avventura” ISEE [Indicatore della Situazione Economica equivalente, N.d.R.].
Per quanto concerne le fonti dalle quali ho dedotto che l’ISEE è sperimentale e dura per un periodo di tempo ho ricevuto queste informazioni nella sede del Partito Democratico in Via di Sant’Andrea delle Fratte alla fine del luglio scorso durante una riunione alla quale partecipavano il ministro Poletti e la nostra responsabile per il sociale Micaela Campana.
In quella sede è stato detto, infatti, che l’ISEE sarebbe stato monitorato e ci avrebbe permesso di sperimentare nozioni e dati sui servizi realmente necessari ai disabili. Tutto questo in risposta al mio disappunto sul nuovo sistema di calcolo reddituale.
Per quanto concerne, invece, i falsi invalidi, ritengo necessario farvi sapere che i dati mi sono stati forniti dal ministero competente.
On. Ileana Argentin

Ringrazio l’Onorevole Argentin per l’attenzione riservata al mio articolo e alla testata di cui sono il direttore editoriale.
Apprezzo lo sforzo di fornire elementi di comune e democratica conoscenza su un fenomeno che interessa milioni di cittadini. Uno sforzo che invero non produce gli esiti da noi sperati, anche se investe fatalmente altri interlocutori.
L’Onorevole Argentin sa bene che le norme e la prassi amministrativa non trovano interpretazione autentica (fortunatamente, mi scapperebbe di dire) nei circoli di partito. Che il Ministro Poletti fosse presente a quella riunione, non cambia la sostanza della normativa vigente: il regolamento ISEE non è sperimentale. Quest’ultimo è tanto cogente da essere già stato censurato dal TAR Lazio [Sentenze n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15, N.d.R.] e da essere al centro di un’imminente Sentenza del Consiglio di Stato.

Che l’ISEE sia monitorato, non è un’indiscrezione che esce da Via di Sant’Andrea delle Fratte, ma è un’espressa previsione di legge (articolo 12, comma 6 del DPCM 159/13). La stessa norma ha imposto uno specifico Tavolo di Monitoraggio già istituito presso il “Ministero competente”, già insediato e al quale mi trovo – casualmente – a partecipare.
Fra gli altri compiti di quel Tavolo vi è anche – forse tautologicamente – quello di proporre eventuali correttivi alla disciplina vigente. Su questo il Ministro Poletti, partecipandovi in un paio di occasioni, ha ribadito – forse altrettanto tautologicamente – che se lo strumento non funziona si può e si deve correggere. Ma in nessun documento, atto, fonte, dichiarazione si parla di fase “sperimentale”. Quell’aggettivo, nella normativa italiana, viene usato, purtroppo, solo quando si tratta di concedere benefìci o stanziare contributi ballerini.
Venendo poi ai “falsi invalidi”, ci rammarica dovere ancora fare i conti con lo stigma consolidato negli ultimi anni, quello che ha prodotto 1.250.000 controlli da parte dell’INPS con risultati risibili, salvo il consolidamento del pregiudizio che invece non fa ridere.
Le chiedo allora pubblicamente, Onorevole Argentin, di contribuire alla pubblicazione del dato da Lei riportato, secondo cui l’ISEE avrebbe contribuito a scovare i “falsi invalidi” e questo soprattutto nel “Meridione”.
La invito ad usare le sue prerogative di Parlamentare con un’Interrogazione a Risposta Scritta al Ministro Poletti. L’Interrogazione è semplice: «Quanti falsi invalidi sono stati scoperti grazie all’ISEE?». Ne daremmo grande risalto sulle nostre colonne, non ne dubiti!
Se – come dice – i dati Le sono stati forniti, il Ministero non avrà remore a produrli non già in Via di Sant’Andrea delle Fratte, ma a Palazzo Montecitorio. Se invece Lei ha frainteso il Rapporto prodotto e pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dopo i primi sei mesi di applicazione dell’ISEE, l’interrogazione è superflua. Quel Rapporto, ovviamente, non riporta nessun dato del genere né lo lascia supporre, ma evidenzia, fra i molti altri elementi, il fatto che in alcune Regioni il numero di DSU (la Dichiarazione Sostitutiva Unica, necessaria per ottenere l’ISEE) sia diminuito più che in altre (in realtà è cresciuto solo in Friuli Venezia Giulia). Già ritenere che questo fenomeno sia positivo è discutibile, ma affermare che questa diminuzione coincida con i “falsi invalidi” è davvero insostenibile, visto anche che l’ISEE viene richiesto pure per gli asili nido, per le mense, per le università…
Quand’anche poi riguardasse le sole persone con disabilità, queste sarebbero “falsi poveri” e non certo “falsi invalidi”. E francamente non me la sento di affiancarla in una supposizione del genere.
Onorevole, almeno Lei, glielo dico con affetto, non contribuisca alla diffusione di quello stigma. Non fa parte della sua storia, né dei suoi intenti. Buon lavoro.
Carlo Giacobini – Direttore editoriale di «Superando.it»

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