L’Europa ha fallito, se quei bambini continuano a morire

«Invece di concentrarsi sulla costruzione di muri e sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’Europa deve agire immediatamente per fermare queste morti in mare e il sacrificio di tanti bambini»: lo dichiara Raffaela Milano, che dirige i Programmi Italia-Europa dell’organizzazione Save the Children, aggiungendo che «l’Europa ha fallito se i bambini continuano a morire di fronte alle coste del Vecchio Continente, perché non è stato garantito loro un passaggio sicuro e legale, costringendoli a viaggi pieni di pericoli»

Gommone di migranti in mare

Sono sempre più drammatiche le notizie provenienti dalle coste della Grecia, dove continuano a morire bambini e adulti migranti

«L’Europa ha fallito se i bambini continuano a morire di fronte alle coste del Vecchio Continente, perché non è stato garantito loro un passaggio sicuro e legale, costringendoli a viaggi pieni di pericoli. Ancora oggi ci troviamo di fronte alla notizia della morte di quarantadue persone e in particolare di diciassette bambini nei due naufragi avvenuti nelle ultime ore al largo della Grecia. Invece di concentrarsi sulla costruzione di muri e sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’Europa deve agire immediatamente per fermare queste morti in mare e il sacrificio di tanti bambini».
Lo dichiara in una nota Raffaela Milano, che dirige i Programmi Italia-Europa di Save the Children, commentando le ultime tragiche notizie provenienti dalle coste della Grecia.

«Solo questa settimana – aggiunge Milano – sono ventisette i bambini che hanno perso la vita durante la traversata: ora che il clima invernale ha reso la traversata ancora più pericolosa, questi eventi sono purtroppo sempre più frequenti al largo dell’Isola di Lesbo. Ogni giorno arrivano in Grecia fino a 1.500 persone, nonostante le onde alte, l’acqua del mare freddissima e il clima invernale. Oltre a rischiare la vita durante la traversata, i bambini arrivano in condizioni drammatiche, infreddoliti, con abiti inadeguati, le labbra blu e chiari segni di ipotermia».
In tal senso, va ricordato che Save the Children sta fornendo a quei bimbi, sia in Grecia che lungo la rotta balcanica, abbigliamento adeguato all’inverno e alle basse temperature, quali giacche, stivali, cappelli, sciarpe e coperte. Inoltre, sempre Save the Children offre ai rifugiati pasti caldi e spazi a misura di bambino all’interno dei campi, dove i più piccoli possono giocare in sicurezza e le madri con i neonati possono rimanere anche durante la notte.

Da parte nostra, a questo punto, di fronte a situazioni del genere è probabilmente superfluo farlo, ma vogliamo ancora una volta ugualmente ribadire che quando si parla di bambini e di emergenze che drammaticamente li riguardano, quelli con disabilità sono sempre “i più vulnerabili tra i vulnerabili”. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@savethechildren.org.

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