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Protezione dei dati e persone con disabilità intellettiva

Persona con sindrome di Down al computerI rapidi sviluppi tecnologici a cui abbiamo assistito nell’arco degli ultimi decenni hanno indubbiamente migliorato la vita di molti. I social network hanno cambiato il modo in cui si creano e sviluppano le relazioni personali, lo shopping online ha trasformato il modo in cui si acquistano cibo o abbigliamento, l’online banking ha avuto un forte impatto sul modo in cui si gestisce il denaro. Attraverso tutti questi cambiamenti, il grado di condivisione e della raccolta dei dati personali è aumentato drasticamente.
Nelle attività online che si svolgono quotidianamente, si condividono informazioni con altre persone, con società private o enti pubblici e queste informazioni sono usate in una maniera mai vista prima.
Anche le persone con disabilità intellettiva sono interessate ai cambiamenti tecnologici, trovando frequentemente in essi delle soluzioni che migliorano la qualità della loro vita. Le persone con disabilità intellettiva sono parte della società digitale e così come avviene negli altri contesti della vita quotidiana, sono anche più vulnerabili e più esposti al possibile abuso dei loro dati personali.

È per questo motivo che Inclusion Europe, l’Associazione Europea di persone con disabilità intellettiva e delle loro famiglie, in collaborazione con le sue aderenti ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), l’inglese MENCAP, la spagnola Plena Inclusion e la polacca PSOUU, ha sviluppato il Progetto Safe Surfing [se ne legga già anche nel nostro giornale, N.d.R.], iniziativa volta a formare le persone con disabilità intellettiva in materia di protezione dei dati sul web, promuovendone la conoscenza sull’uso sicuro di internet.
Safe Surfing vuole inoltre sensibilizzare relativamente alle sfide che le persone con disabilità incontrano nel momento in cui devono decidere quali informazioni e dati personali intendano condividere con gli altri.

Pertanto, anche in occasione della Giornata Europea della Protezione dei Dati Personali del 28 gennaio, Inclusion Europe e i suoi partner di progetto, hanno accolto con entusiasmo la nuova Riforma della Protezione dei Dati Personali, e in particolare il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali – in bozza dal gennaio 2012 e su cui si è raggiunto solo il 15 dicembre scorso un accordo tra Parlamento Europeo e Consiglio – che provvede a uniformare il sistema di protezione dei dati personali in tutti gli Stati Membri, notando anche con piacere che l’articolo 11 di quello stesso Regolamento richiede in maniera specifica che tutte le informazioni e le comunicazioni relative ai dati personali vengano illustrate usando un linguaggio chiaro e semplice, adatto alla persona interessata.
A tal proposito Inclusion Europe si augura appunto che le Autorità che dovranno applicare il Regolamento possano capire che l’uso di un linguaggio chiaro e semplice può includere anche la produzione di documenti in versione Easy To Read [“facili da leggere”, N.d.R.], ossia in un formato facile da leggere e da capire, in linea con quanto illustrato nelle Linee Guida Europee per la realizzazione di informazioni facili da leggere e da capire, alla cui traduzione italiana ha collaborato l’ANFFAS, nell’àmbito del Progetto Pathways 2 e che sono disponibili a tutti, accedendo a una pagina specifica dello stesso sito dell’ANFFAS.
Inclusion Europe e i suoi partner continueranno dunque a lavorare con la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e gli altri portatori d’interesse (stakeholders), al fine di supportare la piena applicazione di questi standard di accessibilità attraverso le loro attività.

È incoraggiante, infine, vedere che il citato Regolamento sulla Protezione dei Dati Personali indica anche che le Autorità Nazionali Garanti della Protezione dei Dati Personali sono autorizzate a fornire adeguata protezione ai cittadini che potranno così rivolgersi direttamente al proprio Garante Nazionale, anche in merito all’uso dei propri dati personali collegato a società al di fuori dell’Europa. Questo amplia notevolmente l’accesso alla protezione dei dati personali per tutte le persone e in particolare per quelle con disabilità intellettiva.
In ogni caso, le procedure per l’attuazione e i processi di messa in atto dovrebbero essere accessibili alle persone con disabilità intellettiva, tenendo presente soprattutto che spesso la loro capacità legale – al fine di cercare protezione dei propri dati – può essere limitata.
Inclusion Europe attende pertanto di vedere nel dettaglio il pacchetto di Riforma sulla Protezione dei Dati adottato e lavorerà costantemente fino alla sua entrata in vigore – e anche oltre – con tutti i portatori d’interesse europei e nazionali, coinvolti in questo settore, per assicurare alle persone con disabilità intellettiva di godere appieno del loro diritto alla protezione dei dati personali. (Ufficio Comunicazione ANFFAS)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.

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