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Le parole di Gasparri: non è una “banale” questione di linguaggio

Uomo disperato, con le mani sulla facciaNon si sono fatte attendere le reazioni e le prese di posizione nei confronti dell’ormai nota frase pronunciata dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, nel corso di un servizio televisivo realizzato in occasione del Family Day del 30 gennaio a Roma (“Questo è il Family Day, non l’Handicappato Day”). Una frase «già di per sé discriminatoria e carica di disprezzo da chiunque sia pronunciata – come aveva dichiarato ieri su queste pagine Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – ma se proferita dal Vicepresidente del Senato della Repubblica e a margine di una manifestazione che intendeva rivendicare elementi – condivisibili o meno – comunque etici, diviene quantomeno grottesca, ma prima ancora rafforza il pregiudizio».
In questi giorni c’è anche chi, nei social network, chiede di abbassare i toni, parlando di «leggerezza», come avrebbe ammesso lo stesso Gasparri – ciò di cui non siamo ancora a conoscenza -, di un fatto, insomma, che non meriterebbe tanta risonanza.
Da parte nostra, però, restiamo fermi alla sostanza delle parole pronunciate dal Presidente della FISH, che correttamente ha evidenziato non trattarsi di una «“banale” questione di linguaggio “politicamente corretto”», ma di «lemmi beceri, caricati di quello stigma devastante che da anni – cittadini, istituzioni, organizzazioni – tentiamo faticosamente di scalzare». Parole che tradiscono «una convinzione profonda che sospinge le persone con disabilità ad essere “cittadini di serie C”». E tutto ciò non ci sembra proprio una “leggerezza”.

Ma ci sono anche altri che a quanto pare non intendono affatto abbassare i toni. Ad esempio Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), che ha subito preso carta e penna, rivolgendosi direttamente al Presidente della Repubblica e a quelli di Senato e Camera, per condannare senza mezzi termini la dichiarazione rilasciata dal senatore Gasparri e chiedere un intervento tempestivo in merito.
«Le parole pronunciate dal Vicepresidente del Senato – dichiara Speziale in una nota a margine – ci lasciano sconcertati, soprattutto perché pronunciate da una persona che dovrebbe rappresentare una carica altissima dello Stato e che invece tratta i cittadini con disabilità come persone inferiori da disprezzare, calpestando non solo la loro dignità, ma anche gli stessi valori della Costituzione Italiana su cui ha giurato e che invece ha dimostrato di non rispettare». «Unendoci quindi alle dichiarazioni del Presidente della FISH – conclude – attendiamo ora una decisa presa di posizione da parte delle più Alte cariche dello Stato Italiano su quanto accaduto, auspicando non solo che fatti del genere non si ripetano più, ma soprattutto che il signor Gasparri sia allontanato dal ruolo che ricopre. È palese, infatti, che una persona che si permette di fare affermazioni simili, cariche di disprezzo, odio e pregiudizio, non può in alcun modo rappresentare la Repubblica Italiana».

Dal canto suo Iacopo Melio, già ben noto ai nostri Lettori per avere lanciato la campagna #vorreiprendereiltreno, divenuta un brillante fenomeno virale di denuncia sulle difficoltà di prendere liberamente il treno per chi si sposta in carrozzina, ha promosso una petizione nel web, significativamente denominata #Gasparri deve chiedere scusa ai disabili, in cui scrive tra l’altro: «Indipendentemente da quali siano le idee di ciascuno riguardo la tematica del servizio, trovo assolutamente ignobile che l’On. GASPARRI continui ad insultare persone con disabilità e ad avere un atteggiamento dispregiativo nei confronti dei più deboli (tutti si ricorderanno il suo “balena” scritto su Twitter ad un’adolescente sovrappeso). Un uomo di politica che usa il termine “handicappato” in modo dispregiativo, col fine di insultare e denigrare una persona, non merita di essere un rappresentante del popolo». A dir poco caustica la conclusione, dopo la richiesta di doverose scuse: «Chiediamo almeno scusa ai disabili e al popolo tutto – scrive Melio -, perché c’è bisogno di una società civile e rispettosa. E di certo questo non è il modo migliore per costruirla. La Onlus “#vorreiprendereiltreno” continuerà a lottare contro ogni forma di discriminazione. Nel frattempo, ricordiamo: meglio handicappati che Gasparri. Senza dubbio». (Stefano Borgato)

Ringraziamo Paolo De Luca per la segnalazione.

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