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«Minority Reports» ovvero “Rapporti di minoranza”

Manifestazione per la Vita Indipendente delle persone con disabilità, tra Anni Sessanta e Anni Settanta negli Stati Uniti

Stati Uniti: una delle prime pubbliche manifestazioni per la Vita Indipendente delle persone con disabilità, tra Anni Sessanta e Anni Settanta

Interpretato da Tom Cruise e diretto da Steven Spielberg, Minority Report (“Rapporto di minoranza”) è un noto film del 2002, liberamente tratto dall’omonimo racconto di fantascienza, pubblicato nel 1956 da Philip K. Dick, «ambientato – come scrive Ciro Tarantino, condirettore del CeRC, il Centre for Governmentality and Disability Studies “Robert Castel” dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli – in una società in cui le persone vengono internate in via preventiva, in funzione di un presunto potenziale di deviazione. Apparati e tecnici della precognizione sono sicuri di custodire i misteri di un sapere in grado di prevedere con certezza le coordinate di movimento dell’umano, che si agita in traiettorie prive di scarti di libertà. Il sistema di precognizione profilattica decifra segni e prodigi di una infrazione a venire, futura e certa nello stesso tempo. Non giudica atti, al limite intenzioni. Non si occupa di persone ma di personalità. Non è interessato a colpevoli ma a responsabili. Gestisce rischi al portatore».
«Nel sistema di sicurezza immaginato da Dick – prosegue Tarantino – c’è, però, un punto di fragilità della struttura: un certo tasso di non allineamento delle previsioni, un coefficiente di limitazione del principio di maggioranza. In effetti, in questo stato di minorità, i precognitivi conservano la strana dote o sviluppano la strana abilità di elaborare rapporti di minoranza, scritture del disaccordo e delle alternative, come quella della “figura nana e gobba”, “idiota idrocefalo”, che nel racconto mette in crisi il sistema di prevenzione. Senza aspirazioni né capacità predittive, piacerebbe anche a questo nostro gruppo informe contribuire alla stesura di rapporti di minoranza, tramite l’approntamento e il ritrovamento di studi, documenti, scarabocchi, immagini e altri reperti non definibili a priori, poco inclini alla standardizzazione e insofferenti alle discipline; materiali utili per un’analitica delle forze in grado di dar forma al dissenso, lavorare i margini di libertà e immaginare “futuri multipli”, diversi e possibili».

Ebbene, quel «gruppo informe» di cui parla Tarantino è quello che ha dato vita in questi mesi a un nuovo interessante progetto culturale, nato proprio nell’àmbito del CeRC dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, vale a dire la rivista internazionale non a caso intitolata proprio «Minority Reports – Cultural Disability Studies», pubblicata da Mimesis/Suor Orsola University Press e il cui primo numero, dedicato alla Presa di parola e dalla cui presentazione abbiamo tratto le precedenti citazioni, è uscito in questi giorni.
«Il CeRC – spiega Giampiero Griffo, componente del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), che il CeRC stesso dirige insieme a Tarantino – è nato dalla consapevolezza che anche nel campo della ricerca e della formazione universitaria il ruolo delle Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari sia quello di attivi partecipanti in parità di condizione con l’accademia. Il CeRC, infatti, ha due direttori – il professor Tarantino e il sottoscritto – e si pone l’obiettivo di analizzare la condizione disabilitante che la società costruisce per varie fasce di cittadini. Questa nuova rivista ha carattere internazionale (vi si scrive in italiano, francese e inglese) e annovera nel proprio Comitato Scientifico rappresentanti del mondo accademico e dell’associazionismo. Essa rappresenta il primo tassello di una ricerca che mette al centro il punto di vista di fasce di cittadini discriminati e senza pari opportunità e il primo numero è dedicato alla presa di parola dei vari movimenti di emancipazione, con una particolare attenzione all’esperienza italiana».
«Questa rivista – conclude Griffo – ragionerà soprattutto sull’idea di giustizia, tentando di coniugare quest’ultima con l’inclusione, i diritti con la partecipazione, lo sviluppo con la democrazia, la storia dei movimenti di emancipazione con i dispositivi di controllo sociale e politico, nella consapevolezza che i processi di disabilitazione colpiscono fasce così ampie di popolazione che configurano maggioranze diverse da quelle che attualmente hanno il potere di decidere».

Si tratta quindi di un’iniziativa tutta da seguire, che verrà pubblicamente presentata il 12 aprile prossimo a Napoli e della quale ci piace particolarmente segnalare anche la dedica del primo numero («A Franco Bomprezzi, ruotante»), rivolta a colui che è stato direttore responsabile della nostra testata, fino al giorno della sua scomparsa, alla fine del 2014, e che per le sue caratteristiche di intellettuale con disabilità, impegnato sul fronte della cultura e dei diritti, proprio «Minority Reports» avrebbe dovuto dirigere, come era stato deciso in fase di elaborazione del progetto. (S.B.)

Per approfondimenti sulla nuova rivista «Minority Reports – Cultural Disability Studies» (che oggi è possibile acquistare in formato cartaceo, ma in seguito anche in formato elettronico), accedere alla pagina dedicata del sito di Mimesis Edizioni.

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