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ISEE: forti perplessità della FISH su quell’emendamento

Realizzazione grafica con l'acronimo ISEE«A questo punto il quadro finale è ancora peggiore. Lo strumento che ne esce, infatti, non è né selettivo né equo, considerando allo stesso modo persone che ricevono provvidenze molto diverse in termini di importo, persone con gravità diversa, minori, anziani, adulti… Inoltre, viene escluso il costo della disabilità, annullando e sminuendo chi sostiene in modo documentato spese di assistenza. Infine, il sistema della maggiorazione della scala di equivalenza finisce per premiare chi ha più redditi e patrimoni, a scapito di chi è più povero o ha maggiori spese».
A che cosa si riferisce questo duro giudizio di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)? Per capirlo, è necessario fare un passo indietro, guardando segnatamente a quelle Sentenze emesse a fine febbraio dal Consiglio di Stato (n. 838/16, n. 841/16 e n. 842/16), che confermando le tesi espresse in altrettanti precedenti pronunciamenti del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, avevano stabilito che le provvidenze assistenziali per la disabilità (pensioni, assegni, indennità di accompagnamento ecc.) non dovessero essere conteggiate nell’ISEE, ovvero nell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, richiesto per accedere a una serie di prestazioni sociali agevolate. Quelle stesse Sentenze, inoltre, avevano anche sancito che le franchigie previste per i maggiorenni e per i minorenni dovessero essere uguali.
«Riteniamo che quelle Sentenze – aveva dichiarato a tal proposito Falabella – pongano anche e piuttosto un problema di equità e di capacità selettiva. Si perde infatti la possibilità di detrarre le spese effettivamente sostenute e non vi è differenza alcuna fra chi ottiene provvidenze elevate e chi invece riceve sostegni limitati».

Ebbene, «ad oggi – come si legge in una nota diffusa dalla FISH – le Sentenze del Consiglio di Stato non hanno ancora trovato applicazione, come richiesto invece da alcune Interrogazioni Parlamentari rivolte al Governo e al Ministero del Lavoro. Il timore evidenziato anche da recentissime dichiarazioni della Ragioneria dello Stato era tra l’altro che, applicando meramente quelle Sentenze, vi fosse un aumento imponderabile della spesa pubblica».
«E tuttavia – prosegue la nota della Federazione – le pressioni per una rapida e rigida applicazione delle Sentenze sembrano alla fine avere prevalso: infatti, nella seduta del 3 maggio scorso della Commissione Istruzione del Senato, durante la discussione di un provvedimento su tutt’altri temi, il Governo ha presentato un emendamento che adegua l’ISEE e che se approvato, come imposto dal Consiglio di Stato, escluderà appunto dal computo dell’ISEE tutte le provvidenze assistenziali legate alla disabilità, cancellando però anche tutte le franchigie e la possibilità di detrarre le spese assistenziali o di ricovero in struttura. Al loro posto viene introdotta una maggiorazione della scala di equivalenza pari a 0,50 indipendentemente dalla gravità della disabilità, riportando la situazione al precedente Indicatore del 1998».

«Se l’obiettivo era quello di diminuire drasticamente il numero degli ISEE nulli o bassi – sottolinea con amara ironia Falabella – il risultato è garantito! E sorvoliamo sul fatto che si sia agito per Decreto Legge e in corsa con scarsa condivisione e partecipazione. Ora, quindi, riteniamo necessario pensare a una profonda e ragionata riforma dello strumento ISEE, elaborando un nuovo Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM), che riprenda i princìpi della sostenibilità, equità e capacità selettiva». (S.B.)

Suggeriamo caldamente anche la consultazione dellapprofondimento curato dal Servizio HandyLex.org, con il titolo Emendamenteo ISEE: i contenuti e gli effetti.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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