Anche la mia famiglia sorride

Attività ludico-ricreative e di tempo libero, seminari di sensibilizzazione e formazione, ampliamento del servizio psicologico, momenti esclusivi e di gruppo dedicati ai fratelli e alle sorelle dei bimbi con disabilità: consisterà in tutto questo il progetto “Anche la mia famiglia sorride”, destinato dalla Fondazione milanese Ariel alle famiglie di bambini con paralisi cerebrale infantile e disabilità neuromotorie, per il cui sostegno è stata lanciata in queste settimane la campagna “Nessuno è disabile alla felicità”

Immagine-simbolo della campagna "Nessuno è disabile alla felicità" di Fondazione Ariel, giugno 2016

L’immagine-simbolo della campagna lanciata in queste settimane dalla Fondazione Ariel

È stata presentata nei giorni scorsi a Milano – alla presenza della deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza e della senatrice Elena Ferrara, componente della stessa – la campagna Nessuno è disabile alla felicità, in corso fino al 21 giugno (numero solidale 45503) e lanciata dalla Fondazione milanese Ariel per realizzare Anche la mia famiglia sorride, progetto di sostegno alle famiglie con bambini con paralisi cerebrale e disabilità neuromotorie.
«La paralisi cerebrale infantile – ha dichiarato per l’occasione Nicola Portinaro, direttore della Clinica Ortopedica dell’Università di Milano e dell’Unità Operativa di Ortopedia Pediatrica di Humanitas Research Hospital di Rozzano (Milano), oltreché direttore scientifico di Ariel – è una patologia dovuta a un danno irreversibile del sistema nervoso centrale, che può colpire il feto o il bambino nei primi anni di vita, e che porta a una perdita parziale o totale delle capacità motorie, oltre a diversi disturbi delle capacità intellettive. Sono in particolare le ripercussioni sul sistema muscolo-scheletrico a essere progressivamente invalidanti e a impedire spesso anche i movimenti più elementari».
«Pur non essendo risolutiva, la chirurgia – ha sottolineato poi – è oggi in grado di migliorare notevolmente le capacità motorie di questi bambini. E tuttavia ogni bambino nella sua vita necessiterà di almeno tre interventi chirurgici per arrivare a un miglioramento significativo e insieme al bimbo è colpita anche tutta la sua famiglia. Dalla diagnosi a seguire, infatti, l’intero nucleo familiare si trova ad affrontare una serie di situazioni, visite ed esami diagnostici, interventi, cure ed emozioni del tutto impreviste e dirompenti. Per affrontare questa complessa sfida quotidiana ognuna di queste famiglie ha bisogno di orientamento, di supporto e di un aiuto concreto per poter crescere serene, vitali e attive».

In tal senso, dunque, come si legge in una nota diffusa dalla Fondazione Ariel – che già da molti anni è impegnata nell’offrire risposte alle famiglie di bambini con paralisi cerebrale infantile e altre disabilità neuromotorie, promuovendone i diritti e permettendo ai bambini stessi una vita attiva – «i centri sanitari sono un punto di riferimento per le cure terapeutiche, ma spesso non offrono sufficienti azioni di supporto psicologico e sociale. Per offrire questo aiuto e affiancare le oltre 40.000 famiglie italiane che vivono questa avventura, abbiamo messo a punto questo nuovo progetto, denominato Anche la mia famiglia sorride, cui verranno dedicati i fondi raccolti attraverso la campagna lanciata in queste settimane. Si tratterà di una serie di attività dedicate a migliorare la qualità di vita dell’intero nucleo familiare: momenti ludico-ricreativi e di tempo libero (con il coinvolgimento di almeno 50 bambini con paralisi cerebrale infantile e i loro genitori), seminari di sensibilizzazione e formazione (8 seminari per circa 500 individui, tra famiglie, operatori e volontari), ampliamento del servizio psicologico di sostegno alla famiglia (per almeno 50 coppie di genitori) e, infine, momenti esclusivi e di gruppo dedicati ai sibling [fratelli e sorelle di persone con disabilità, N.d.R.], che coinvolgeranno almeno 70 fratelli e sorelle di bambini con disabilità».

Da ricordare anche che oltre alla testimonianza diretta di quattro famiglie che da anni si avvalgono dei servizi e delle attività di Fondazione Ariel, vi sono vari personaggi noti dello spettacolo e dello sport a sostenere la campagna, come Martin Castrogiovanni, nazionale italiano di rugby, Antonio Rossi, campione olimpico e mondiale di kayak, oggi assessore allo Sport e al Tempo libero della Regione Lombardia, i comici Angelo Pintus, Max Vitale, Katia Follesa, Angelo Pisani e Fabrizio Fontata, la iena televisiva Mary Sarnataro, il regista Maurizio Nichetti, le campionesse paralimpiche Melania Corradini (sci) e Nicole Orlando (atletica), nota, quest’ultima, anche per la partecipazione alla trasmissione di Raiuno Ballando con le stelle”, oltre a tanti altri amici, professionisti e medici, che si distinguono per positività e coraggio nella professione e nella vita. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Fondazione Ariel (Francesca Naboni), francesca.naboni.ariel@humanitas.it.

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