Adattamento domestico: modelli di successo

Nati nel 2005 in Emilia Romagna, i CAAD (Centri per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico) rappresentano un modello sviluppatosi in altre Regioni (Lombardia, Puglia, Veneto), che sta varcando anche i confini nazionali (Germania, Polonia). E proprio in questi giorni, in occasione della Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità di Firenze, la Regione Toscana lancia un bando che – come già in Emilia Romagna – porterà équipe multidisciplinari nelle case di molte persone con disabilità, per valutarne le esigenze di interventi in tema di barriere, ausili e domotica

Persona con disabilità in carrozzina in una cucina accessibile

Una persona con disabilità in carrozzina in una cucina accessibile

Nati nel 2005 in Emilia Romagna, su input della Regione, dopo un corso di formazione durato oltre un anno e mezzo, i CAAD (Centri per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico) hanno rappresentato un modello via via sviluppatosi in altre Regioni, assumendo lo stesso nome o denominazioni diverse.
I primi “cugini” dei CAAD emiliani sono sorti esattamente a Brescia e a Firenze, tra il 2006 e il 2007: nella città lombarda per iniziativa della Fondazione Brescia Solidale, che aveva essa stessa partecipato al citato percorso di formazione, nel capoluogo toscano, invece, per volontà del Consorzio COS, anche se quel primo tentativo non andò poi organizzativamente in porto e si fermò alla fase progettuale.
Dopo alcuni anni, fu la Regione Puglia a far nascere un altro CAAD a Conversano, in provincia di Bari, per iniziativa dell’Associazione Domos.
Infine, più recentemente, è sorto il CAAD Veneto, nell’àmbito dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza (Treviso), su impulso anche della SIDiMa (Società Italiana Disability Manager).

In questi giorni, dunque, che coincidono a Firenze con i lavori della quinta Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità, preceduta dalla seconda Conferenza Regionale (Toscana accessibile), la Regione Toscana intende ridare fiato alla progettazione nell’alveo dell’adattamento domestico, con un bando promosso in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e il CNR che, analogamente a quanto avviene in Emilia Romagna, porterà équipe multidisciplinari ad effettuare sopralluoghi nelle case di quattrocento persone con disabilità, per valutarne le esigenze di interventi in tema di barriere, ausili e domotica.

Nel frattempo il “modello emiliano” varca anche i confini e stanno interessandosi di adattamento domestico anche in Germania, per il tramite della Camera di Commercio Italiana per la Germania (e delle relative ditte di ausili tedesche interessate al mercato italiano), e in Polonia, dove sono usciti recentemente due articoli su siti locali (si veda qui e qui). (Andrea Pancaldi)

Per approfondire ulteriormente i temi trattati nella presente nota, è disponibile anche una ricca rassegna stampa dedicata ai CAAD dell’Emilia Romagna.

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