Terremoto: dove si combatte la paura preparando la risposta

Accade ad esempio ad Ascoli Piceno, in uno dei territori più coinvolti nella situazione di grave emergenza di questi mesi, dove il risultato della collaborazione tra alcune Associazioni, l’Amministrazione Comunale e l’Ordine degli Architetti, è il progetto “Disabilità in Emergenza”, voluto per garantire ai cittadini con disabilità la possibilità di permanere presso la propria abitazione – in assenza, naturalmente, di un pericolo conclamato – spiegando loro come rispondere all’emergenza e come all’occorrenza chiedere aiuto, sapendo che quest’ultimo sarà commisurato alle loro esigenze

Ascoli Piceno: Piazza del Popolo e Palazzo dei Capitani del Popolo

Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, con il Palazzo dei Capitani del Popolo, transennato dopo la scossa di terremoto del 24 agosto scorso

Quando la terra trema, alzi la mano chi non si sente vulnerabile. Nel cuore dell’Italia la terra sembra non voler dare riposo ai cittadini, che un po’ alla volta sentono sgretolarsi la fermezza sotto i piedi, pur tenendo la schiena bella dritta e guardando al futuro con speranza.
Fra i territori maggiormente coinvolti, quello di Ascoli Piceno che già dal sisma del 24 agosto era stato duramente colpito con particolare intensità nel Comune di Arquata del Tronto e altre località limitrofe. Ma la zona complessivamente interessata è decisamente più estesa.
Ad Ascoli città, da oltre una settimana molte persone hanno scelto di dormire nelle automobili, al campo sportivo o in altre zone messe a disposizione dall’Amministrazione Comunale e presidiate da Protezione Civile e Croce Rossa, che distribuiscono pasti e un po’ di conforto.
Ma non tutti possono fare questa scelta e così molte famiglie con disabilità, sin dal giorno successivo alla scossa del 26 ottobre, si sono rivolte al presidente della Consulta Regionale per la Disabilità delle Marche Roberto Zazzetti, tramite il suo profilo Facebook, per chiedere di essere ospitate in strutture alternative.
E tuttavia, in assenza di un reale pericolo, abbandonare una casa commisurata alle proprie esigenze in favore di una struttura temporanea, certamente non adeguata alle specifiche necessità, è parsa subito una follia, oltreché una soluzione non praticabile sul piano amministrativo. Che fare allora?
Lo stesso Zazzetti ha trovato la risposta all’interno della rete di Emergenza e Fragilità che da tempo ha intrapreso un percorso di condivisione di esperienze e promozione di buone pratiche per un progetto di edifici strategici a partire dall’emergenza.

Il relativo progetto si chiama Disabilità in Emergenza e non è certo piovuto dal cielo, essendo nato invece da un percorso e da sinergie attivati nel tempo, che hanno permesso di formulare all’Amministrazione Comunale una proposta concreta che andasse a supporto dei cittadini e delle attività della stessa struttura amministrativa deputata a gestire l’emergenza.
Questo va sottolineato, perché la risposta all’emergenza – e soprattutto a esigenze specifiche – non può essere improvvisata per alcun motivo. Pertanto, l’obiettivo che ci siamo posti è garantire ai cittadini con maggiori difficoltà la possibilità di permanere presso la propria abitazione e renderli consapevoli del perché la propria casa – ribadiamo: in assenza di pericolo conclamato – è il luogo più adatto per vivere, anche quando una scossa di troppo fa vacillare la razionalità insieme alle ginocchia. Per fare questo le persone devono sapere in quale modo rispondere all’emergenza, quali siano i comportamenti di autotutela da mettere in atto in autonomia o con il sostegno di un familiare, come chiedere aiuto all’occorrenza e sapere che l’aiuto che arriverà sarà commisurato alle proprie esigenze.
A tal proposito l’Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno, tramite un gruppo di lavoro dedicato, sta approntando gli strumenti con cui architetti volontari e volontari delle Associazioni si recheranno presso le abitazioni dei cittadini che ne faranno richiesta, per rilevare eventuali criticità ambientali riferite ad operazioni di soccorso o di evacuazione di persone con disabilità e anziani, quali potrebbero essere la raggiungibilità di uno stabile in centro storico con un mezzo di soccorso. Infatti, nella gestione di un’evacuazione che coinvolge molte persone contemporaneamente – come si è verificato ad esempio a seguito della forte scossa del 30 ottobre – questa informazione può essere determinante nella gestione delle risorse disponibili, così come sapere che l’intervento coinvolgente una persona con autismo determina la scelta dei componenti della squadra da inviare sul posto, ciò che vale naturalmente anche se la persona da evacuare da un settimo piano pesa 150 chili e utilizza ausili o apparecchi elettromedicali che andranno trasportati insieme a lei.
Tutte informazioni che nel soccorso tecnico o sanitario del singolo, magari a seguito di un incidente domestico, possono anche essere acquisite nell’immediato. Ma in un’operazione di Protezione Civile che interessa numeri alti, tutto ciò diventerà ingestibile senza un’adeguata pianificazione, che non può essere costruita mancando le informazioni di base.

Determinante, dunque, è stata l’immediata approvazione del progetto da parte del vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Ascoli Donatella Ferretti, che all’indomani della proposta, ha incontrato il presidente dell’Ordine degli Architetti Valeriano Vallesi, insieme al citato Roberto Zazzetti e ai Presidenti delle altre Associazioni coinvolte, per concordare l’iter del servizio.
E a proposito di Associazioni, quelle da sempre partecipi del percorso di Emergenza e Fragilità e presenti nelle attività del Gruppo di Lavoro Accessibilità dell’Ordine degli Architetti, sono l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), di cui chi scrive è consigliere provinciale, l’APM (Associazione Paraplegici Marchigiani), l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), l’ENS (Ente Nazionale Sordi), l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitorio Soggetti Autistici), l’ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili), l’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), l’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), la Cooperativa Sociale P.A.Ge.F.Ha e naturalmente La Meridiana presieduta da Zazzetti, che stanno collaborando alla messa a punto e alla validazione degli strumenti che verranno impiegati nel servizio e parteciperanno altresì alla formazione degli architetti volontari che li utilizzeranno.

Consigliere dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ascoli Piceno e coordinatrice, nella città marchigiana, della rete “Emergenza e Fragilità”.

In una pagina dedicata nel sito del Comune di Ascoli Piceno sono disponibili ulteriori informazioni e approfondimenti.

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