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Abruzzo: così si rischia la morte del diritto allo studio!

Uomo disperato, con le mani sulla faccia«Con grande sconcerto registriamo la notizia relativa alla decisione della Regione Abruzzo di provvedere per il prossimo anno scolastico a limitare il servizio di trasporto specifico per i ragazzi con disabilità delle scuole superiori e avviarli a scuola con l’uso dei servizi pubblici di linea. Secondo tale provvedimento, gli studenti già riconosciuti dall’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92 dovranno essere nuovamente valutati dalla locale Commissione di Unità di Valutazione Multidimensionale, al fine di definire quale tipologia di servizio sia più idonea per l’utente».
A denunciarlo sono le Associazioni Carrozzine Determinate Abruzzo e Autismo Abruzzo, in una nota a firma dei rispettivi presidenti Claudio Ferrante e Dario Verzulli, secondo i quali «una simile proposta, priva di qualsiasi conoscenza concreta delle dinamiche reali del problema, è il sintomo più evidente di una vera e propria morte del diritto allo studio per i ragazzi con disabilità. Entrati quest’anno a scuola con un mese di ritardo rispetto ai coetanei, a causa della mancanza del servizio di assistenza, adesso si vedranno negato anche il servizio essenziale e necessario che consente loro di arrivare a scuola, servizio sino ad ora garantito dalle Province, ma che passato nelle mani della Regione, rischia di essere distrutto».

«Per i ragazzi con disabilità che verranno indirizzati all’uso del servizio pubblico di linea – prosegue la nota – si apre uno scenario ai limiti dell’assurdo, con aspetti pratici e quotidiani che non sono stati neppure lontanamente presi in considerazione: il primo tratto, dall’abitazione fino alla fermata, sarà a carico della famiglia o del Comune di residenza; il tratto centrale, dalla fermata di partenza a quella di destinazione, sarà garantito dal mezzo pubblico di linea, che dovrà assicurare la necessaria assistenza a bordo fino all’arrivo della fermata; il terzo tratto, dalla fermata di arrivo alla scuola, sarà competenza ancora una volta della famiglia e/o del Comune dove ha sede la scuola. Queste famiglie, dunque, già gravate da quotidiane difficoltà e spesso lasciate sole dalle Istituzioni, dovranno non solo sostenere un’ulteriore valutazione dall’Unità di Valutazione Multidimensionale, ma successivamente interagire con almeno tre realtà, per organizzare il viaggio scolastico, alle quali si potrebbero aggiungere ulteriori passaggi, nel caso in cui fosse necessario utilizzare coincidenze di mezzi pubblici o se gli assistenti a disposizione durante le varie tratte fossero diversi e afferenti a diversi enti o aziende».

«Preso atto della proposta così come formulata dalla Regione – proseguono i Presidenti delle Carrozzine Determinate e di Autismo Abruzzo – ci si domanda se l’Assessore all’Inclusività Sociale e al Diritto all’Istruzione conosca effettivamente il funzionamento del servizio, non avendo preso in considerazione le molteplici criticità che presenta una modalità di trasporto assurda come quella ipotizzata. Come verranno risolti i problemi delle innumerevoli barriere architettoniche presenti alle fermate della TUA [Trasporto Unico Abruzzo, N.d.R.]? Come si porrà rimedio al fatto che solo un autobus su tre è dotato di pedana, spesso non funzionante? Cosa accadrà qualora più ragazzi con disabilità dovessero salire sullo stesso mezzo che prevede l’accesso di un solo disabile per volta?».

Un ulteriore grave problema viene poi messo in evidenza, riferendosi a ragazzi con disturbi dello spettro autistico, «spesso prestanti fisicamente e teoricamente in grado di prendere un autobus – come si legge nella nota – ma la cui forte compromissione della vita relazionale, le alterazioni percettive e sensoriali, la resistenza al cambiamento, rendono insostenibile la presenza in un autobus pieno ed estremamente rumoroso, come di norma avviene nell’orario scolastico, con il rischio più che potenziale di crisi importanti e persino di una regressione».

Sono quindi numerose, e tutte concrete, le questioni per cui questo provvedimento, scrivono Ferrante e Verzulli, «lede la dignità dei ragazzi con disabilità, lede il diritto allo studio, ignora le problematiche che le patologie comportano, danneggia pesantemente la quotidianità delle famiglie con disabilità e non riuscirà, come invece si vuol far credere, a garantire maggiore economia di spesa. L’attuale servizio di trasporto dedicato, infatti, armonizza il viaggio per più utenti con un solo assistente qualificato per tutto il tragitto (casa – scuola – casa), mentre la procedura voluta ora dalla Regione imporrà un assistente per ogni studente viaggiante sul mezzo pubblico, replicando di fatto il costo di quello già disponibile sul trasporto dedicato».

«Ribadiamo con forza la tutela dei diritti conquistati con decenni di battaglie – conclude la nota – e la necessaria disponibilità dei fondi regionali atti a garantire servizi fondamentali come il trasporto scolastico e verso i centri di cura, ritenendo la Regione Abruzzo colpevole di discriminazione diretta nei confronti degli studenti con disabilità, per quanto concerne il loro diritto allo studio, e indiretta, proprio in relazione al nucleo familiare. Invitiamo pertanto l’Assessore al Diritto all’Istruzione a sedersi su una carrozzina e ad effettuare il percorso che uno studente con disabilità dovrebbe affrontare per raggiungere la scuola con i mezzi di linea, a provare personalmente – magari in un giorno di pioggia – cosa possa significare per chi vive continuamente delle difficoltà, trovarsi a doverne subire ingiustamente delle altre! Riteniamo quindi che questa nuova e non percorribile proposta di trasporto scolastico degli studenti con disabilità delle scuole superiori debba essere al più presto ritirata. In caso contrario, siamo pronti ad occupare la Regione con tutti i nostri ragazzi!». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: carrozzinedeterminate@hotmail.it.

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