La comunicazione (e l’inclusione) può passare anche per una tovaglietta

Pare proprio che l’inclusione delle persone con disabilità possa essere realizzata anche attraverso delle semplici tovagliette illustrate, tramite la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), facendo capire, a chi ancora non lo sapesse, che per comunicare non è necessario saper parlare e nello specifico pensando a persone che non utilizzano i più comuni canali comunicativi, come il linguaggio orale e la scrittura, a causa di gravi patologie neurologiche, congenite o acquisite. Tutto è successo durante una cena…

"Tovaglietta comunicativa"

La “tovaglietta comunicativa” con le illustrazioni che possono essere indicate per comunicare ciò di cui si ha bisogno, e se la pietanza è di proprio gradimento oppure no

La quotidianità è fatta di piccole cose. Poter consumare il pasto in compagnia comunicando le proprie esigenze, oppure esprimendo una valutazione sul cibo, sono attività semplici solo in apparenza. Esse possono essere molto difficoltose se chi le deve svolgere è una persona che non utilizza i più comuni canali comunicativi (il linguaggio orale e la scrittura), a causa di gravi patologie neurologiche, congenite o acquisite. Quando ricorrono queste circostanze, è necessario pensare a metodi di comunicazione alternativi.

L’insieme delle conoscenze, delle tecniche, delle strategie e delle tecnologie che servono a semplificare e incrementare la comunicazione delle persone con questo tipo di difficoltà si chiama Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), metodo altamente flessibile e personalizzabile che, oltre a sostituire o a proporre nuove modalità comunicative, cerca di incrementare le competenze della persona con disabilità – ad esempio, la capacità di emettere suoni o compiere gesti – utilizzandole, ove possibile, ai fini della comunicazione. Da ciò l’aggettivo “aumentativa”. La qualifica di “alternativa” viene invece utilizzata per indicare l’impiego di ausili e della tecnologia avanzata.

In occasione di una recente cena, il Coordinamento etico dei Caregivers Pisa (Aquilone Magico), l’Associazione Domenico Marco Verdigi di San Giuliano Terme (Pisa) e la UILDM di Pisa (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) hanno voluto impiegare proprio la CAA per illustrare le tovagliette utilizzate per apparecchiare la tavola.
Queste “tovagliette comunicative” sono state realizzate dietro la supervisione di Marco Del Monaco, persona con disabilità che per comunicare utilizza il programma Boardmaker® with Speaking Dynamically Pro, e che ha scelto le figure utili a facilitare e consentire uno scambio comunicativo anche a chi, come lui, non usa il linguaggio orale.
Lo strumento, oltre a rivelarsi efficace, ha suscitato nelle tante persone intervenute alla cena molta curiosità, e ha fatto capire, a chi ancora non lo sapesse, che per comunicare non è necessario saper parlare.
Ovviamente la CAA si applica a qualsiasi tipo di comunicazione, ma – per rimanere in àmbito culinario – le Associazioni promotrici dell’iniziativa hanno fanno sapere che la prossima tappa sarà la traduzione della ricetta del polpettone e, conoscendole, sappiamo già che non si fermeranno qui. (Simona Lancioni)

La presente nota è già apparsa nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), di cui Simona Lancioni è responsabile, con il titolo “La tovaglietta comunicativa”. Viene qui ripresa con alcuni riadattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

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