Lo sport come apripista per la vita

«Per nostra figlia – raccontano i genitori di Valentina Pettinacci, trentaseienne umbra che in marzo parteciperà ai Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva – lo sport è stato un apripista per l’inserimento nel mondo del lavoro e della vita sociale in genere. Grazie allo sport, infatti, ha iniziato a pensare di valere qualcosa anche lei e oggi che si è sparsa la voce che presto sarà protagonista di un evento mondiale, tutti la cercano per congratularsi e augurarle buona fortuna»

Valentina Pettinacci

Valentina Pettinacci parteciperà in marzo ai Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics, in programma in Austria, nella specialità dello sci di fondo

«Non tutti i bambini hanno lo stesso sviluppo»: queste le parole rassicuranti ripetute dal pediatra nei suoi primi mesi di vita. Valentina Pettinacci è nata il 24 novembre del 1980 a Terni. Al momento della sua nascita e nei mesi a seguire, tutto sembrava come doveva essere, tutto “nella norma”. Valentina non era una “chiacchierona”, certamente, ma non c’era nulla di evidente, eclatante, che lasciasse presagire quella caratteristica che ne avrebbe invece condizionato l’esistenza, così come quella dei genitori Luisa ed Enrico.
«I primi segnali inequivocabili – raccontano questi ultimi – sono emersi intorno ai tre anni di vita, quando ci siamo resi conto che Valentina aveva delle difficoltà nel linguaggio e, a livello motorio, nel mantenere l’equilibrio. Di lì a poco è arrivata la diagnosi, che faceva riferimento a una disabilità intellettiva, arrivata senza sconti, che ci ha letteralmente scaraventato “il mondo addosso” e che non ci sentivamo pronti ad affrontare, né a conoscere nel profondo. Probabilmente all’inizio ci ha spaventati talmente da non riuscire ad elaborarla nel modo giusto, era una realtà a noi totalmente estranea. Poi l’amore incondizionato di un genitore ha sempre la meglio e, per quanto ci riguarda, ha vinto su ogni timore o remora. Un giorno ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di reagire, di farlo con forza e determinazione, senza mai più voltarci indietro: avremmo fatto tutto il necessario affinché Valentina potesse avere ciò che meritava, ossia una vita il più possibile “normale”, come tutti gli altri. Certo è che ogni genitore vorrebbe sempre proteggere, con tutte le forze, il proprio figlio dalle “intemperie della vita”, e questo è ancor più vero quando il figlio in questione ha una disabilità intellettiva. Ovviamente è un desiderio impossibile da realizzare per chiunque: nessun genitore, infatti, può pretendere di avere il totale controllo del proprio figlio e di quello che gli accade intorno; Valentina all’inizio ha certamente sofferto della sua condizione, le stesse insegnanti a scuola ci evidenziavano le sue difficoltà e il conseguente isolamento che ne derivava».

Ad aprire però la porta di un nuovo futuro, è arrivato a un certo punto lo sport, disegnando «un futuro – proseguono Luisa ed Enrico – che oggi oseremmo chiamare “radioso” per Valentina. Lo è per lei e, di rimando, per tutta la nostra famiglia. Un fratello più piccolo di lei di tre anni, Valerio, con cui ha instaurato un rapporto speciale, un grande amante dello sport, non poteva che avere in questo frangente un ruolo determinante, influenzandola positivamente e rendendola totalmente aperta ad ogni genere di “prova” sportiva. Valentina, quindi, ha subito compreso che la sfida colta con il movimento Special Olympics [il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva, N.d.R.]: era soprattutto una competizione con se stessi. Per la prima volta, infatti, veniva messa nelle condizioni di poter sperimentare le proprie capacità e di sport Valentina ne ha fatto davvero tanto. Danza classica e moderna, sfidando proprio un suo “nemico”, come l’equilibrio, ma anche pattinaggio, pallacanestro, tennis tavolo e canottaggio, senza mai mancare ai Giochi Nazionali di Special Olympics. I viaggi e tutte le straordinarie esperienze degli eventi vissuti in autonomia, lontana dalla famiglia d’origine e in compagnia di un’altra che può definirsi ugualmente “famiglia” per il grado di calore, coesione e affetto che emana la sua squadra: il suo Team Special Olympics di Terni “Tutti in gioco”».
Valentina viaggia ora verso obiettivi sempre più ambiziosi e il prossimo sarà anche il più importante: è stata infatti convocata nel Team Italia ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics che si terranno in Austria dal 15 al 25 marzo e vi gareggerà nello sci di fondo, disciplina che le permette di misurarsi ancora una volta con la sua voglia di arrivare con tutte le forze, così come recita il giuramento stesso dell’Atleta Special Olympics.

Diplomata nel settore turistico all’Istituto d’Istruzione Superiore Professionale e Tecnico Commerciale Casagrande-Cesi di Terni, appena conclusi gli studi, Valentina Pettinacci ha frequentato una borsa lavoro come ausiliaria scolastica presso una scuola materna cittadina. Attualmente, sempre in borsa lavoro, svolge le mansioni di aiuto commessa all’interno di un negozio equo e solidale nel centro della città umbra, inizialmente in affiancamento, poi in piena autonomia.
«Per Valentina – concludono i genitori – lo sport è stato di sicuro un apripista per l’inserimento nel mondo del lavoro e della vita sociale in genere. Grazie allo sport, infatti, ha preso coraggio, ha iniziato a pensare di valere qualcosa anche lei e oggi che si è sparsa la voce che sarà protagonista di un evento sportivo mondiale, tutti, amici e conoscenti, la cercano per congratularsi e augurarle buona fortuna. All’inizio, circa 36 anni fa, quando arrivò Valentina, abbiamo avuto paura, poi abbiamo preso coraggio e ci siamo impegnati per offrirle la possibilità di una vita “normale”. Ma lei è andata ben oltre ogni nostra aspettativa, riconsegnandoci esperienze che poco hanno a che fare con la normalità di tutti i giorni che tanto desideravamo per lei. Il presente e il prossimo futuro di Valentina sono straordinari, ce ne rendiamo conto una volta di più nelle piccole cose, quando la vediamo giocare con il piccolo Diego, suo nipote. Gli mostra gli esercizi di ginnastica e indubbiamente lui da grande maturerà una grande forza di volontà, perché oggi non potrebbe avere davanti agli occhi un esempio migliore».

Special Olympics Italia è la componente nazionale del movimento dedicato allo sport praticato da persone con disabilità intellettiva, insieme anche ad atleti senza disabilità (“Play Unified”).

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