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Alunni lombardi tra spiragli di luce e insidie

Bimba con disabilità motoria a scuola«Sono tante – si legge in una nota congiunta della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e della FAND Lombardia (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) – le difficoltà che anche in Lombardia molti bambini e ragazzi con disabilità devono ancora oggi affrontare, quando si parla di assistenza alla comunicazione, di consulenza tiflologica e di fornitura dei testi scolastici per gli alunni con disabilità sensoriale, oltreché di assistenza educativa e di trasporto per gli studenti che frequentano le scuole superiori. Per molti di loro, questi disagi si traducono in una minore frequenza scolastica oppure nella permanenza a scuola, ma senza i supporti necessari. E in alcuni casi, sono le famiglie a farsi carico di questi oneri. Tutto questo è frutto di una situazione, ripetutamente denunciata dalle Associazioni, di mancata corresponsabilità tra le Istituzioni che dura da troppo tempo. E che sembrava destinata a non sbloccarsi mai. Ora, finalmente, potrebbe esserci una luce in fondo al tunnel. A fronte infatti dell’impossibilità delle Province e delle Città Metropolitana di Milano di garantire quei servizi essenziali, il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato due emendamenti alla Legge di Bilancio che, modificando la Legge Regionale 19/07, attribuiscono alla stessa Regione “la promozione, il sostegno e la gestione, in relazione all’istruzione secondaria di secondo grado, dei servizi di trasporto e di assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli studenti con disabilità fisiche o psichiche, nonché, in relazione a tutti i gradi di istruzione e ai percorsi di istruzione e formazione professionale, la promozione, il sostegno e la gestione dei medesimi servizi per gli studenti con disabilità sensoriale”».

Si tratta decisamente, secondo LEDHA e FAND, di «una buona notizia per i quasi cinquemila studenti con disabilità e per le loro famiglie, che possono guardare con maggiore serenità al proprio percorso scolastico», fermo restando, naturalmente, che «la Regione dovrà definire, per la gestione dei servizi, “le modalità di coinvolgimento degli enti locali e dei soggetti del sistema regionale al fine di assicurarne la gestione coordinata”».

Ci sono tuttavia anche delle insidie, negli emendamenti approvati, sulle quali le Federazioni lombarde intendono mettere in guardia. «Le maggiori – si legge nella nota – si nascondono nel secondo emendamento approvato (Norme transitorie e norma finanziaria) e non tanto nel primo comma che impegna la Giunta ad approvare le “Linee guida”, per la cui stesura siamo certi saranno coinvolte sia le Associazioni, sia le rappresentanze degli enti gestori dei servizi, bensì nei due passaggi successivi. Nel primo di essi si scrive infatti: «Al fine di garantire la continuità nello svolgimento delle funzioni provinciali e della Città metropolitana, in relazione all’anno scolastico in corso continuano a trovare applicazione le disposizioni delle leggi regionali 19/2007 e 3/2008 nel testo vigente alla data di entrata in vigore della presente legge”». «Si tratta – è la domanda posta da LEDHA e FAND – di un modo per affermare che la Legge diverrà operativa con il nuovo anno scolastico. E quindi? Cosa succederà nei prossimi sei mesi in quei territori in cui le Province non hanno adottato le misure sufficienti a garantire i servizi necessari, proprio per il venir meno delle risorse disponibili?».

Un capitolo a sé merita un altro punto, quando cioè si parla dei «segnali positivi giunti dalle comunicazioni seguite da un incontro tra la Regione Lombardia e la Città Metropolitana di Milano, dal quale risulterebbe che i ragazzi con disabilità potranno rientrare in classe con la certezza che la situazione è risolta». «Siamo certi che alle parole seguiranno i fatti», auspicavano le Federazioni lombarde e tuttavia non sembra proprio che questo sia successo, a giudicare dalla denuncia di questi giorni ripresa anche dal nostro giornale e proveniente da una serie di organizzazioni del territorio di Milano, che parla di «servizi ancora sospesi e di gravi problemi tuttora irrisolti».
E in ogni caso, LEDHA e FAND «si aspettano che analoga attenzione venga riservata anche ai bambini e ragazzi con disabilità che vivono nel resto del territorio lombardo».

La parte finale della nota è riservata all’altra “insidia” rilevata dalle Federazioni, quando cioè si cita «il secondo emendamento approvato dalla Giunta di Regione Lombardia, il quale evidenzia che “alle spese derivanti dall’articolo 9 si provvede con le risorse statali assegnate a tal fine alla Regione, in applicazione dell’articolo 1, comma 947, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato “Legge di stabilità 2016”)». Ebbene, l’augurio è che questo articolo faccia parte delle norme transitorie e non di quelle finanziarie. Infatti, se è certo che i fondi statali dedicati a questi servizi saranno d’ora in poi gestiti direttamente dalla Regione, è altrettanto certo che queste risorse siano ampiamente insufficienti e che quindi si debba prevedere uno stanziamento ad hoc, per fare fronte a questa nuova competenza regionale».
«E del resto – concludono Alberto Fontana  e Nicola Stilla, presidenti rispettivamente di LEDHA e di FAND Lombardia – è bene ricordare che ci si trova di fronte a diritti esigibili da parte di ognuno degli studenti coinvolti e che, come recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale: “è la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione”», con esplicito riferimento alla recente Sentenza 275/16 della Consulta, di cui abbiamo dato ampia notizia ai Lettori. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).

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