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Persone sorde e ipoacusiche: la lunga strada per una vita migliore

Orecchio di persona con apparecchio acustico

«Se le persone che dovrebbero usare gli ausili acustici – scrive Liliana Cardone – provassero almeno una volta questi strumenti, e si informassero sul funzionamento di questi piccoli apparecchi di ascolto, si renderebbero conto che vale invece veramente la pena provare, perché scoprirebbero di sentire nuovamente suoni ritenuti ormai perduti»

Il 3 marzo scorso è stata la Giornata Mondiale dell’Udito, voluta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e numerose sono state le iniziative organizzate in tale occasione, per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul problema della prevenzione e cura dell’udito.
In Italia continua a crescere il numero delle persone colpite da sordità, a causa in buona parte dell’inquinamento acustico prodotto dal traffico veicolare e comprende ora anche molti giovani che ascoltando la musica ad altissimo volume all’interno delle discoteche, oppure con le cuffie per molte ore, causano inconsapevolmente un danno all’orecchio medio o interno in modo irreversibile.

Anche la nostra Associazione [Associazione Ligure Ipoudenti – Sulle ALI dell’Udito, N.d.R.] sostiene l’importanza dello screening audiologico neonatale e di un’adeguata informazione sulla prevenzione e la cura dell’udito, attraverso volantini o spot pubblicitari o giornate con incontri anch’essi sul tema della prevenzione, oltreché sui danni prodotti non solo dall’inquinamento acustico, ma da medicine ototossiche, a causa di incidenti o altro.
Purtroppo ancora oggi lo screening audiologico neonatale non viene praticato in tutte le Regioni italiane, e spesso viene eseguito in maniera diversa tra una Regione e l’altra. Occorre dunque sensibilizzare gli Enti Regionali a predisporre la prevenzione uditiva anche tra gli adulti, i quali troppo spesso non si rendono conto che stanno perdendo l’udito, con conseguenze anche gravi dal punto di vista sociale spesso gravi.
Interessante, a questo proposito, è stata un’iniziativa dell’ANAP (Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali) e dell’ANA (Associazione Nazionale Audioprotesisti) che nel 2010, insieme all’ACI (Automobile Club d’Italia), hanno organizzato uno screening sulle persone ultracinquantenni con patente. Questo è stato il  risultato: l’80% degli automobilisti ha problemi di udito; il 15% degli automobilisti protesizzati, non usa un ausilio acustico adeguato alla gravità.
Si è trattato di uno screening importante, utile sia per la sicurezza stradale, sia per quella personale, e dovrebbe essere adottato in modo permanente da tutte le Regioni italiane.

Ancora oggi molte persone ritengono inutili, dolorosi quei piccoli “apparecchietti” per l’udito. Li giudicano anche poco estetici… e tuttavia, ad oggi, l’utilizzo diffuso del bluetooth in tutte le fasce di età facilita l’aspetto psicologico ai portatori di protesi acustiche.
Se le persone che dovrebbero usare gli ausili acustici provassero almeno una volta questi strumenti, e si informassero sul funzionamento di questi piccoli apparecchi di ascolto, si renderebbero conto che vale invece veramente la pena provare, perché scoprirebbero di sentire nuovamente quei suoni che pensavano di avere ormai perduto, dal canto degli uccelli al rumore dell’acqua e così via.
Il diritto alla salute, come previsto  dalla nostra Costituzione, deve essere garantito a tutte le persone sorde e ipoacusiche e non solo durante il percorso scolastico, ma anche durante la vita lavorativa, per il tempo libero, per la propria sicurezza. Ne va della nostra salute anche psicofisica. E anche la stessa inadeguata applicazione del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 503/96, che prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali nei luoghi pubblici, può produrre un danno psicologico agli ipoacusici. Inoltre, tutti i luoghi pubblici dove sia previsto un impianto di amplificazione dovrebbero essere dotati di sottotitoli e impianti assistivi per ipoudenti (impianto ad induzione magnetica o a modulazione di frequenza).

Da ultimo è doveroso sottolineare che per quanto riguarda i deficit uditivi vi sono molte differenze tra i portatori di questa disabilità e quindi occorre diversificare le risposte a seconda della peculiare situazione. E le risposte dovranno vertere il più possibile verso il recupero delle residue capacità uditive tramite la tecnologia assistiva, integrando con la sottotitolazione laddove nei grandi spazi l’ascolto risulta più difficoltoso.
La strada è ancora lunga e con molti ostacoli ma noi siamo tenaci.

Presidente dell’Associazione Ligure Ipoudenti – Sulle ALI dell’Udito (assoligure.ipoudenti@libero.it).

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