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Risorse digitali per la riabilitazione dei bambini ipovedenti

Giovane utilizzatore con disabilità visiva di "Sharehab"

Un ragazzo con disabilità visiva utilizza la piattaforma online “Sharehab”

«Dopo dodici mesi di progettazione e ricerca, sviluppo di modelli di valutazione delle App e test del servizio, Sharehab è ora pronto per essere utilizzato e diventare una guida valida per chi cerca App, strumenti e indicazioni appropriate per rispondere alle esigenze particolari di ciascun bambino. L’obiettivo è anche offrire spunti e modelli per produrre nuovi materiali funzionali agli specifici bisogni dei bambini ipovedenti, ma soprattutto creare uno spazio di confronto, utile a riconoscere le caratteristiche delle App accessibili e più adatte alle diverse necessità».
Lo ha dichiarato Silvia Dini, responsabile del Progetto Sharehab, che è stato presentato nei giorni scorsi a Genova, come avevamo anticipato, e che è centrato su una piattaforma online, un vero e proprio social network, dove genitori, insegnanti, terapisti e altri possono condividere informazioni ed esperienze su App e risorse digitali utili alla riabilitazione dei bambini ipovedenti (Sharehab, appunto, ovvero Share Rehabilitation Resources, letteralmente “condividere risorse per la riabilitazione”), frutto di un’iniziativa dell’Istituto Chiossone di Genova, con la partnership scientifica dell’Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR (Consiglio Nazionale per le Ricerche) del capoluogo ligure e il sostegno finanziario della Fondazione Vodafone Italia.
Risultato tra i vincitori di Digital for Social, bando promosso dalla Fondazione Vodafone Italia e realizzato in collaborazione con il Gruppo 24 Ore, Sharehab si configura pertanto come un “aggregatore” di software, giochi, video, risorse autoprodotte, link e informazioni, accessibile da tutta la numerosa comunità di figure professionali e familiari che si impegnano quotidianamente per migliorare le abilità e le capacità di ogni bambino con disabilità visiva, dandogli la possibilità di crescere e realizzarsi appieno.

«L’inclusione educativa – ha spiegato in sede di presentazione Rosa Maria Bottino, che dirige l’Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR di Genova – è da sempre una delle nostre linee di ricerca, per cui siamo un riferimento a livello nazionale, e per questo abbiamo attivato collaborazioni importanti come quella con l’Istituto Chiossone, di cui Sharehab rappresenta il progetto più recente. Nello studiare le applicazioni delle nuove tecnologie nella didattica, infatti, non vogliamo mai essere soli, ma ci avvaliamo sempre di un dialogo costante con gli utenti finali, gli insegnanti, gli studenti e gli operatori che a vario titolo si occupano di formazione».
«Il nostro impegno con il bando Digital for Social – ha aggiunto Maria Cristina Ferradini, consigliere delegato della Fondazione Vodafone Italia – si declina nella promozione del digitale e più in generale della tecnologia come strumento di innovazione sociale. Rientra proprio in questa dimensione l’iniziativa dell’Istituto Chiossone, che è stata premiata tra più di 450 progetti ricevuti. In sostanza, abbiamo deciso di sostenere questo progetto perché coniuga insieme tecnologie digitali, alte competenze scientifiche e la collaborazione di importanti istituzioni e riteniamo che oltre a supportare i bimbi, le famiglie e gli esperti, abbia importanti caratteristiche, quali la scalabilità (a livello nazionale e internazionale) e la replicabilità che lo rendono unico nel suo genere. Confidiamo dunque che l’Istituto Chiossone possa proporre risultati importanti, per valutare gli impatti sociali ed economici dell’utilizzo del digitale e della tecnologia nella vita quotidiana dei bambini e le loro famiglie».

Da ricordare infine che per favorire ulteriormente la diffusione del progetto e la sensibilizzazione dei più giovani sui temi della disabilità visiva e delle barriere digitali, in vista del prossimo anno scolastico 2017-2018, verrà lanciato il concorso denominato Strabuzzagliocchi, dedicato agli studenti delle scuole secondarie, che vedrà i ragazzi mettersi in gioco e realizzare strumenti (App, video, slide show, storie animate), per stimolare ed esercitare il residuo visivo dei bambini ipovedenti da 0 a 10 anni, da utilizzare per la riabilitazione, durante momenti ludici e per attività scolastiche ed extrascolastiche. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: gardella@studiocomunicazionegardella.it.

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