Il valore aggiunto degli alberghi che hanno lavoratori con disabilità

«Un vero e proprio grimaldello per i pregiudizi»: così la deputata Maria Cecilia Guerra ha definito il progetto europeo “OMO”, di cui è stata capofila l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), conclusosi in questi giorni con un evento in contemporanea a Roma, Saragozza e Lisbona, che ha dato il via alla rete europea degli alberghi e dei ristoranti denominata “Valueable”, i cui aderenti si impegneranno ad includere persone con disabilità intellettiva all’interno del proprio personale, tramite tirocini e fino all’assunzione vera e propria

Giovane con sindrome di Down che lavora in un albergo

Una giovane con sindrome di Down occupata in un albergo

«Presentiamo oggi la rete degli alberghi e ristoranti Valueable, ovvero le imprese che si sono rese attive nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità intellettiva nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità. Questo progetto europeo triennale, giunto ormai alla conclusione, ci dimostra quanto sia importante aprire gli occhi della società sulle reali capacità e potenzialità dei lavoratori con disabilità intellettiva in un clima in cui esistono ancora molti pregiudizi sulle persone considerate “diverse”, come abbiamo letto proprio in questi giorni, grazie alla ricerca effettuata dalla Harvard Business School sugli host che affittano la propria abitazione sul noto portale Airbnb»: così Paolo Virigilio Grillo, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), ha presentato la rete degli alberghi e ristoranti solidali Valueable, non mancando di commentare gli spiacevoli risultati prodotti da una ricerca di cui si è occupato in questi giorni il quotidiano «la Repubblica», riguardante le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità presenti nel portale Airbnb.

Grillo è intervenuto all’Università LUMSA di Roma, dove – come anticipato nei giorni scorsi e in contemporanea con analoghi eventi in Spagna (a Saragozza) e in Portogallo (a Lisbona) – la presentazione della rete Valueable ha sostanzialmente costituito la finalizzazione – e l’evento conclusivo – del progetto continentale OMO, cosicché le strutture di accoglienza e ristorazione che vi aderiranno si impegneranno a diversi livelli ad includere persone con disabilità intellettiva all’interno del proprio personale, offrendo la possibilità di effettuare degli stage (con l’impegno di un tirocinio ogni due anni), fino all’assunzione vera e propria.
Come segnalato a suo tempo, il Progetto OMO (ove OMO sta per On My Own… at work), era stato avviato nel settembre del 2014, avvalendosi del finanziamento della Commissione Europea all’interno del Programma Erasmus + Key Action 2 (Cooperation for Innovation and the Exchange of Good Practices – Strategic Partnerships).
Capofila ne è stata proprio l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), guidando i partner EDSA (European Down Syndrome Association), Fondazione Adecco Italia per le Pari Opportunità, Down España, APPT21 (Associação Portuguesa de Portadores de Trissomia 21), Axis Hotéis e i partner associati Università LUMSA di Roma e ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
Durante il percorso triennale sono stati via via realizzati una App per i lavoratori con disabilità intellettiva, al fine di poter svolgere le proprie mansioni in modo autonomo, e ben quattordici video rivolti ai tutor e ai colleghi di lavoro, per impostare un corretto rapporto professionale con i nuovi tirocinanti/lavoratori.
È stato prodotto inoltre un Quality Kit rivolto agli imprenditori del settore dell’ospitalità, strumento che comprende un codice di condotta socialmente responsabile, un manuale di supporto all’applicazione del codice stesso e il marchio Valueable, oggi in via di registrazione presso l’EUIPO (Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale), pensato per rendere le strutture immediatamente riconoscibili dai clienti. In pratica, chi esporrà Valueable apparterrà a una rete europea di aziende che considereranno la “diversità” presente all’interno del proprio personale come una potenziale fonte di vantaggio competitivo.

Vale anche la pena riportare qualche dato: i tirocinanti che hanno lavorato durante OMO, testando i materiali, sono stati 95, 18 dei quali già assunti (15 in Spagna, 2 in Portogallo e uno in Italia); 39 sono state le agenzie formative coinvolte, 80 gli hotel e le aziende di ristorazione che hanno partecipato alla rete. In totale, le persone che hanno lavorato a tutti i livelli al progetto sono state 300.
«Ma in fondo – spiega Paola Vulterini, responsabile di OMO per l’AIPD – i numeri hanno poca importanza, perché il nostro obiettivo è che negli anni crescano esponenzialmente i lavoratori con disabilità con l’ampliarsi della rete degli alberghi Valueable e questo è solo l’inizio».

Durante l’incontro di Roma, Costanza Nosi, docente di Comunicazione alla LUMSA, ha presentato il Catalogo degli Hotel Valueable, presto disponibile anche in internet. Per l’occasione sono stati consegnati due marchi di bronzo e due d’argento a quattro nuove imprese: l’argento, che attesta un’assunzione già in corso di una persona con sindrome di Down, è andato all’Hotel Melià Milano e all’Assurd RistoPub di Potenza, mentre i due bronzi sono stati consegnati al Ristorante Baccalàdivino di Mestre-Venezia e al Bar Pacinotti di Venezia, due imprese che hanno iniziato un percorso con tirocinanti.
Il marchio viene appunto assegnato alle imprese che si impegnano ad assumere atteggiamenti non discriminatori, a lavorare sulla formazione dei propri dipendenti in tal senso e ad accogliere prima tirocinanti e poi lavoratori con disabilità intellettiva.

Nel corso del convegno romano, si sono confrontati i diversi punti di vista del mondo delle istituzioni, delle imprese, dei consumatori e dell’associazionismo, con la partecipazione della deputata Maria Cecilia Guerra, già viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di Palmiro Noschese, presidente di Confindustria Alberghi, di Silvia Castronovi dell’Associazione Altroconsumo e di Antonio Cotura della FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Moderando la tavola rotonda, Carlo Alberto Pratesi dell’Università Roma Tre ha sottolineato come la ricerca abbia già dimostrato in molti campi «il valore aggiunto della diversità», riprendendo un tema già emerso dalle esperienze degli imprenditori presenti, che hanno commentato come anche i clienti siano più contenti.
Concetti ribaditi da Nosi, che ha voluto ricordare come «l’assunzione di personale con disabilità intellettiva possa fare la differenza per le imprese, anche perché il tema della responsabilità sociale è attualissimo e molto importante».
Dal canto suo, Noschese ha dichiarato di volere «stimolare la rete degli alberghi di Confindustria perché deve passare il messaggio che avere un lavoratore con disabilità intellettiva è un valore e un’opportunità».
Grillo ha sottolineato invece l’importanza del lavoro per i giovani con sindrome di Down: «Non tanto per lo stipendio – ha detto -, ma proprio per la responsabilità che un lavoro porta con sé. Così, infatti, i nostri figli riescono a diventare adulti».
Successivamente Cotura si è soffermato sul fatto che «ogni persona con disabilità è diversa dall’altra e in tal senso il lavoro della FISH è quello di creare un contesto facilitante, perché le persone con disabilità possano dare il massimo del proprio potenziale. Per ottenere questo, però, occorre lavorare in rete con tutti gli attori sociali: famiglie, educatori, personale sanitario, scuola ed enti locali».
Sul progetto e sulla serietà di esso si è soffermata Guerra: «Le imprese che si impegnano in questo percorso – ha dichiarato – lo fanno con serietà, sono monitorate e riconosciute se lavorano bene. Il marchio fornisce visibilità alle persone con disabilità intellettiva che invece la società vorrebbe invisibili, è un vero e proprio grimaldello per i pregiudizi».
Castronovi, infine, ha chiuso l’incontro raccontando la propria esperienza in Altroconsumo: «Abbiamo 375.000 associati in tutta Italia e abbiamo svolto una piccola indagine interna con i nostri soci storici su Valueable: ebbene, tutti ne sono stati entusiasti. Per gli utenti, infatti, un albergo solidale ha un valore aggiunto notevole e il valore reputazionale per un’impresa è molto importante. Credo dunque che questo progetto darà un valore e un vantaggio alle imprese che aderiranno alla rete». (M.R. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti, oltreché per richiedere alcuni video realizzati nel corso del Progetto OMO: Ufficio Stampa AIPD Nazionale (Marta Rovagna), ufficiostampaaipd@gmail.com.

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