Il difficile momento dei Centri di Riabilitazione toscani

Tariffe bloccate ormai da parecchi anni e spese sempre maggiori, per la necessità di adeguare i servizi offerti ai nuovi bisogni di salute, riguardanti utenti in stato di crescente gravita: numerosi Centri di Riabilitazione della Toscana hanno denunciato nei giorni scorsi una situazione ritenuta ormai insostenibile, che rischia di portare a un drastico ridimensionamento dei servizi rivolti alla disabilità e in alcuni casi anche alla chiusura. Per questo hanno chiesto un incontro urgente con le autorità regionali

Particolare di persona con disabilità in carrozzina insieme a operatrice sociosanitaria«Un drastico ridimensionamento dei servizi alla disabilità e, in alcuni casi, la chiusura. È questo quello che rischiano almeno venti Centri di Riabilitazione toscani, a seguito del blocco da parte della Regione delle tariffe riconosciute a queste strutture per il servizio svolto»: è quanto si legge in una nota diffusa dal Coordinamento Centri di Riabilitazione Toscani, secondo la quale «le tariffe sono bloccate al 31 dicembre 2010, ma in questi sette anni, oltre all’inflazione (che l’ISTAT stima essere intorno al 10%), è aumentata la gravità dell’utenza che le ASL inviano ai vari Centri, i quali hanno dovuto dunque sostenere spese sempre maggiori per adeguare i servizi offerti ai nuovi bisogni di salute degli utenti. Il risultato è che queste strutture, che da sole seguono oltre 2.000 persone con disabilità grave e gravissima nei servizi residenziali e diurni e svolgono oltre 40.000 prestazioni ambulatoriali all’anno, rischiano il collasso».

Riuniti quindi in una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi a Firenze, ben diciassette Centri toscani (se ne legga l’elenco nel box in calce) hanno presentato un documento, tramite il quale chiedono l’immediato rialzo delle tariffe, oltre a un incontro urgente con le autorità regionali, il tutto, come si legge ancora nella nota, «per scongiurare il rischio di una crisi dell’intero comparto riabilitativo toscano, che coinvolgerebbe le oltre 2.000 persone con disabilità assistite, le loro famiglie e almeno 2.500 lavoratori del settore, fra dipendenti diretti e indiretti». (S.B.)

Ringraziamo Roberta Rezoalli per la segnalazione.

A questo link è disponibile il testo integrale del comunicato diffuso dal Coordinamento Centri di Riabilitazione Toscani. A sottoscriverlo sono stati i rappresentanti di: AIABA Firenze (Associazione Italiana per l’Assistenza ai Bambini Autistici); AIAS Massa Carrara (Associazione Italiana Assistenza Spastici); ANFFAS Firenze, Massa Carrara e Prato (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale); CTE (Centro Terapie Educative) Rignano sull’Arno (Firenze); CRO (Centro Rieducazione Ortofonica) Firenze; Fondazione CRIDA (Centro per la Riabilitazione e le Diverse Abilità), Prato; Fondazione Filippo Turati, Pistoia; Fondazione Opera Diocesana Assistenza, Firenze; Fondazione Opera Santa Rita, Prato; Fondazione San Sebastiano (Arciconfraternita Misericordia), Firenze; Fondazione Stella Maris, Pisa; Centro Agazzi dei Padri Passionisti, Arezzo; Centro Medaglia Miracolosa, Suore di Santa Marta, Viciomaggio di Civitella in Val di Chiana (Arezzo); PAMAPI (Centro Abilitativo per Disturbi di Spettro Autistico), Firenze; Villaggio della Consolata, Consorzio CORI, Arezzo.

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Coordinamento Centri di Riabilitazione Toscani (Giulia Righi), info@odafirenze.it.

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