Potrebbe presto diventare realtà il “telefono” per sordociechi

La comunicazione a distanza fra persone sordocieche potrebbe presto diventare realtà, grazie a “Parloma”, progetto sviluppato dall’Alta Scuola Politecnica (ASP) dei Politecnici di Milano e Torino, consistente in un sistema in grado di trasferire in remoto la lingua dei segni tattili, attraverso un’interfaccia basata su braccia e mani robotiche antropomorfe a basso costo

Funzionamento del Progetto "Parloma" ("telefono" per sordociechi)

Una rappresentazione grafica che visualizza il funzionamento di “Parloma”, progetto che potrebbe presto far diventare realtà un “telefono” per persone sordocieche

La comunicazione a distanza fra persone sordocieche potrebbe presto diventare realtà, grazie a un progetto sviluppato dall’Alta Scuola Politecnica (ASP) dei Politecnici di Milano e Torino.
«Si chiama Parloma – spiegano dal Politecnico del capoluogo lombardo – ed è un sistema in grado di trasferire in remoto la lingua dei segni tattili (la versione tattile della lingua dei segni utilizzata dalle persone sorde, ma vedenti). Il trasferimento del messaggio avviene attraverso un’interfaccia aptica [tattile, N.d.R.]: il mittente sordocieco comunica cioè ricorrendo alla lingua dei segni tattili, il sistema cattura il segno, lo elabora digitalmente e, attraverso il web, lo recapita al destinatario, anch’egli sordocieco, sempre in forma di lingua dei segni tattili, mediante un’interfaccia basata su braccia e mani robotiche antropomorfe a basso costo. Il sistema potrà essere utilizzato anche nella comunicazione tra sordociechi e sordi e tra sordociechi e udenti che conoscano la lingua dei segni tattile».

Sempre dal Politecnico di Milano, si entra ulteriormente nei dettagli riguardanti il funzionamento del sistema. «L’acquisizione del segno – viene spiegato infatti – avviene mediante tecnologie a basso costo per la cattura del movimento, come telecamere di profondità quale Microsoft Kinect e Leap Motion. L’utilizzo di algoritmi per il filtraggio e la classificazione del movimento permette di riconoscere il segno acquisito e generare una rappresentazione intermedia, contenente informazioni di carattere linguistico e articolatorio. Il sistema invia il messaggio così convertito a un modulo di ricezione in grado di generare comandi per la mano robotica, la quale riprodurrà il messaggio nella lingua dei segni tattili che il ricevente potrà comprendere toccando la mano robotica. Il braccio robotico è realizzato attraverso la tecnica della stampa 3D, che permette di abbattere costi e tempistiche di produzione».

Lo sviluppo di Parloma potrà ora essere portato avanti grazie a un finanziamento di oltre 780.000 euro, ricevuto tramite il Bando Smart Cities per l’innovazione sociale (categoria Under 30) del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Con l’attivazione di tre assegni di ricerca, infatti, il gruppo di lavoro punta a realizzare un sistema più funzionale e robusto, che meglio risponda alle esigenze della comunità delle persone sordocieche.

L’iniziativa, va ricordato in conclusione, viene sviluppata nell’ambito del Laboratorio Nazionale sulle Tecnologie Assistive AsTech del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), che costituisce oggi il principale punto di riferimento della ricerca accademica nazionale nei settori dell’informatica e dell’information technology. Del CINI fanno parte quarantuno Università pubbliche, tra cui gli stessi Politecnici di Milano e Torino. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Relazioni con i Media del Politecnico di Milano (Valentina Ashdown), relazionimedia@polimi.it.

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