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Le condanne morali non bastano più

Uomo disperato, con le mani sulla faccia«È un bruttissimo episodio, l’ennesimo, che segnala come ormai l’arroganza e l’inciviltà nei confronti dei cittadini più indifesi, come quelli disabili, abbia raggiunto ormai un limite inaccettabile».
A dirlo è Nazaro Pagano, presidente dell’ANMIC (Associazione Nazionali Mutilati ed invalidi Civili), commentando il caso di inciviltà che in Via Montenapoleone a Milano, la nota “strada del lusso”, ha visto per protagonista suo malgrado il padre di un ragazzo con grave disabilità, preso a male parole e a quanto pare anche colpito dal proprietario di una Ferrari con targa svizzera.

«Quell’imprenditore -ricorda Pagano – non solo ha parcheggiato la propria Ferrari a cavallo di due posteggi per disabili, ma alla richiesta di spostarsi da parte del padre di un ragazzo con grave disabilità, l’avrebbe persino spintonato, dicendogli “io me ne frego di te”. Si tratta di una vicenda che ben rappresenta il degrado di una società dove la discriminazione è purtroppo raramente punita».
«Come ANMIC – aggiunge – crediamo che insieme alle battaglie culturali per la piena inclusione e le pari opportunità, occorra portare avanti, più concretamente, anche decise azioni legali contro gli autori di questi gesti odiosi. Condannare, infatti, non basta, e quindi siamo decisi ad avviare azioni legali contro il protagonista di questo brutto episodio, che segue purtroppo solo di un mese l’altro ormai celebre caso del cartello di offese a una persona con disabilità in un parcheggio. Non basta scusarsi, dobbiamo far sì che la legge contro le discriminazioni cominci a funzionare da deterrente contro l’inciviltà».
Sul caso citato dal Presidente dell’ANMIC, dell’ingiurioso cartello affisso nel parcheggio di un centro commerciale, ricordiamo che contro l’autore di esso ha sporto denuncia la LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana peril Superamento dell’Handicap), denuncia non ancora ritirata, nonostante sia pervenuta alla LEDHA stessa una prima lettera di scuse. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: tempinuovi.bg@tiscali.it (Bernadette Golisano).

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