Disabilità e genere. Diritto e diritti

Le donne con disabilità, come ormai dovrebbe essere ben noto a tutti, sperimentano quotidianamente una forma di discriminazione a più fattori e tale stato di cose incide negativamente in diversi àmbiti della loro vita. Di tale tema si parlerà approfonditamente domani, 13 ottobre, a San Donnino di Campi Bisenzio (Firenze), nel corso dell’incontro intitolato “Disabilità e genere. Diritto e diritti”, che sarà uno dei numerosi appuntamenti promossi all’interno della “III Conferenza Regionale Toscana sui Diritti delle Persone con Disabilità”

Madre con disabilità motoria fa giocare la propria bimba sull'altalena

Una madre con disabilità motoria fa giocare la propria bimba sull’altalena

Tra i vari eventi ripartiti in altrettante sessioni tematiche, nell’àmbito della III Conferenza Regionale Toscana sui Diritti delle Persone con Disabilità (se ne legga approfonditamente a questo link), in programma per il 13 e 14 ottobre a San Donnino di Campi Bisenzio (Firenze), importante appuntamento utile a fare il punto sui diritti e sulle politiche per l’autonomia e l’accessibilità delle persone con disabilità in Toscana, è previsto anche il workshop intitolato Disabilità e genere. Diritto e diritti, che si terrà nel pomeriggio di domani, 13 ottobre.

«Le donne con disabilità – come si legge nel testo di presentazione dell’incontro – vivono condizioni di discriminazione a causa del genere e della disabilità, condizioni peculiari di questo specifico gruppo sociale non sperimentate né dagli uomini con disabilità, né dalle donne in generale. Le donne con disabilità, infatti, sperimentano quotidianamente una forma di discriminazione a più fattori: il fatto di essere donne in una società patriarcale, il fatto di essere disabili in una società disabilista, il fatto di essere donne disabili. Infatti, il sessismo (termine coniato negli Anni Sessanta del Novecento), il razzismo (l’attuale accezione risale alla metà dell’Ottocento) e il disabilismo sono storie di dominio di un gruppo su un altro gruppo, che hanno in comune i meccanismi, i dispositivi, le strutture che reggono i sistemi di svalorizzazione, subordinazione e discriminazione. È quando questi fattori discriminatori si combinano che danno luogo alla cosiddetta discriminazione multipla. Il Rapporto della Commissione Europea del 2007 definisce la discriminazione multipla come una discriminazione “non riferibile ad un’unica dimensione, bensì agita da due o più fattori concomitanti”. Tale stato delle cose incide negativamente in diversi àmbiti di vita delle donne con disabilità: hanno minore accesso all’istruzione; rispetto agli uomini con disabilità hanno più alti tassi di disoccupazione, vivendo con ciò condizioni di povertà e di solitudine maggiori; sono svantaggiate nell’accesso ai servizi di prevenzione e cura sanitari; sono più soggette ad abusi e violenze anche da parte dei caregivers formali ed informali. È chiara la disparità esistente col resto della società, sia in seno alla coorte delle donne che in quella delle persone con disabilità, in termini di opportunità alla vita indipendente e alla conquista di autonomia, di riconoscimento di sé in quanto soggetto di diritti e soggetto politico. Purtroppo ancora oggi le politiche ed azioni fatte a favore della disabilità sono pensate per una persona con disabilità generica, senza tenere conto delle differenze di genere, così come le politiche ed azioni fatte a favore delle donne sono pensate per una donna generica, senza tenere conto della disabilità. Le due sfere, invece, andrebbero integrate e fatte interagire affinché l’una informi compiutamente l’altra di sé».

Di tali temi, quindi, quando mai importanti, si parlerà durante l’incontro del 13 ottobre a San Donnino di Campi Bisenzio.
A coordinare i lavori sarà Piera Nobili del CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) e ad aprirli Maria Giulia Bernardini, docente di Filosofia del Diritto all’Università di Ferrara, con una lectio magistralis sul Soggetto donna con disabilità fra decostruzione degli stereotipi, diritti e giusfemminismo.
Interverrà quindi Simona Lancioni, sociologa, responsabile del Centro Informare un’H di Peccioli (Pisa) e volontaria della FISH Toscana (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che si soffermerà sul tema Donne con disabilità e lavoro. E ancora, Nadia Muscialini, psicoanalista, affronterà il poco esplorato tema della violenza, mentre Valeria Saragoni della Casa delle Donne di Ravenna, si occuperà della relazione intercorrente fra donne con disabilità e città. (S.B.)

A questo link si possono consultare gli abstract degli interventi in programma durante il workshop del 13 ottobre Disabilità e genere. Diritto e diritti.
La presente nota costituisce il riadattamento di un testo apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa). Per ulteriori informazioni: toscana.accessibile@regione.toscana.it.

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