Il diritto di voto per tutti è un problema sempre aperto

«Nonostante l’Unione Europea e quasi tutti i suoi Stati Membri abbiano ratificato la Convenzione ONU, sono tuttora milioni le persone con disabilità in Europa alle quali non è permesso di esercitare il fondamentale diritto di voto. Le donne con disabilità, le persone segregate negli istituti e quelle con disabilità intellettiva e psicosociale, corrono rischi ancora maggiori di esclusione»: lo ha recentemente denunciato il Forum Europeo sulla Disabilità, richiamando l’attenzione su un problema spesso presente nelle nostre pagine. Torniamo dunque a fare il punto della situazione

Ángela Covadonga Bachiller Guerra

Ángela Covadonga Bachiller Guerra, mentre siede sui banchi del Consiglio Comunale di Valladolid in Spagna. La giovane donna con sindrome di Down vi è stata eletta nel 2013

«Nonostante l’Unione Europea e quasi tutti i suoi Stati Membri abbiano ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, dovendo quindi renderne effettivi i diritti, sanciti dai princìpi della Convenzione stessa, sono tuttora milioni le persone con disabilità in Europa alle quali non è permesso di esercitare il fondamentale diritto di voto. Le donne con disabilità, le persone con disabilità segregate negli istituti e le persone con disabilità meno visibili, come quelle intellettive e psicosociali, corrono un rischio ancora maggiore di essere esclusi da questa possibilità».
Questo è quanto emerso in Estonia, durante il recente Consiglio Direttivo dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, che rappresenta i diritti di tanti milioni di persone con disabilità del Vecchio Continente. In tale occasione, infatti, gli esponenti dell’organizzazione, provenienti dai diversi Paesi, si sono soffermati sulle rispettive situazioni nazionali, tratteggiando un quadro ancora molto diffuso, fatto di seggi elettorali con barriere architettoniche, di mancata traduzione delle informazioni e dei documenti in linguaggi accessibili alle persone con disabilità visiva o uditiva o in linguaggio “facile da leggere” (Easy to Read), per le persone con disabilità intellettiva.

Quella del diritto di voto per tutte le persone con disabilità d’Europa è una questione che il nostro giornale segue da molto tempo con grande attenzione. Recentemente lo aveva fatto per noi Giampiero Griffo, componente del Direttivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), che in un ampio approfondimento aveva parlato dell’esigenza «di definire una Direttiva Europea sull’uguaglianza di opportunità nell’accesso al diritto di voto delle persone con disabilità, perché oggi queste ultime possono realmente partecipare, solo se sono nate in certi Stati, ma non in altri. E anche in Italia c’è qualcosa da fare, per garantire il diritto di voto alle persone con disabilità intellettiva e per permettere a tutti di votare nei propri seggi elettorali e non in “seggi speciali”».
Proprio all’inizio di quest’anno, tra l’altro, vi era stata in Spagna una vera e propria “vicenda-simbolo”, quella di Mara, donna spagnola con disabilità intellettiva, cui la Corte Costituzionale del proprio Paese aveva negato il diritto di voto, facendo registrare un vero paradosso: proprio in Spagna, infatti, era successo nel 2013 che una donna con disabilità intellettiva, Ángela Covadonga Bachiller Guerra, fosse divenuta Consigliera Comunale nella città di Valladolid. Ma lì Mara non avrebbe potuto votarla…

E del resto su questo punto la già citata Convenzione ONU è quanto mai chiara, recitando all’articolo 29 (Partecipazione alla vita politica e alla vita pubblica) che «gli Stati Parti garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la possibilità di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri». Gli Stati stessi si impegnano a far sì che le persone con disabilità «possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti» e che abbiano «il diritto e la possibilità di votare ed essere elette». Si impegnano altresì «a promuovere attivamente un ambiente in cui le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla conduzione degli affari pubblici, senza discriminazione e su base di uguaglianza con gli altri, e ad incoraggiare la loro partecipazione alla vita pubblica».
Così come, rispetto all’Italia, assai chiaro era stato anche il Comitato ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità, nelle Osservazioni Conclusive espresse lo scorso anno al nostro Paese sull’applicazione della Convenzione ONU, dichiarandosi preoccupato «perché le persone con disabilità intellettive e/o psicosociali non ricevono un sostegno adeguato per poter esercitare il diritto di voto, e perché l’articolo 48 della Costituzione Italiana, che limita il diritto di voto sulla base di “incapacità civile”, non è coerente con la Convenzione».
Lo stesso Comitato, poi, aveva manifestato tutta la propria contrarietà, di fronte «all’impossibilità per le persone con disabilità di scegliere dove votare, a causa di restrizioni legali loro imposte» e anche per il fatto che «il regolamento in materia di assistenza alle persone con disabilità per esprimere il proprio voto non sia coerente con la Convenzione».
Partendo dunque da tali considerazioni, era stata raccomandata «la modifica dell’articolo 48 della Costituzione», oltreché «di fornire servizi di supporto e di facilitazione, al fine di garantire che tutte le persone con disabilità possano esercitare il loro diritto di voto, comprese le persone con disabilità intellettive e/o psicosociali; di abrogare, inoltre, la legge che limita la possibilità delle persone con disabilità di votare in postazioni elettorali di loro scelta; di armonizzare, infine, il quadro normativo in materia di assistenza al voto delle persone con disabilità nel rispetto della Convenzione».

Tornando all’EDF e alla riunione in Estonia, una delle decisioni assunte in tale sede riguarda l’impegno in vista delle prossime Elezioni Europee del 2019, per una campagna dedicata a questo tema: «Facciamo appello al Parlamento Europeo e a tutti i Governi – è stata la dichiarazione proveniente dal Forum – affinché rivedano le loro leggi e procedure, così da assicurare a tutte le persone con disabilità l’esercizio del proprio diritto al voto, al pari degli altri cittadini».
Per realizzare inoltre un’azione ancora più incisiva, l’EDF sta collaborando con il Comitato Economico e Sociale Europeo (EESC), fornendo gli elementi per un rapporto sull’argomento prodotto da quest’ultimo, che dovrebbe essere realizzato entro i primi mesi del prossimo anno.
Infine, sarà dedicato al tema del diritto al voto e della partecipazione politica anche l’EPPD, il 4° Parlamento Europeo delle Persone con Disabilità, del 6 dicembre a Bruxelles, organizzato dall’EDF e dall’Europarlamento, in occasione della Giornata Europea delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, evento cui parteciperanno centinaia di delegati delle organizzazioni per la disabilità di tutta Europa, insieme ad esponenti delle Istituzioni continentali. (Stefano Borgato)

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