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I diritti non possono più attendere

Realizzazione grafica con un simbolo di disabilità e la scritta "Diritti dei disabili Diritti di civiltà"«È sempre emergenza disabili nel nostro Paese. Infatti, fra assistenza insufficiente e del tutto inadeguata alla grave non autosufficienza, il moltiplicarsi di episodi di discriminazione plateale che rimangono impuniti, il lavoro troppo spesso negato e l’inclusione nella scuola ancora “a ostacoli”, la vita quotidiana dei circa 4 milioni di cittadini con disabilità del nostro Paese non sembra affatto migliorare. Anzi, le consuete difficoltà si associano ormai a una crescente sfiducia e rassegnazione, dal momento che la crisi economica, sommata all’attuale delicata fase politica di fatto pre-elettorale, allontana la ricerca di soluzioni concrete in tempi certi, definiti. Oggi più che mai, dunque, occorre alzare la voce e ricordare pubblicamente che i diritti che assicurano pari opportunità e piena cittadinanza, benché in parte già stabiliti dalla nostra normativa, ma finora mai garantiti davvero, non possono più attendere».
Lo si legge in una nota diffusa dall’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), che i medesimi concetti intende esporli pubblicamente domani, 25 ottobre, nel corso di una conferenza stampa all’Hotel Nazionale di Roma, per denunciare appunto le tante criticità che ancora penalizzano le persone con disabilità.

«Vogliamo ricordare alle Istituzioni, alla politica e all’opinione pubblica – sottolinea Nazaro Pagano , presidente dell’ANMIC –  il dovere di far applicare anzitutto le leggi già esistenti a tutela dei cittadini più svantaggiati che nel nostro Paese rischiano di rimanere vuoti princìpi, parole al vento. Nel settore dell’assistenza, solo per fare un drammatico esempio, tante difficoltà nascono anche dal caos applicativo tra Stato e Regioni. Perché legiferare non basta, se poi le leggi nazionali restano inapplicate, in quanto sottofinanziate, oppure perché la loro attuazione viene demandata a Regioni inadempienti, o che non possono spendere in servizi, essendo vincolate ai limiti di bilancio e di rientro dal deficit pubblico. È questa una delle tante contraddizioni italiane che caratterizzano la normativa già approvata in materia di disabilità e che occorre affrontare». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa ANMIC (Bernadette Golisano), tempinuovi.bg@tiscali.it.

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