La scuola incontra l’universo Asperger

È stato questo il titolo di un incontro promosso a Padova dal Gruppo Asperger Veneto, insieme al Gruppo Regionale di Coordinamento dell’Autismo, che ha potuto contare su una partecipazione molto ampia, pari all’interesse, e che grazie anche alla testimonianza diretta di alcune persone con Asperger, ha fatto comprendere bene a dirigenti scolastici, insegnanti e altri “addetti ai lavori” le particolari caratteristiche di questa sindrome, definibile anche come una forma di “autismo invisibile”

Padova, "La scuola incontra l'universo Asperger", 16 ottobre 2017

Un’immagine dell’incontro di Padova

«Le persone con la sindrome di Asperger – è stato scritto a suo tempo – sono definite anche come gli “invisibili dell’autismo”, perché in genere si dice di loro che “è solo un po’ strano”, “è solo timido”, “è solo…”, ma ha “buoni voti a scuola e quindi cambierà con l’età”. Al contrario, invece, più l’età cresce, più aumentano i problemi di comunicazione sociale e ogni altra situazione derivante dalla sindrome».
Proprio da questo assunto si è partiti il 16 ottobre scorso a Padova, durante il seminario intitolato La scuola incontra l’universo Asperger, realizzato dal Gruppo Asperger Veneto insieme al Gruppo di Coordinamento dell’Autismo, struttura creata dall’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, cui partecipano, con lo stesso, i dirigenti e i referenti dei sette Sportelli Autismo della Regione, insieme a tre genitori del Coordinamento Autismo Veneto.
Grande è stata la partecipazione, con ben duecentoquaranta presenti, tra dirigenti di istituto scolastico, operatori degli Sportelli Autismo e insegnanti, che si sono confrontati con esperti del settore, ma anche direttamente con alcune persone dalle caratteristiche Asperger, per conoscere bene la sindrome e capire cosa fare in classe.

«L’idea dell’iniziativa – spiega un soddisfatto Ruggero Mason , vicepresidente del Gruppo Asperger Veneto – era nata dalla volontà di far capire che non ci sono segnali visivi particolari, utili a individuare le persone con la sindrome di Asperger. Infatti, solo se si conosce la sindrome e le conseguenze comportamentali di essa, si può individuarla. Abbiamo quindi pensato a un incontro tra esperti che descrivessero i segnali sanitari, insieme a persone con Asperger e a insegnanti. Ebbene, le varie testimonianze prodotte hanno fatto comprendere come appunto le persone con sindrome di Asperger siano in mezzo a noi e uguali agli altri, ma allo stesso tempo diversi dagli altri, e unici, perché ognuno di loro declina le caratteristiche della sindrome in modo personale, a seconda anche dell’ambiente in cui vivono. Si è trattato quindi di un importante momento di informazione».

In apertura, Filippo  Sturaro dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto ha portato i saluti della Dirigente Regionale Daniela Beltrame e ha presentato il progetto del già citato Gruppo Coordinamento Autismo, insieme alle varie iniziative attuate o in fase di attuazione.
Successivamente, Leonardo Zoccante, dirigente presso il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Policlinico G.B. Rossi di Verona e responsabile del Laboratorio dei Disturbi Generalizzati dello Sviluppo dello stesso, nonché docente presso l’Università di Verona, ha proposto una carrellata specificamente dedicata alla scuola, riguardante le caratteristiche dell’Asperger, spaziando dai problemi relazionali a quelli di comunicazione. «La comprensione del linguaggio – ha spiegato in tal senso – è molto letterale e non vengono compresi i doppi sensi, il non detto, il linguaggio non verbale. Vi è inoltre una spiccata ipersensibilità agli stimoli dell’ambiente circostante (odori, luci, rumori azioni)».
A dare concretezza a queste indicazioni, è stata la testimonianza di Tina, diciannovenne con caratteristiche di Asperger, che ha raccontato le proprie difficoltà di tipo ipersensoriale all’interno delle classi che ha frequentato, i troppi stimoli che la portavano ad esaurire le energie per stare attenta, o a perdere il controllo.
«Per sapere cosa fare – ha detto alla luce della sua esperienza – è importante parlare con le persone Asperger, per capire e individuare i problemi, che molte volte possono essere risolti con piccoli accorgimenti. Una delle mie insegnanti, ad esempio, spiegava la lezione camminando per la classe e quel suo camminare catturava talmente la mia attenzione da impedirmi di capire cosa stava spiegando!».

La seconda testimonianza è stata quella di Samuel, accompagnato da Alessandra Spano dell’Università di Padova. Per lui la diagnosi è arrivata mentre frequentava l’università, e nel suo racconto ha definito «pessima» la propria esperienza di studio, perché non riuscendo a capire il comportamento degli altri, né dove sbagliava, si trovava molto spesso in situazioni difficili per colpa sua o dei compagni, oltre a dover subire anche atti di bullismo. Una volta arrivata la diagnosi, invece, la sua relazione con gli altri è migliorata ed è riuscito a conseguire una Laurea Magistrale. Alcuni suoi compagni di studio, inoltre, sono diventati suoi amici, mentre lui, conosciuta finalmente la sua vera storia, sta ora studiando per diventare insegnante di sostegno.

Successivamente i docenti dello Sportello Autismo di Vicenza e dell’Istituto Alberghiero di Adria (Rovigo) hanno mostrato operativamente come procedere, tramite filmati e diapositive che hanno documentato i percorsi realizzati con uno studente delle elementari e con alcuni delle superiori.
In sostanza, la strada seguita è stata quella di entrare in sintonia con i ragazzi, capirne le caratteristiche, e assieme a loro trovare la strada per trasformarle in punti di forza per loro e per i loro compagni, tanto che questi ultimi, una volta edotti sul reale problema, vogliono agire nello stesso gruppo di lavoro, ritenendo che possano fornire un importante contributo.

Alla fine, dopo una nutrita serie di domande e risposte, è arrivata da più parti la richiesta di ripetere anche in futuro incontri strutturati in modo analogo. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@aspergerveneto.it.

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