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Riconoscere finalmente l’assistente alla comunicazione

Particolare di immagine con assistente alla comunicazione e alunno con disabilitàUno dei problemi annosi riguardanti i servizi di supporto educativo alla disabilità consiste nella poca specificità del personale da impiegare in essi, nella scarsa chiarezza sulle competenze richieste e su quale sia la miglior formazione utile alla costruzione degli stessi.
Un’altra criticità “storica” riguarda la confusione di ruoli e obiettivi che spesso si fa tra gli operatori del sostegno degli alunni con disabilità (docenti specializzati, assistenti all’autonomia e alla comunicazione, assistenti alle necessità igienico-personali).
A parere di chi scrive, la causa principale di tale clima di incertezza e di indeterminatezza dipende essenzialmente dal mancato riconoscimento da parte della Conferenza Stato-Regioni della figura professionale dell’assistente alla comunicazione, prevista ai sensi dell’articolo 13, comma 3 della Legge Quadro 104/92.
Da allora, infatti, ben venticinque anni di inutile attesa hanno fatto sì che gli assistenti alla comunicazione abbiano operato – per tutto questo tempo e in ogni parte del nostro Paese – in condizioni di assoluta precarietà di ruolo, funzionale ed economica, con buona pace di un proficuo processo di inclusione degli allievi con disabilità, favorendo indirettamente la cosiddetta deriva verso la delega al solo docente per il sostegno e azzerando le potenzialità inclusive del contesto.

Un’imperdibile occasione per superare questa empasse può finalmente essere rappresentata dall’articolo 3, comma 4 del recente Decreto Legislativo 66/17, attuativo della Legge sulla cosiddetta Buona Scuola, il quale stabilisce che «entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono individuati i criteri per una progressiva  uniformità su tutto il territorio  nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all’assistenza per l’autonomia e per la comunicazione personale […], anche attraverso la previsione di specifici percorsi formativi».
A tal proposito, come documentato la scorsa settimana anche da «Superando.it», l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Sicilia, di concerto con il Dipartimento Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali, tramite il Decreto Assessoriale n. 5630, ha recentemente definito il profilo professionale e il percorso formativo dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione, da inserire nel relativo Repertorio Regionale delle Qualifiche.
Ciò significa che la Sicilia è tra le prime Regioni italiane ad avere chiaramente stabilito le competenze e il profilo di una professionalità prossima ad altre già ben consolidate e complementari (docente per il sostegno e assistente igienico-personale), con le quali si rischiava una confusione di ruolo e obiettivi. Inoltre, sempre in Sicilia, si è sancito che questi “nuovi” operatori debbano essere formati contemporaneamente sulle disabilità cognitive e su entrambe le principali disabilità sensoriali visive e uditive, quando tradizionalmente nell’Isola la formazione di tali assistenti procedeva per vie distinte.

Sottolineare oggi l’importanza dell’assistente alla comunicazione non significa voler medicalizzare o eliminare gli insegnanti specializzati, quanto piuttosto riaffermare e riproporre una volta per tutte la necessità della specificità educativa e pedagogica, per un processo di inclusione davvero di qualità dei nostri studenti.
Pertanto l’auspicio è che la Conferenza Stato-Regioni recepisca tempestivamente il predetto Decreto Assessoriale, e che soprattutto dia concretamente seguito a quanto previsto dal citato articolo 3, comma 4 del Decreto Legislativo 66/17, riconoscendo finalmente questa figura come necessaria per garantire agli alunni con disabilità un sostegno “diffuso”, promosso da tutto il contesto e non solo dal docente specializzato.
Crediamo infatti che in un momento di grandi trasformazioni sociali, economiche e politiche, come quello che stiamo vivendo, il Ministero e la nostra classe dirigente non possano farsi sfuggire questa grande conquista di civiltà.

Direttore scientifico dell’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Per informazioni: direttorescientifico@irifor.eu.

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